La Brexit e le falsità dei giornalisti complici dell’establishment

Come hanno dimostrato le recenti elezioni Inglesi, la realtà è spesso completamente diversa da come giornali e tv vogliono raccontarcela.

 

20191218 brexit1

 

Il caso di come si e’ tentato di influenzare l’opinione inglese in merito all’uscita dall’Unione Europea merita un approfondimento. Dal 2016 a oggi, cioe’ dal primo voto degli Inglesi a favore della Brexit, i giornali e le televisioni europee hanno fatto di tutto per demolire il fronte pro-Brexit, descrivendo i suoi rappresentanti politici come degli stolti impreparati e gli elettori come una massa di stupidi. In tutti i telegiornali si sono viste solo le manifestazioni a favore del Remain, e solo le loro motivazioni sono state divulgate. Eppure, nonostante tutto, dopo due anni e mezzo gli elettori inglesi si sono riespressi asfaltando i sostenitori del Remain, premiando invece  la linea dura di Boris Johnson che evidentemente rappresenta la stragrande maggioranza degli inglesi.

Non e’ certo la prima volta che in Europa (e non solo) i media vengono usati in modo fraudolento per supportare una determinata tesi politica; quello che stupisce e’ l’unanimita’ di voci a supporto dell’UE, di come non si trovi traccia di un contraddittorio ma solo di accuse frontali, a dipingere il “buono” e il “cattivo”.
In Italia una situazione analoga l’abbiamo avuta prima coi 5 Stelle, definiti con spregio “populisti” (termine che di per se non e’ negativo) e poi con tutti i movimenti contrari alla partecipazione ad una Unione Europea dove gli interessi di pochi gruppi di potere contano di piu’ del bene dei cittadini: i “sovranisti”, messi all’indice come razzisti, retrogradi e ignoranti.

 

20191218 brexit3

 

E tutto questo e’ molto preoccupante: per la prima volta nella storia vediamo come i media vengono usati in blocco per supportare a livello continentale una sola tesi. E’ un fatto storico di importanza fondamentale: tutte le voci sono state riunite sotto un’unico grido, e chi non si adegua viene silenziato o attaccato; e’ l’epoca del Grande Fratello, quell’entita’ di controllo ed imposizione teorizzata da Orwell nel suo pesante ma ficcante 1984, romanzo in grado gia’ nell’immediato dopoguerra di vedere il futuro che sarebbe arrivato.

Non e’ un caso che agli italiani non sia mai stato concesso di esprimere il loro parere sugli invasivi, enormi cambiamenti cui lo Stato Italiano e’ stato sottoposto: la perdita di sovranita’ nazionale in favore di un ente terzo come l’UE non e’ stato chiesto ne’ approvato dagli italiani, ma imposto dai politici dell’epoca, gli stessi che ancora oggi si impegnano a difendere gli interessi economici privati e non quelli dello stato di appartenenza. La fine delle barriere doganali interne, il famoso trattato di Schengen, non e’ stato valutato e scelto dai cittadini: poteva essere rivisto in meglio per prevenire la facile vita di criminali e clandestini. E dulcis in fundo, l’abbracciare l’Euro in vece della Lira prima che una reale politica economica unitaria fosse in piedi e stato sostenuto solo da pochi (i soliti).

 

20191218 brexit5

 

Agli italiani non e’ mai stato concesso di votare, di scegliere: imbottiti di fandonie dai giornali e dalle televisioni, non hanno avuto la fortuna di altri popoli, come quelli dei paesi scandinavi, dove i danni sono stati limitati (i paesi con economie solide come quella Svedese e quella Norvegese non hanno mai pensato ad abdicare all’uso della loro moneta).

Ma lo stesso approccio viene usato per rappresentare realta’ inventate, come quando si narra di manifestazioni di sinistra dove si inquadrano solo i primi del corteo, e dal basso, a non far vedere quanti pochi siano i partecipanti. O dove certe notizie vengono modificate o totalmente omesse, sempre a favore dei soliti noti.

Perche’ si e’ parlato dei Gilet Gialli francesi solo per un breve periodo? E perche’ sempre in Francia le manifestazioni contro la riforma delle pensioni passano cosi’ sotto traccia, contando che si e’ arrivati a interrompere l’erogazione di energia elettrica in intere citta’ per protesta? E che fine hanno fatto le proteste ad Hong Kong, sparite dai radar dei telegiornali ora che il nostro governo ha stretto accordi economici con la Cina? E cosa dire delle proteste popolari in Sud America ed in India, o ancora la campagna a senso unico contro Trump, che nonostante i suoi modi di fare ha portato l’economia statunitense a marciare come mai nella storia recente?

 

20191218 brexit2

 

Dei media non ci si puoi’ e non ci si deve fidare. Occorre sempre ascoltare diverse campane, valutare e ponderare. E quando tutti dicono la stessa cosa, e qualcosa non ci torna, probabilmente c’e’ qualcosa di sporco sotto; se dopo il voto britannico del 2016 a favore dell’uscita dall’UE si scateno’ un bailamme mediatico non e’ certo un caso. Esattamente come quando al governo salirono 5 Stelle e Lega, ed i soliti profetizzarono il disastro finale per l’Italia; o che Trump avrebbe provocato la terza guerra mondiale, quando invece ha disinnescato le tensioni con la Russia create da Obama e pressoche’ neutralizzato la minaccia Nord Coreana.

Il punto e’ che l’establishment ha paura: ha paura di un popolo informato, autonomo ed in grado di fare le proprie scelte. Con l’avvento di internet e dei social media il controllo dell’informazione e’ diventato per i vecchi padroni vitale, ed e’ per questo che tutto quello che gli si oppone viene stigmatizzato con ogni possibile epiteto, dal fascista al razzista, fino a censurare la libera espressione in rete.

Svegliamoci, e resistiamo.

 

20191218 brexit4

Per condividere questo articolo: