Starship Troopers: la recensione

Un film culto per più di una generazione: Starship Troopers è uno di quei fumettoni pieni di azione, proiettili e sangue!

 

 

Quando Starship Troopers uscì nelle sale, avevo appena finito il mio anno di leva. Era stato un anno positivo: avevo imparato tante cose, sia prettamente militari, che non avrei più messo in pratica, che tecniche, che mi sarei poi ritrovato nella vita; e poi a rapportarmi coi superiori, a sviluppare il senso di responsabilità, a prendere decisioni tempestive e critiche per me e per altri.
Avevo terminato il mio periodo di servizio, felice di aver donato il mio tempo e le mie energie alla patria, ed un po’ triste di dover interrompere qualcosa di utile e che stavo facendo bene, a detta dei miei superiori.
Due giorni esatti dopo il mio congedo, uscivo dalla sala cinematografica con la voglia immensa di rientrare in caserma e non uscirne più.

 

 

Starship Troopers ha il grandissimo pregio di essere di un film d’azione senza alcuna pretesa di voler vincere qualche Oscar, ma soprattutto di riuscire ad esaltare le virtù della vita militare e di certe sensazioni che solo i commilitoni possono capire senza scadere nella retorica priva di credibilità; anzi non mancando di riservare un paio di stoccate ben dirette alle pompose frasi tipiche di una gerarchia militare di un’altra epoca (e di certi politici attuali).

Ambientato in un futuro in cui l’umanità viaggia nello spazio e colonizza pianeti, Starship Troopers vede i nostri eroi vestire i panni dei fanti utilizzati come carne da cannone, che dopo il durissimo addestramento iniziale vengono mandati a combattere in massa contro gli aracnidi, per portare il verbo dell’umana sapienza nello spazio.
Un po’ come la fanteria russa nella seconda guerra mondiale, qui le truppe umane vengono mandate in massa contro nemici corazzatissimi e che li fanno letteralmente a pezzi. Insomma sangue, proiettili, dolore ed eroismo!

 

 

L’ambientazione futuristica è eccezionalmente realizzata. Le astronavi sono gigantesche, ben definite e le scene di massa anche nello spazio regalano un senso di epicità di alto livello. Le scene a terra, poi, con masse di soldati e fiumane di aracnidi che li assaltano sono fuori scala, qualcosa che genera lo stesso tipo di emozione di un assalto zombi ma su scala enormemente più grande e 1000 volte più veloce.

Nonostante il protagonista sia un belloccio da staccargli la testa, non si riesce a non provare empatia e ben presto il trasporto è totale; non mancano i colpi di scena e le situazioni rocambolesche e senza scampo. Il ritmo è sempre alto, grazie alla sapiente regia di Paul Verhoeven, l’omino olandese dietro successi come Soldato D’Orange, L’Amore E Il Sangue, Robocop, Atto Di Forza e Basic Instinct. Insomma, una garanzia.

 

 

Il protagonista è Casper Van Dien, che al di là del suo mascellone non ha moltissime frecce al suo arco; porta a casa la pagnotta ma nulla più (non è un caso se non lo ricordiamo in altri film di rilievo). Altra cagna maledetta è Denise Richards, memorabile per labbroni e tette gonfie ma non certo per la recitazione. Molto meglio i comprimari, a partire da Dina Meyer (Johnny Mnemonic, Dragonheart, i vari Saw oltre che comparsate in numerose serie tv), e Michael Ironside (Scanners, Ricercati: Ufficialmente Morti, Top Gun, Atto Di Forza, Delitto + Castigo A Suburbia e l’immortale serie Visitors).

 

 

Starship Troopers è un film che non piacerà a radical chic, pacifisti e fattoni; non è un caso che a me il film faccia impazzire. Probabilmente una produzione del genere oggi non troverebbe spazio, ed è un peccato vista l’evidente ironia che pervade il film nei confronti della guerra di conquista spacciata per qualcos’altro (a nessuno ricorda il famoso “esportare la democrazia”?).

Nei 130 minuti di proiezione il film non scade mai, e alla fine se ne vorrebbe ancora (come fossero i cannelloni della nonna!). Pezzi di budella, sangue giallo, cervella ed esplosioni. Starship Troopers è un film pazzesco che dal libro originale trae ispirazione esaltandone gli aspetti più caciaroni e tralasciando quasi interamente l’aspetto più ragionato, politico e sociale.
Da vedere assolutamente. Morte all’insetto!!

 

Starship Troopers, 1997
Voto: 9
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