The Mist: la recensione

Poco noto e sottovalutato, The Mist è un film solidissimo e che può tranquillamente essere messo tra i caposaldi di genere.

 

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La mattina dopo una improvvisa tempesta notturna, in un paesino rurale americano suonano le sirene d’allarme. Qualcosa sta succedendo, ma tutte le comunicazioni sono interrotte ed in un attimo le case vengono avvolte da una nebbia tanto misteriosa quanto impenetrabile. Cosa si nasconde all’interno?

The Mist, basato su un racconto di Stephen King, è un film fantascientifico-horror ottimamente riuscito. Il regista Frank Darabont  (Le Ali Della Libertà, Il Miglio Verde, The Majestic) riesce, con il suo ritmo lento ma teso, a raccontare una storia avvincente e piena di tensione; è sostanzialmente grazie a lui, oltre che alla trama di fondo, che il film si rivela per quello che è: un capolavoro assoluto.

 

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I protagonisti, intrappolati in un supermercato (per nulla difendibile come il centro commerciale di Zombi), si trovano a vedersela non solo con il pericolo all’esterno ma anche con un rapido deterioramento dei rapporti sociali all’interno dell’improvvisato ed insicuro rifugio.
C’è il mistero, c’è la morte in agguato, la paura, il risvolto scientifico, il nemico che si annida fra gli amici; c’è anche quel fascino del detto-non detto e visto-non visto che cattura l’attenzione dello spettatore e che non fa mai calare di un istante il livello del film.

 

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Anche in The Mist, come nella maggior parte degli scritti di Stephen King, è presente un dualismo bene-male spesso legato alla religione, e una feroce critica del tutto personale contro l’esercito e contro la società rurale statunitense, spesso stereotipata dallo scrittore e sempre vista con sufficienza. Qui Darabont è bravo a stemperare i toni (molto più forti nel racconto originale) e sfruttare questi contrasti unicamente per dar vita alla tensione ed ai momenti drammatici che sono la chiave del film.

Gli effetti speciali sono piuttosto semplici ma di sicuro effetto, piuttosto realistici e tutto sommato ben realizzati nonostante il basso budget del film. In alcuni casi si nota chiaramente come siano qualcosa di aggiunto e leggermente posticcio, ma tutto sommato è un prezzo che si può pagare considerato lo spessore del film.

 

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Come spesso accade nei film basati sui racconti di Stephen King, il cast non prevede nomi di eccezionale fama, ma qui i protagonisti se la cavano decisamente bene. Viviamo la storia attraverso le azioni di Thomas Jane (L’Acchiappasogni, The Punisher, Mutant Chronicles, USS Indianapolis), autore di una buona prova, ma accanto a lui abbiamo recitazioni di livello da parte del superbo Toby Jones (Ember, Hunger Games, Biancaneve e Il Cacciatore, L’Uomo Che Vide L’Infinito), Marcia Gay Holden (Into The Wild, Un Giorno Questo Dolore Ti Sarà Utile), Jeffrey DeMunn (The Hitcher, Blob Il Fluido Che Uccide, Le Ali Della Libertà, Il Miglio Verde, The Majestic, Burn After Reading), Laurie Holden (The Majestic, I Fantastici 4, Silent Hill), Andre Braugher (City Of Angels, Un Gran Giorno Per Morire, I Fantastici 4 e Silver Surfer) e Frances Sternhagen (Atmosfera Zero, Misery Non Deve Morire). Come si può vedere, in sostanza si tratta di un film corale dove ogni attore contribuisce in modo sostanziale alla buona riuscita del film.

 

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Non esiste una vera colonna sonora, ma la musica di chiusura dei Dead Can Dance, insieme al finale, è quanto di più forte mi sia capitato di vedere ed ascoltare vedendo un film, al pari dello sbarco in Normandia di Salvate Il Soldato Ryan ed il finale di Gran Torino. Una vera mazzata in faccia.

The Mist è un film bellissimo, estremamente sottovalutato, e che andrebbe assolutamente riscoperto. Peccato che Frank Darabont non abbia più diretto film di questo genere in seguito; ne sarebbero sicuramente risultate delle produzioni eccellenti.

 

The Mist, 2007
Voto: 9
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