Ed eccoci arrivati al terzo capitolo di questa collezione il quale, a differenza dei due capitoli precedenti, non è mai arrivato sul suolo europeo.
Questo terzo capitolo di Final Fantasy è sicuramente il più importante perché, la versione NES, non è mai arrivata sul suolo europeo e, di conseguenza, non è mai stato tradotto in italiano, se non a livello amatoriale. I due capitoli precedenti invece arrivarono in Europa, ma soprattutto in America. Final Fantasy 3 arrivò quindi in Italia, con tanto di traduzione ufficiale, grazie al 3D remake; insieme al quarto capitolo, nel 2006 era in versione esclusiva per Nintedo DS.
In questo terzo capitolo ritroviamo quelli che erano alcuni dei temi principali dei due capitoli precedenti, come per esempio i cristalli della luce.
Le vicende narrate raccontano la storia di quattro giovani orfani quattordicenni abitanti del villaggio di Ur che vengono scelti dai cristalli del Regno della Luce per sconfiggere nuovamente l’impero corrotto.
L’importanza di questo Remaster risiede nel fatto di aver subito un gradevole svecchiamento generale e, soprattutto, nel fatto che Square Enix abbia avuto l’accortezza di ribilanciare alcuni boss o dungeon (come ad esempio la Torre di Owen, che personalmente ho trovato particolarmente ostico), che nell’originale Final Fantasy 3 erano al limite del possibile.
La novità principale di questo terzo capitolo è il job system: siccome i 4 eroi sono riconosciuti come tuttofare, ognuno di loro può avere un job diverso. I job non sono altro che delle sottoclassi che il giocatore può scegliere durante la campagna; ovviamente questi job aumentano le statistiche dei 4 personaggi e sbloccano abilità e magie extra mentre si prosegue nel gioco. Tra l’altro, una volta raggiunto il livello 99, ovvero il livello massimo, se si va dal fabbro errante lui garantirà un oggetto speciale ed esclusivo per ogni personaggio.
In conclusione il Pixel Remaster di questo terzo episodio mi è piaciuto molto, soprattutto per i bilanciamenti che Square Enix ha apportato al titolo, nonostante per me rimanga uno dei più difficili tra i primi sei storici capitoli della serie di Final Fantasy.