Monty Python E Il Sacro Graal: la recensione

Il capolavoro dei Monty Python è un mix irresistibile di umorismo, satira politica e follia pura: imperdibile per gli amanti del genere demenziale.

 

 

Articolo pubblicato per la prima volta il 01/01/2001

Come si fa a racchiudere in soli 90 minuti intelligente umorismo, satira politica, critica storica e totale follia allo stato puro? I Monty Python avevano trovato la ricetta giusta. Questo storico gruppo di comici inglesi, che negli anni ’70 e ’80 imperversava nei teatri e sulla TV d’oltremanica, riusciva, con un modo di fare tutto suo, a presentare la cruda realtà delle cose in un modo talmente ironico e folle da non poter rimanere impassibili.

Noti soprattutto per film come Brian Di Nazareth e Il Senso Della Vita, Monty Python E Il Sacro Graal fu il loro primo vero lungometraggio. Uscito nelle sale inglesi nel 1975, in Italia è veramente poco conosciuto, sebbene secondo me sia forse il miglior film demenziale mai girato.
È la storia, in realtà molto succinta e completamente folle, di come Re Artù radunò i cavalieri della Tavola Rotonda e di come Dio gli impose la ricerca del fantomatico Sacro Graal. Ed ecco che vediamo come Artù, col suo fido Patsy, al galoppo di una noce di cocco gira “l’inghiera Intilterra” per trovare Bedevere, giudice onesto ma stupido, Galahad il puro (che poi tanto puro non è), Lancillotto il coraggioso (e qui ce ne sarebbe da dire sul suo rapporto con le donne) e Robin, pauroso e coniglio anche nelle situazioni più facili. Nonostante gli scontri con i Cavalieri del Tiè (che vogliono, come pedaggio, un po’ di verde, che di questi tempi è difficilissimo), con gli Austroungarici (che parlano con un “fetuso accento”), omicidi ed indagini poliziesche (sì sì, proprio Scotland Yard) i nostri eroi arriveranno allo scontro finale, quando…

 

 

No, non vi racconto niente, questo film va gustato dal primo minuto (titoli di testa compresi) alla fine. La prima volta che l’ho visto sono rimasto interdetto, e per i successivi tre giorni sono andato in giro citando solo le battute del film (cosa che faccio anche oggi, tra l’altro). D’altronde non dobbiamo scordare che questo è il film che ha consegnato alla storia battute e scene che sono passate alla storia: su tutte, il Coniglio di Troia, “ci vaccano”, i “pezzetti di piombo”. E chi può capire, beato lui.

C’è poi da notare che in lingua originale il film era tutto in dialetto inglese. Il doppiaggio italiano ha quindi optato per usare i nostri dialetti, aggiungendo assurdo ad assurdo (ma ve immaginate un Re Artù che parla toscano?). Ovviamente alcune delle battute originali sono purtroppo scomparse (non avrebbero avuto senso nella lingua di Dante), ma sono state sostituite con altre nel pieno spirito dei Monty Python, dando al film un senso di totale immersività nel delirio. Da citare che alcuni personaggi famosi hanno prestato le loro voci nel doppiaggio: da Pippo Franco al colonnello Bernacca (ve lo ricordate?), da Pino Caruso a Oreste Lionello… solo per nominarne alcuni.

 

 

Cosa posso dire di questo film? Che è stato il primo, resterà il migliore (chi capisce, mi faccia un applauso). Vorrei essere stato un inglese in quegli anni per averlo potuto vedere in lingua originale, così come gli innumerevoli sketch che i Monty Python hanno prodotto negli anni ’70. Questo film riprende in pieno l’irriverenza e l’esplicitezza del gruppo inglese, che metteva a nudo ogni incongurenza della società senza peli sulla lingua.

Quanto mi mancano.

 

Monty Python E Il Sacro Graal, 1975
Voto: 9.5
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