Chiudiamo la nostra analisi sui protagonisti della MotoGP 2020 parlando dei veri protagonisti del circus iridato: i piloti.
I piloti
Con la mancanza di Marc Marquez il campionato si è livellato incredibilmente, dimostrando che forse i campionati più appassionanti non sono sempre quelli dove il tasso tecnico è estremo.
Di Dovizioso parleremo approfonditamente poi, in uno speciale a parte. Quello che si può anticipare è che il pilota romagnolo è in piena involuzione. Dopo i tre secondi posti mondiali consecutivi (ma solo uno ottenuto combattendo per il titolo) qualcosa ha smesso di girare; questo doveva assolutamente essere l’anno della vittoria iridata, e il quarto posto finale va oltre la delusione. Il prossimo anno Dovizioso vedrà le gare da bordo pista… un vero spreco. Con lui se ne va un pezzo di MotoGP e l’unico pilota in grado, finora, di impensierire Marc Marquez.
Insieme a lui lascia la MotoGP anche Carl Crutchlow. L’inglese ha sempre denotato tenacità, ma anche inaffidabilità e una costante tendenza a cadere. Fosse stato più concreto probabilmente si sarebbe portato a casa ben più che qualche podio. Il suo sarà tutt’altro che un vuoto incolmabile.
Il vuoto di potere ha lasciato spazio ad una nuova generazione di giovani rampanti. Quartararo ha stupito per la sua capacità immediata di stare davanti, anche se ha peccato di costanza. Morbidelli, dopo gli stenti di inizio stagione ha invertito il trend arrivando a giocarsi il titolo fino alla penultima gara. Rins ha confermato di essere velocissimo, ma non costante come il compagno di gara Mir, che, ricordiamolo, ha vinto il mondiale portandosi a casa un solo gran premio dei 15 disputati.
Sono quattro ragazzi arrivati da pochissimo in MotoGP, e sono sicuramente i nomi che resteranno in alto nelle classifiche negli anni a venire. Sembra di rivivere quella infornata che portò praticamente contemporaneamente in MotoGP Stoner, Pedtrosa e Lorenzo che insieme interruppero il dominio di Valentino Rossi. Ad ogni modo lo scalino con Marquez è ancora ampio; nessuno di loro sembra infatti in grado di opporre una resistenza valida al pilota Honda.
Tutti gli altri nomi possono fare colore, ma null’altro: Vinales ha deluso per l’ennesima volta; Rossi è sulla via del tramonto ormai da anni; Miller, Binder e Pol Espargaro non hanno certo impressionato pur ottenendo buoni risultati personali. Il resto dello schieramento fa numero.
E’ stato comunque un campionato interessante e dalle mille incertezze. Ci ha regalato momenti terrificanti, anche se altamente spettacolari, come l’incidenze causato da Zarco in cui Morbidelli, Rossi e Vinales hanno rischiato la vita; ha portato alla ribalta nomi nuovi, che dovranno però confermare il livello del loro talento il prossimo anno, con moto nuove, con budget diversi ed una incertezza generale legata al Covid che ancora pervade l’ambiente. Resta il fatto che il campionato è stato giocato fino all’ultimo non per bravura dei piloti, ma per le continue loro incertezze e mancanza di costanza. Come dicevamo Mir si è portato a casa il titolo vincendo una sola gara; Morbidelli è arrivato secondo pur risultando assente nella prima parte di stagione; Rins, terzo, non ha quasi mai combattuto per il podio, e Dovizioso ha vivacchiato spesso nella seconda parte del gruppo di testa. Quartararo poi è sparito dopo un buon inizio di stagione.
Chiudiamo parlando del grande assente, il cui fantasma è stato presente però in ogni momento della stagione. La sorte ha battuto cassa, chiedendo con gli interessi quanto maturato in seguito alle rocambolesche manovre in pista dello spagnolo; l’intervento chirurgico maldestramente anticipato ed i conseguenti problemi fisici ne hanno precluso il rientro, ma anche per la prossima stagione la situazione è dubbia. Fatto sta che, visto l’esito del campionato, Marc Marquez sembra essere l’unico talento soprannaturale della MotoGP di oggi; un pò come Rossi ai tempi di Gibernau e Melandri, Marquez è probabilmente avviato a vincere numerosi altri campionati anche per mancanza di avversari all’altezza. Sempre che rientri integro e con la stessa cattiveria.