Sono passati tanti anni da quando iniziarono a inventare l’Heavy Metal, ma i Judas Priest sono ancora oggi un punto di riferimento per tutti.
Il tempo richiede per tutti il suo pesante e implacabile tributo. Rob Halford, Glenn Tipton e Ian Hill, i membri originali e principali compositori dei Judas Priest, sono ormai tutti intorno ai 70 anni, con in più il maledetto morbo di Parkinson che da qualche anno affligge Tipton, rendendogli quasi impossibile suonare dal vivo costantemente. Ma nonostante tutto il leggendario gruppo inglese non molla e dimostra a tutti due cose: primo che la creatività può sopravvivere anche dopo tutti questi anni, secondo che è possibile continuare a fare musica mantenendo il proprio stile senza cedere alle mode e ai richiami del mainstream.
Dal 1974, anno di uscita del primo disco, i Judas Priest, insieme ai Black Sabbath, hanno in pratica inventato l’Heavy Metal nella sua prima vera forma concreta e oggi, ben 44 anni dopo, con questo Firepower continuano a confermarsi tra i leader assoluti del genere.
A partire dalla copertina, Firepower è un altro classicissimo disco dei Judas Priest. Halford riesce a mantenere livelli vocali eccelsi sia in potenza che in intensità, e la parte strumentale non perde un colpo. Davvero incredibile. I brani sono tutti da manuale del metal classico e il disco nel suo complesso non ha momenti veramente deboli. Tra i pezzi più coinvolgenti Lightning Strike e No Surrender: impossibile non farsi trascinare dai loro riff e delle graffianti e grintose linee vocali di Halford. Più cadenzata e particolare Spectre, ma altrettanto convincente, specie nel ritornello. In perfetta chiusura c’è la splendida power ballad Sea Of Red, uno dei momenti più intensi del disco e in generale dell’intera produzione di Priest. Ma vorrei dedicare le ultime righe a quella che secondo me è la gemma del disco. La breve intro di piano Guardians viene supportata dalle crescenti chitarre per sfociare nella strepitosa Rising from Ruins. Un brano difficile da descrivere a parole, che non mostra mai il fianco. Leggeri accordi di chitarra accompagnano le strofe per poi esplodere in un riff roccioso a sostenere l’ottimo refrain. Splendida anche la parte degli assoli nel finale. Un pezzo davvero eccezionale che conferma il continuo e a quanto pare inesauribile (speriamo) valore di una band che, dopo aver gettato le basi di un intero genere musicale e aver ispirato generazioni di musicisti, non sembra avere intenzione di gettare la spugna!
Firepower è un disco che non può mancare nella collezione di chiunque si ritenga un vero appassionato di Metal classico.
Tracklist:
- Firepower – 3:27
- Lightning Strike – 3:29
- Evil Never Dies – 4:23
- Never The Heroes – 4:23
- Necromancer – 3:33
- Children of the Sun – 4:00
- Guardians – 1:06
- Rising from Ruins – 5:23
- Flamethrower – 4:34
- Spectre – 4:25
- Traitors Gate – 5:43
- No Surrender – 2:54
- Lone Wolf – 5:09
- Sea of Red – 5:51
Formazione
Rob Halford – voce
Glenn Tipton – chitarra
Richie Faulkner – chitarra
Ian Hill – basso
Scott Travis – batteria