Le storture del caso Diciotti

I colpi bassi su cui e’ stata intavolata la partita politica sul caso Diciotti rendono il panorama politico italiano, se possible, ancora piu’ imbarazzante e pericoloso per la liberta’.

 

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Sicuramente ricorderete da cosa tutto il clamore di questi giorni sia originato; ad Agosto dello scorso anno, la nave della Guardia Costiera Diciotti raccoglie al largo di Malta 190 immigrati clandestini diretti in Italia. Arrivata in porto a Catania, riceve dal Ministero dell’Interno l’ordine di non farli sbarcare. Inizia un tira e molla dove Salvini, titolare del dicastero, rivendica la linea di condotta discussa in sede di contratto di governo, mentre Conte e Di Maio, messi in difficolta’ dalla frangia piu’ di sinistra del Movimento 5 Stelle ed intimoriti dalle possibili ripercussioni sull’opinione pubblica, spingono per lo sbarco – al pari del PD; sbarco che avverra’ 6 giorni dopo, incrinando il rapporto fra Lega e M5S. Contestualmente, il Pubblico Ministero di Agrigento, Luigi Patronaggio, indaga Salvini per sequestro di persona.

Saltiamo in avanti di quasi 6 mesi, arrivando ad oggi. La richiesta per mettere sotto processo Salvini e’ giunta nelle aulee del Parlamento, ed il pandemonio che si sta scatenando ha motivazioni ben precise e cause da sottolineare. Sono molti gli elementi da tenere in considerazione nell’analisi di questa vicenda; vediamoli uno per uno.

 

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Partiamo dall’apertura dell’indagine; al di la’ dell’opportunita’, di cui parlero’ a breve, c’e’ da chiedersi perche’ sia il PM di Agrigento, e non quello di Catania, ad occuparsi del caso (se di caso si tratta). E’ una informazione che nessuno ha mai chiarito, e a cui non so dare risposta (anzi, se qualcuno lo sapesse me lo facesse sapere). Cio’ che invece si sa di Patronaggio e’ che apparentemente avrebbe una posizione favorevole all’arrivo di immigrati clandestini, almeno in base alle sue dichiarazioni alla stampa all’epoca. Da notare come curiosamente proprio in questi giorni e’ previsto l’arrivo di volontari alla Procura di Agrigento per svolgere tutta una serie di mansioni gestionali ed amministrative; volontari che altro non sono se non immigrati clandestini presi dai centri di accoglienza. Una divertente coincidenza.

Parlavamo dell’opportunita’ di aprire un’indagine sulla vicenda. Quello che posso affermare con certezza e’ che questa iniziativa e’ totalmente pretestuosa; la presa di posizione di Salvini di chiudere i porti e di mantenere la linea dura contro gli sbarchi non autorizzati in Italia e’ stata immediatamente messa sotto attacco dal PD, dalla claque di sinistra e da chi in Europa vede la possibilita’ di abbassare il costo della mano d’opera a discapito della tenuta del tessuto sociale. Si tratta di una scelta politica, un cambio di rotta del governo italiano che puo’ non piacere ma tale rimane: una decisione politica; non certo un reato. E su questo punto tornero’ piu’ avanti.

 

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Fatto sta che il PD ha steso una trappola meravigliosa in cui far cadere il M5S: avallare l’autorizzazione a procedere nelle indagini e far cadere il governo o supportare l’alleato sconfessando la propria sbandierata integrita’ da duri e puri? La soluzione scelta dal M5S, quella di affidarsi al voto online, mostra i limiti del movimento.

C’e’ innanzitutto la naturale diffidenza verso strumenti decisionali affidati ad una grande massa di persone, per due motivi. Il primo e’ che nella realta’ dei fatti non e’ vero che “uno vale uno”; a prescindere dal M5S. Se il suffragio universale sta traghettando i paesi occidentali al disfacimento della societa’ politica e della cultura e’ perche’ si concede lo stesso peso a chi e’ preparato e si e’ studiato un argomento e a chi non ha un briciolo di cervello e non e’ in grado di fare ragionamenti o collegamenti logici (al di la’ delle personali opinioni, quelle sono giustamente intoccabili). Tanto per dire, questa storia dell'”uno vale uno” ha portato il M5S a candidare sindaco a Milano una massaia che non ha mai lavorato un solo giorno in vita sua, tanto da dover far intervenire i vertici per riportare un minimo di decenza nelle candidature locali.
Il secondo motivo e’ che una piattaforma di voto online come quella utilizzata dai Cinque Stelle non ha alcuna reale certificazione di indipendenza e neutralita’. Sicuramente tutte le operazioni di voto sono state pulite e non c’e’ stato alcun tipo di manipolazione, pero’ in questi casi il dubbio resta sempre. L’esito e’ clamorosamente comodo al M5S: un 60%-40% espresso dalla base che vuol dire “si Matteo, ti difendiamo, una parte di noi la pensa anche alla stessa maniera, ma occhio a non tirare la corda perche’ molti di noi non sono d’accordo”. Una percentuale casualmente perfetta per mandare un messaggio del genere.

Resta il fatto che, al contrario degli altri partiti italiani, i cui esponenti (e simpatizzanti) tanto hanno criticato l’esiguo numero di votanti (circa 20000) che hanno deciso la posizione politica del M5S, i Cinque Stelle aprono a loro modo al confronto interno. Insomma sono criticati per avere un base poco numerosa che vota attivamente proprio da quei partiti che non mettono in piedi alcuna forma di rappresentazione e di ascolto delle loro basi di votanti, e anzi non ci pensano proprio, spaventati da cosa potrebbero dire i loro rappresentanti meno controllati. Davvero ridicolo, non trovate?

 

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Il M5S peraltro non e’ nuovo a situazioni da paradosso in cui si caccia da solo. Chiunque seguisse l’evoluzione del movimento, anche da fuori, aveva ben chiaro che prima o poi queste rigidita’ sarebbero dovute essere sconfessate (si vedano il limite dei due mandati, la gia’ citata storiella dell'”uno vale uno” o il modo in cui e’ stata gestita la vicenda Raggi). La cosa ridicola e’ che per quanto questi legacci fossero evidenti ed ingestiblili, nessuna di queste situazioni (e dogmi) e’ mai stata affrontata per tempo o anche semplicemente rimossa sul nascere. A causa della sua elefantiaca e talvolta fanatica struttura interna, il M5S e’ incapace di lavorare pragmaticamente su questi aspetti; e questo sta costando caro in termine di consensi.

Resta ancora un punto da analizzare, probabilmente il piu’ importante. Di tutto questo caos avevamo veramente bisogno? Ma soprattutto, e’ legittimo? Quello di cui e’ accusato Salvini ha almeno qualche punto di contatto col concetto di reato?

 

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Salvini ha applicato le leggi dello Stato, quelle che difendono i confini nazionali e che prevedono misure ben precise verso chi entra clandestinamente in Italia. Ha tenuto il punto nei confronti di una Europa ostile ed un PD pronto a qualsiasi cosa pur di far saltare il tavolo; e per far tornare la legalita’ in questo paese, con le pessime, indegne brutte abitudini insegnate dalla sinistra dove ognuno si deve sentir libero di fare il cazzo che gli pare, a volte le maniere forti (e legali) sono necessarie. Questo e’ successo: e’ stata applicata la legge. E proprio per questo motivo il M5S avrebbe dovuto mostrare le palle e supportare pienamente l’alleato di governo fin dal primo minuto; la scelta di andare al sondaggio online e’ stata una dimostrazione di debolezza interna.

La realta’ e’ che la sinistra ha tentato di mettere a processo una decisione politica, come accennavamo sopra, un fatto gravissimo che ricorda le dittature, proprio quelle contro cui le belle faccette del PD si scagliano quotidianamente.
In passato le autorizzazioni a procedere sono state richieste (e purtroppo solo talvolta concesse) in caso di reati legati a corruzione, legami con mafia o ambienti criminali. Il tentativo di incriminare Salvini per un presunto sequestro di persona e’ un pericolosissimo precedente per la liberta’ d’opinione in Italia; il tentativo di arrestare chi la pensa in modo diverso e che manifesta liberamente le proprie idee. La sinistra che tanto urla al fascismo e’ la stessa sinistra che tenta di zittire gli oppositori in ogni modo (ve lo ricordate il Poliziotto che perse il lavoro a Novembre 2017 per aver ripreso col telefonino un immigrato in bicicletta in autostrada, chiamandolo “risorsa della Boldrini”?); e’ la stessa sinistra che usa senza scrupoli pesi e misure drammaticamente diverse in base a cio’ che le fa piu’ comodo.

Questa storia nasconde l’ennesimo tentativo di uccidere la libera’ d’opinione in Italia; e mi fa specie che questo aspetto sia rimasto cosi’ sottotraccia. Salvini ha preso una decisione nell’esercizio delle sue funzioni, portando avanti quanto previsto dal suo programma elettorale e quanto voluto da una larga fetta di italiani; e questo e’ il perfetto modus operandi di un rappresentante di uno stato democratico e civile. Ma forse questi signori di sinistra che tanto si riempiono la bocca di belle parole, di cosa sia uno stato democratico e civile non ne hanno assolutamente idea.

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