Dogma è un film che si ama e si odia allo stesso tempo: parecchio divertente e al contempo femminista da fare schifo.
C’è stato un periodo in cui Dogma era tra i miei film preferiti. Avevo da poco visto Clerks, il film d’esordio del regista Kevin Smith, e mi ero innamorato della sua irriverenza e del suo modo diretto di far parlare i suoi personaggi, senza creare delle caricature ma creando persone normali (facendo eccezione per i fantastici Jay e Silent Bob).
Dogma è un film particolare. Intanto, spara a zero sulle ipocrisie della chiesa, specialmente quella cattolica; lo fa senza lasciar trapelare troppo un intento ideologico, ma semplicemente basandosi sui fatti concreti del nostro tempo e sulle fondamenta storiche della religione. Poi mette in mezzo delle trovate geniali e divertentissime, ma sicuramente volgari e talvolta di dubbio gusto. Infine, è costantemente critico della figura maschile incensando al contrario la donna in ogni suo aspetto, raggiungendo quasi i livelli di guardia delle femministe più becere.
Ed è per questo che Dogma è un film dalla doppia anima e difficile da valutare.
La storia è veramente fuori dal comune, e non la voglio minimamente svelare. Sappiate solo che ci sono delle intuizioni pazzesche, collegate le une alle altre in un continuo di situazioni che stupiscono e che strappano risate e ragionamento allo stesso tempo. Il film è fluidissimo e le due ore di proiezione scorrono via che è un piacere; fra battute, momenti grotteschi e dialoghi sui generis, Dogma non può non catturare lo spettatore… che lo si ami o lo si odi.
La regia è sicuramente ottima. Facendo uso di qualche effetto speciale in determinati momenti, ma sfruttando per la massima parte gli strumenti classici della regia, Kevin Smith confeziona un racconto ben scritto e ben raccontato.
Al suo fianco, un cast di prim’ordine arricchisce il film con recitazioni di altissimo livello: da Linda Fiorentino (Fuori Orario, L’Infiltrato, Men In Black) a Chris Rock (Il Principe Delle Donne, Zohan), da Alan Rickman (Trappola Di Cristallo, Carabina Quigley, Robin Hood – Il Principe Dei Ladri, Galaxy Quest e una marea di Harry Potter) a Jason Lee (Almost Famous – Quasi Famosi, Vanilla Sky, L’Acchiappasogni), da Salma Hayek (Desperado, The Faculty, Wild Wild West, C’era Una Volta In Messico) a Jason Mewes, attore feticcio di Kevin Smith (anche lui presente davanti alla cinepresa), da Alanis Morissette alla coppia che avrebbe per anni imperversato sui nostri schermi, quei Matt Damon e Ben Affleck pazzeschi praticamente in ognuno dei loro film (rispettivamente The Rainmaker – L’Uomo Della Pioggia, Will Hunting, Salvate Il Soldato Ryan, Il Talento Di Mr.Ripley, i vari Ocean’s e i Bourne, Confessioni Di Una Mente Pericolosa, The Departed, Green Zone, Hereafter, Contagion, Promised Land, Elysium, The Zero Theorem, Interstellar, Sopravvissuto – The Martian, Thor: Ragnarok, Deadpool 2, Le Mans ’66 e Will Hunting, Armageddon, 1Km Da Wall Street, Pearl Harbor, Ipotesi Di Reato, Al Vertice Della Tensione, The Company Men, Argo, Batman vs Superman, The Accountant, Justice Legaue).
Con tutte queste premesse, il film non può che essere eccezionale, fatto salvo quel fastidioso, costante, penetrante rimando a quanto facciano schifo i maschi e quanto siano fantastiche le donne. Ed ecco perché Dogma non è più fra i miei film preferiti; perché nasconde un attacco a senso unico contro la figura maschile. Ma occorre anche considerare che Dogma è un film di oltre venti anni fa, quando questi movimenti estremisti ed intolleranti erano dormienti; Kevin Smith voleva dire la sua in un periodo in cui tutto sommato dire qualcosa di diverso non costituiva reato d’opinione (qualunque fosse l’opinione).
Se Dogma fosse un film uscito lo scorso anno la mia valutazione sarebbe completamente diversa; ma essendo figlio del suo tempo (un tempo tutto sommato innocuo e privo di quei conflitti a cui ci hanno portato buonismo e cancel culture), Dogma merita di essere ricordato come un bel film, divertente ancora oggi.