The Bay: la recensione

Quanto puo’ essere brutto un film brutto? The Bay traccia nuovi confini nella definizione di “spreco di pellicola cinematografica”… Anche se oggi si gira tutto in digitale.

 

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Ok, siamo buoni. Iniziamo con la trama (e un po’ di spoiler, che credetemi vi tornera’ utile per NON vedere il film): in una cittadina costiera degli USA, un prolungato sversamento industriale produce delle improvvise mutazioni sulla fauna ittica. Il tutto avviene senza sospetti fino a quando, tutto d’un tratto, la cittadina viene mangiata viva da parassiti che si servono delle tubature dell’acqua per entrare dentro i corpi dei malcapitati.

Fin qui tutto bene, giusto? Abbastanza giusto. Il problema e’ che le note positive finiscono qui; cioe’, l’unica cosa buona del film e’ un cliche logoro sull’inquinamento ambientale. Andiamo bene, andiamo…
Barry Levinson, regista di bei pezzi da 90 come Il Migliore, Good Morning Vietnam e Rain Man, fra gli altri, temo abbia iniziato a drogarsi pesantemente; oppure e’ stato sostituito da un rettiliano mascherato che sta portando di portare a termine un ignoto complotto stellare. No, perche’ qua non si scappa: come puo’ un regista dal provato valore realizzare una cosa ignobile come The Bay? Ok, vediamo di smembrare il film (il termine mi sembra appropriato).

 

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Intanto, il film dovrebbe essere realizzato come un documentario postumo, ma non c’e’ collegamento fra i vari spezzoni che si susseguono. Temporalmente si, vanno in ordine cronologico, ma se il tutto e’ basato sulla testimonianza di una reporter, che c’entrano le storielle di altre persone inseriti senza un vero filo logico e che lasciano il tempo che trovano (quello di venire mangiati)? L’espressivita’ della protagonista principale, Kether Donohue e’ pari a zero, sembra di guardare un tordo addormentato. No, davvero, trasmette simpatia, angoscia, tensione e paura quanto un cavo telefonico rotto. Il resto dei personaggi merita una menzione speciale per la nomination a Chi L’Ha Visto, edizione 2015.

Poi ci sarebbe da capire come, nell’arco di pochissime ore (dai, diciamo giorni), tutta una serie di organismi muti di dimensioni e aggressivita’, e come cacchio faccia un affare lungo 20 centrimetri e largo la meta’ a passare nei rubinetti dell’acqua potabile, o a crescere da dimensioni impercettibili (che non lo senti a berlo) fino a quelle di una mano. No, dai, cazzo, ma che veramente ci prendete per dei coglioni?

Il CDC di Atlanta passa per un branco di idioti, e ci posso anche stare al limite, visto che tanto da quanto passa dall’intera letteratura fantascientifica sembra che sia una struttura totalmente inutile; ma che addirittura a lavorare al CDC siano 10 persone che non fanno mai una pausa o un turno, e che hanno bisogno di parlarsi in videoconferenza quando sono uno di fronte all’altro (avete presente il teletrasporto del presidente Scrocco in Balle Spaziali?), porca trota, non ci sto.

Poi ci sono gli eroi che li vedi lontano un chilometro che “ehi, tu morirai, sappilo” e quelli che vanno nel panico a casaccio (non mancano mai, sembra che la popolazione statunitense sia composta per un 30% da ansiosi che non hanno mai messo il naso fuori di casa).

 

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L’unica cosa accettabile sono gli effetti speciali, i mostriciattoli ogni tanto un salto sulla sedia te lo fanno fare, ma per il resto sembra di vedere un film splatter anni 80. Non c’e’ nemmeno un po’ di patata in bella mostra, cosa che normalmente denoterebbe serieta’ mentre in questo caso aiuterebbe lo spettatore almeno a non morire di inedia.
C’e’ poi il doppiaggio italiano che mamma mia. La tipa che ci portiamo appresso per tutto il film parla come se non stesse accadendo nulla, tranne in quei punti in cui deve rimarcare a forza la sua ansia. Continuo a pensare che ci sono troppi doppiatori e pochi asfaltatori e donne delle pulizie, ultimamente.
Per il resto, il nulla: non c’e’ tensione, non c’e’ atmosfera (se non in alcuni, sporadici passaggi), e’ tutto prevedibile e scontato, il tempo passa a guardare l’orologio per capire fra quanto finira’ questa sofferenza (la nostra che siamo seduti a guardare sto scempio).

Inutile girarci intorno: The Bay e’ semplicemente il film piu’ brutto che abbia mai visto al cinema. Non vi fate ingannare da siti come mymovies dove ci sono tre stelline e probabilmente un po’ di marchette. Questa pellicola e’ proprio una merda.

 

The Bay, 2012
Voto: 1
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