Sono uscite di scena le prime donne e si è tornato a parlare solo di moto, curve, gomme e velocità. Finalmente!
Nelle stagioni 2021 e 2022 la MotoGP ha ritrovato un equilibrio perso da tempo. Chi ricorderà le battaglie ai tempi di Schwantz, Rainey, Doohan e Spencer, non potrà non ammettere che al di là delle acerrime battaglie in pista, una volta tolto il casco vigesse il rispetto massimo dell’avversario. Negli ultimi anni invece la MotoGP ha vissuto un periodo di continui contrasti, attacchi personali, litigi e ripicche; e sebbene la colpa non ricada su una sola testa, è innegabile che la causa principale abbia un nome ben definito.
C’è poco da girarci intorno: Valentino Rossi è stato un personaggio che ha fatto il bene e il male del motociclismo sportivo moderno. Intorno a lui ed ai suoi successi si sono polarizzate tifoserie pro e contro, incapaci di valutare i gesti tecnici ma solo di amare od odiare; e sono stati parecchi i piloti di vertice che hanno scelto la stessa strada, o che hanno abboccato alle sue trappole, e che hanno spostato l’attenzione degli appassionati dalla pista alle parole. Biaggi, Lorenzo e Marquez sono i primi nomi che vengono in mente, ma non sono i soli; e questi atteggiamenti hanno avvelenato un ambiente che oggi, grazie al rinnovo generazionale, dimostra quanto bello possa essere un campionato tanto combattuto quanto pulito in pista e fuori.
Quartararo, Mir, Espargaro, Bagnaia, Zarco e compagnia non alzano la voce; sono attenti alle loro prestazioni e quando sono in difficoltà non puntano ad infastidire gli avversari quanto a lavorare su se stessi e sulle proprie moto per migliorare… esattamente quello che vuole l’eticità dello sport.
Vedere le gare è tornato ad essere una gioia. Nuovamente contano solo le prestazioni sul tempo e sulla distanza, la gestione delle gomme, trovare qualche cavallo in più. Ed è bellissimo vedere i piloti vivere in un clima disteso e di rispetto, chiedere subito scusa andando nel box del pilota che hanno steso sbagliando una staccata (cosa prima più unica che rara), congratularsi sinceramente in pista subito dopo l’arrivo col pilota che li ha battuti; ed è bellissimo vedere dei ragazzi seri, professionali e sorridenti che se le danno di santa ragione senza scorrettezze.
Magari questo non farà piacere ai tifosi da stadio, a chi non riesce ad apprezzare lo sport senza dover per forza parteggiare esclusivamente per il proprio idolo, a chi spera che lo sport sia solo fonte di gossip. Ma quello non è sport: è spettacolo; e chi vi scrive ama lo sport, quello vero.
Godiamoci la nuova generazione di piloti, almeno finché dura; questo è un campionato combattuto e, sebbene sembri ormai indirizzato verso il bis di Quartararo, è tutt’altro che chiuso. Ci attende la seconda fase di stagione, che si preannuncia ricca di emozioni e di sorprese.