A Quiet Place – Un Posto Tranquillo: la recensione

A Quiet Place è un buon film di fantascienza che raggiunge livelli inusuali per titoli a basso budget: una piacevole sorpresa.

 

 

In questo periodo riesco a ritagliare più tempo da dedicare al il mio genere preferito: quello fanta-horror. Ed è in questa categoria che si colloca A Quiet Place – Un Posto Tranquillo: si tratta di un film più che buono, considerando anche il basso budget ed il cast non di prim’ordine.

Fin dalle primissime battute del film ci troviamo ad osservare una situazione stranissima, in cui un mondo post-apocalittico sembra essere popolato solo da una famiglia che non parla ed utilizza il linguaggio dei sordomuti. La famiglia si aggira per una cittadina deserta e vive in una fattoria isolata, sempre senza parlare ma anche senza far rumore. Ben presto scopriremo perchè: il pericolo si aggira non visto, ed il minimo errore non lascia scampo.

 

 

A Quiet Place unisce un’ottima idea di base con una realizzazione solida e ben strutturata, in grado di conferire al film un livello di credibilità che non vedevo da tempo. Tutto fila e si incastra piuttosto bene e non ci sono buchi di sceneggiatura che saltino agli occhi, a parte quel paio di piccoli momenti fuori luogo che sembrano essere irrinunciabili ai film di questo tipo ma che comunque non intaccano troppo il buon lavoro svolto da John Krasinski. Il regista è autore anche del seguito ed è uno dei protagonisti del film. Sfruttando una esperienza sul set maturata in produzioni come Jarhead, American Life, Qualcosa Di Straordinario, Promised Land e The Office, Krasinski realizza un ottimo lavoro dietro e davanti la macchina da presa; da un lato dettando tempi ed inquadrature azzeccati, dall’altro dando prova di saper interpretare un ruolo non certo facile.

 

 

Gli altri protagonisti sono una discretaEmily Blunt (Il Club Di Jane Austen, La Guerra Di Charlie Wilson, I Guardiani Del Destino, Edge Of Tomorrow, Into The Woods, Il Cacciatore E La Regina Di Ghiaccio, A Quiet Place II), un passabile Noah Lupe (Suburbicon, Le Mans ’66, A Quiet Place II) e la sorpresa Millicent Simmonds (La Stanza Delle Meraviglie, A Quiet Place II), attrice sorda che utilizza il suo handicap come punto di forza per donare al film una credibilità ancora maggiore.
In effetti in A Quiet Place l’espressività dei protagonisti è uno dei punti cardine, visto che le scene di azione non sono moltissime e si limitano quasi esclusivamente alla fase conclusiva del film. Da questo punto di vista mi ha ricordato il recentemente recensito Sopravvissuti – Z For Zachary e come tematica Vanishing On 7th Street.

 

 

A Quiet Place è in grado di catturare l’attenzione dello spettatore, ma nonostante le buone cose forse manca un pizzico di sale per raggiungere il Valhalla della cinematografia (si vede che in questo periodo sono pervaso dalla cultura vichinga?), ma il risultato è comunque più che buono. La visione del film è sicuramente consigliata anche ai non patiti del genere, ed è imminente il rilascio di A Quiet Place 2, che non mancherò di visionare.

 

A Quiet Place – Un Posto Tranquillo, 2018
Voto: 7.5
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