Fallout: la recensione

Fallout e’ un gioco che ha fatto storia, sia per la particolare ambientazione sia per le dinamiche di gioco.

 

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Con un salto nel passato di quasi venti anni, oggi parliamo di un titolo che ha segnato il mondo dei videogiochi: quel Fallout che e’ diventato un simbolo dei giochi di fantascienza per PC.
Ambientato nel 2161, ci troviamo costretti ad uscire dal nostro rifugio antiatomico per la prima volta dopo la guerra nucleare che ha sconvolto la Terra circa duecento anni prima. Cosa ci aspettera’ fuori dalle sicure mura del Vault, il nostro rifugio antiatomico, dove la nostra comunita’ ha finora sopravvissuto senza eccessive difficolta’?

Fallout basa moltissimo del suo carisma sulla sua particolare ambientazione, atipica ed azzeccatissima, dove il futuro e’ paradossalmente costantemente un richiamo agli anni ’50, il periodo in cui la tecnologia e l’energia atomica entrarono di prepotenza nelle case di tutti gli occidentali. Il design tutto particolare di quegli anni, lo stile che pervadeva pubblicita’, manifesti, automobili e oggetti e’ fortemente riprodotto, in chiave futuribile, in ogni ambito di Fallout.

Al gioco deve anche essere riconosciuto il merito di aver introdotto dinamiche di gioco nuove, o migliorate, nel panorama dei GDR (o RPG, come li volete chiamare). Il gioco e’ presentato con una visuale isometrica, con numerosi dettagli grafici in tutte le locazioni; dalle rovine agli accampamenti, le zone urbane sono ricche di particolari che permettono al giocatore di immergersi completamente nel mondo di gioco. Ci si puo’ muovere liberamente semplicemente cliccando qua e la’ sulla zona di gioco (che prevede una griglia esagonale), tenendo bene a mente che Fallout e’ un gioco vecchio stile: si muore spesso e tanto. Decidere di restare in una stanza con le armi in mano potrebbe iniziare un combattimento (chi non si innervosirebbe ad avere un estraneo che gira dentro casa con una pistola?), cosi’ come certi elementi ambientali su cui siamo liberi di transitare comportano danni al nostro personaggio o morte immediata.

 

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Il movimento e’ in tempo reale, ma quando si inizia un combattimento si passa ad un riuscito sistema a turni dove in base ai punti azione a nostra disposizione (sempre troppo pochi…) potremo muoverci, sparare e compiere le altre azioni di cui abbiamo necessita’. Gli altri partecipanti al nostro gruppo non sono sotto il nostro controllo diretto, e ci aiutano e si muovono in base alle loro scelte e priorita’; questo ci impedisce di effettuare attacchi coordinati e spesso comporta una ressa intorno ad un punto in cui si combatte, con l’annesso rischio di mancare il bersaglio e colpire uno dei nostri. Le armi e gli oggetti a disposizione sono molti e vari, ed alcuni di loro sono veramente interessanti considerando poi che simili approcci non sono stati conservati in altri titoli che si sono sicuramente ispirati a Fallout.
Tornando al combattimento, ancora una volta preme dire che morire e’ facilissimo, ed utilizzare differenti slot di salvataggio ed in modo frequente e’ un obbligo per non veder perdere ore di gioco per una scelta sbagliata o uno scontro troppo duro.

Il mondo di gioco e’ piuttosto ampio (o lo era almeno per i suoi tempi) anche se oggettivamente le zone dove puo’ succedere qualcosa non sono molto numerose. Il transito da una zona all’altra viene visualizzato su di una mappa strategica, dove basta impostare la destinazione per continuare a muoversi fino all’arrivo o fare un incontro casuale durante il cammino. Sebbene la trama indichi una direzione di gioco, almeno fino ad un certo punto, siamo totalmente liberi di muoverci in ogni luogo senza un preciso ordine; questo, unito al fatto che possiamo creare il nostro personaggio con statistiche completamente differenti che ci porteranno ad affrontare l’avventura come sfondamuri o come fine diplomatico, rende Fallout il primo GDR completamente open world che si sia visto. Mancano gli elementi della fame, della sete e del sonno, introdotti molto piu’ tardi con il formidabile Stalker, probabilmente il primo vero connubio fra FPS ed RPG, ma siamo gia’ ad un livello di immersione pazzesco in questo senso, dovendo stare attenti alle radiazioni, al veleno, e a tutta una serie di caratteristiche fisiche.

 

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Come detto, Fallout e’ un gioco vecchio stile, e questo comporta tutta una serie di problemini e impiccetti. Intanto, il gioco e’ stato rilasciato con numerosi bug che comportavano crash in determinati punti o quest che non era possibile completare. All’epoca l’accesso a internet non era molto diffuso e la patch ufficiale non sistemava tutto. Si e’ dovuta aspettare una patch creata dalla comunita’ per ripristinare contenuti rimossi, assicurare una certa stabilita’ di gioco ed abilitare alcune funzioni che oggi riteniamo scontate e che all’epoca non erano implementate.
La gestione dell’inventario e’ macchinosa a dir poco: con solo pochi oggetti visibili contemporaneamente, raggiungere quello desiderato e’ tedioso; per poterli scambiare con gli altri membri del gruppo poi, mancando una funzione specifica, e’ necessario effettuare una noiosa procedura e solo se sono visibili a schermo. Si, perche’ la visuale isometrica a volte nasconde gli oggetti ed i personaggi; non e’ possibile ruotare la camera e la trasparenza che viene attivata intorno al nostro eroe non ci aiuta quanto vorremmo quando siamo vicino a dei muri: si vede, ma non abbastanza.
A seconda delle nostre scelte e delle nostre azioni ci potremmo trovare in vicoli ciechi, impossibilitati a completare le missioni o peggio destinati a morte certa a prescindere da cosa faremo da quel punto in avanti. Per questo motivo e’ importantissimo utilizzare tutti e 10 gli slot di salvataggio presenti, per non dover rigiocare intere sezioni del gioco per uno stupido errore (l’ho gia’ detto mi pare?).

La trama e’, insieme all’ambientazione, il pezzo forte del gioco; eppure, superato quello che possiamo chiamare il primo atto, la pressione scema ed anche la voglia di scoprire nuove cose viene meno. Non e’ un caso se per finire il gioco mi sono state necessarie tre diverse partite, con le ultime due che si sono interrotte per lungo tempo per mancanza di stimoli sempre al termine della prima fase.

Eppure, nonostante i suoi difetti, Fallout rimane un giocone, se non altro perche’ ha veramente segnato lo spartiacque fra differenti generazioni di giochi. I due primi seguiti, Fallout 2 e Fallout Tactics seguono lo spirito del primo capitolo, mentre Fallout 3, Fallout New Vegas e Fallout 4 sono piu’ assimilabili al gia’ citato Stalker o a un FPS. Esiste poi Fallout Shelter, un piccolo manageriale gratuito in cui vestiamo i panni del gestore di un Vault; chi lo ha provato dice che dia assuefazione. Infine, sono da poco disponibili Fallout 76, una versione online del gioco con caratteristiche MMO, titolo che pero’ non sta affatto riscuotendo il favore del pubblico, ed il gioco da tavolo ispirato al quarto capitolo della saga; l’ho comprato e le prime impressioni non sono delle migliori, ma attendetevi una recensione completa per avere i dettagli.

Fallout e’ ad oggi un gioco che solo i veterani, i curiosi e gli appassionati dei GDR possono apprezzare. Lento, dispersivo, rozzo, allontanerebbe i giocatori meno motivati; eppure non posso che consigliare di provarlo, per arricchire la propria conoscienza videoludica e – perche’ no? – divertirsi con un gioco che il suo e’ ancora in grado di dirlo.

 

Fallout, 1997
Voto: 7
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