Laputa – Il Castello nel Cielo: la recensione

Come in ogni opera dello Studio Ghibli, Laputa unisce una solida storia ad un messaggio di amore per la natura; non si puo’ non rimanere incantati.

 

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La storia narrata da Hayao Miyazaki inizia subito nel pieno dell’azione: abbiamo a che fare con una giovane ragazza inseguita da un gruppo di malviventi e dall’esercito, entrambi in cerca di qualcosa ignoto alla stessa ragazza, la quale che viene nascosta da un coetaneo nella sua povera casa di minatore. Quando gli eventi precipiteranno, i due inizieranno un incredibile viaggio che li portera’ in luoghi inesplorati e dalle mille meraviglie.

 

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Se l’immagine qui sopra e la trama appena letta vi ricordano Conan il Ragazzo del Futuro, sappiate che non vi state sbagliando di molto: Hayao Miyazaki e’ autore di entrambi i lavori e le assonanze sono molteplici. Il canovaccio e’ molto simile, in effetti, ma qui il messaggio a favore della preservazione della natura e’ ancora piu’ forte di quanto si percepisse gia’ nella serie animata. Ci sono passaggi in cui ci si commuove di fronte a certe situazioni, e spesso i colpi di scena sono pugni allo stomaco a cui non vorremmo assistere.
Nonostante il film sia incentrato su scene d’azione – specialmente nella prima parte – c’e’ ampio spazio per momenti di riflessione e dolcezza; il marchio di Miyazaki.

 

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Il tratto e’ decisamente evoulto dai tempi di Conan, sebbene le forti similitudini siano tuttora visibili. C’e’ molta piu’ attenzione al dettaglio, ad una certa differenziazione dei visi; rimane di alto livello la realizzazione delle tecnologie steampunk tipiche dei lavori dello studio Ghibli. E qui ci avviciniamo al messaggio lanciato da Miyazaki: evitare che la tecnologia distrugga la natura; una visione visionaria nei primi anni ottanta, di estrema attualita’ oggi. Miyazaki non era solo avanti coi tempi, ma sapeva toccare le corde delle persone piu’ sensibili avvolgendo il suo racconto di un’aura romanticamente poetica. Qualcosa difficilmente riscontrabile in altre produzioni, se non quelle direttamente influenzate dai suoi lavori (vedi Final Fantasy VII, un videogioco capolavoro pieno di punti di contatto con il pensiero di Miyazaki).

 

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In questo senso deve essere letto il rapporto fra i due protagonisti, di sincera amicizia e pieno di sentimenti nobili. Al loro fianco, od opposti a loro, si schiereranno via via altri personaggi, anche i piu’ improbabili, che aiuteranno Miyazaki a dettagliare la sua personale dicotomia fra bene e male, motivo trainante di tutte le sue opere.

 

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Nonostante le scene d’azione, continue come detto all’inizio del film, il ritmo tende progressivamente a scendere fino a risultare lento; e sebbene si tratti di momenti di collegamento o crescita dei personaggi, purtroppo non si puo’ negare che non ci sia un detrimento nella fruizione dell’opera.
Alcuni passaggi sono poi un po’ troppo fantasiosi, sempre sull’onda dello spirito di Miyazaki; ma fa parte del pacchetto, e tutto sommato sono difetti di minor conto.

 

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Laputa – Il Castello nel Cielo e’ indubbiamente un validissimo progetto, realizzato con maestria ed intelligenza. Dovrebbe far parte del bagaglio cinematografico di ogni adolescente e, perche’ no, anche degli adulti.

 

Laputa – Il Castello nel Cielo, 1986
Voto: 8
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