Fantasmi da Marte: la recensione

Perplessità da Marte? C’è poco da dire: la trama è abbastanza piatta; i personaggi sono ricalcati su mille altri personaggi visti in altri mille film.

 

Sono un fan di John Carpenter, senza mezzi termini: lo adoro dai tempi di Dark Star, il suo primo film (ambientato in un’astronave). L’ho conosciuto così e ho sbavato per La Cosa ed Essi Vivono. Ogni volta che esce un suo film faccio una festicciola per pochi intimi, a base di horror e chinotto sgasato. Insomma, uno sballo.

La sua ultima produzione, però, mi ha lasciato interdetto. Fantasmi Da Marte è la storia di un gruppo di poliziotti che devono trasferire un detenuto da una stazione penale di una piccola miniera del pianeta rosso ad un carcere di massima sicurezza; i problemi iniziano appena i cinque arrivano al centro abitato… o meglio disabitato: non vi è traccia dei coloni, fino a che, setacciando le abitazioni, cominciano a rinvenire resti umani.

A quel punto pian piano ci verrà svelato il segreto: dei “fantasmi” che difendono il pianeta da ogni invasore, umani compresi, entrando nei loro corpi ed impossessandosi delle loro menti spargendo morte e terrore. Starà ai pochi sopravvissuti, guidati dai poliziotti, guadagnarsi la via di fuga fino al primo avamposto.

 

 

Come dicevo, Fantasmi da Marte non mi ha convinto. John Carpenter stavolta non ha usato, contrariamente al solito, gli effetti speciali tipici delle sue pellicole; e anche la storia non è niente di eccezionale. Non c’è mai un vero coinvolgimento, non c’è mai un momento topico, e gli unici istanti di vera adrenalina sono i pochi scontri all’esterno fra gli umani e gli alieni (ripeto, uomini posseduti), dove si combatte all’arma bianca (anche se i poliziotti hanno i mitra: perché non sparare nel mucchio?). Gli alieni stessi incutono tutt’altro che timore, e avanzano a ondate anche se teoricamente sembrerebbero andare al massacro… Insomma, la sceneggiatura stavolta ha delle pecche che non passano inosservate.

Come film di fantascienza non ha assolutamente nulla di particolare (in fondo di fantascientifico ha solo la locazione, Marte), tanto che in molti lo hanno paragonato ai film western. Io non ne capisco niente di western, ne avrò visti giusto un paio per onor di firma, e non mi fanno impazzire… Allora forse questo paragone potrebbe essere corretto!

 

 

I personaggi sono abbastanza stereotipati, e non hanno un granché di spessore; su tutti spiccano (ovviamente) la bellissima Natasha Henstridge e (ma neanche troppo) il malvivente Ice Cube. I due ricoprono ruoli contrapposti, sono cane e gatto, ma sono bene assortiti, anche se mancano di raziocinio in alcune azioni, sono troppo “facili” nelle loro interpretazioni. Poi, ma questo è un mio vezzo del tutto privato, sono contento della presenza di Clea DuVall, la biondina di Ragazze Interrotte (la ricordate, con quei capelli a caschetto?) che anche se non sarà la nuova stella di Hollywood a me piace tanto, forse perché ricopre sempre ruoli dove se la deve cavare nonostante la sua fragilità.

Tornando al film, mi è sembrato di vedere un paio di “ruberie” (o citazioni?) da Resident Evil e da Dal Tramonto All’Alba… ma forse sbaglio. Tirando le somme, c’è poco da dire: la trama è abbastanza piatta, non “acchiappa” mai; i personaggi sono ricalcati su mille altri personaggi visti in altri mille film, ma tutto sommato questa pellicola non è del tutto da buttare. Può essere vista, senza pretendere troppo, magari una o due volte nella vita. E poi essere lasciata nel dimenticatoio.

Un colpo a salve può capitare a tutti. Dai John, torna a farci sognare.

 

Fantasmi da Marte, 2001
Voto: 5
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