The Imperfects: la recensione

Non tutte le ciambelle riescono col buco; anche quelle che inizialmente sembrano avere un ottimo sapore potrebbero alla fine risultare pesanti, come The Imperfects.

 

 

Parlare di una serie tv che piace e delude allo stesso tempo non è facile. The Imperfects è proprio come una ciambella bella e buona che però alla lunga provoca acidità di stomaco: la serie prodotta da Netflix infatti si perde per strada nel corso delle puntate, passando da essere qualcosa di geniale ad una serie del tutto trascurabile. Ma nel frattempo, vi farà venir voglia di mangiare ciambelle.

Il preambolo è assolutamente interessante: un gruppo di ragazzi si ritrova in uno studio medico perché, dopo aver assunto dei farmaci sperimentali, si trova a dover gestire degli effetti collaterali estremamente spiacevoli. Quando scoprono che il loro medico è sparito e che gli effetti collaterali sono al tempo stesso un dono e qualcosa di molto pericoloso, si mettono alla ricerca di una soluzione; ma nel frattempo si trovano in un intrigo che sembra più grande di loro.

 

 

The Imperfects parte di slancio, andando addirittura in crescendo: la storia è piuttosto innovativa, prosegue in modo logico e tutto è condito da una buona dose di umorismo, azione e inquietudine. Sembra di vedere una delle migliori serie di supereroi o mutanti mai concepite; eppure, procedendo nella visione questa sensazione viene presto meno, e sul finire della serie la stanchezza prevale e non ci incentiva a vedere le ultime puntate. Ma perché questa involuzione?

The Imperfects è una serie che sembra avere molteplici anime, ma la somma delle parti è inferiore al totale. Le scene d’azione, inizialmente sporadiche, prendono ad un certo punto il sopravvento, ma non sono mai coinvolgenti, dettagliate o elaborate, e tendono a stancare. La parte dedicata alla scoperta del mistero inizia molto bene, ma poi prende una strada che non convince del tutto; se fino ad un certo punto sembra essere presente un elemento horror, in realtà la cosa si smonta dopo poco. Poi si commette l’errore capitale di usare le classiche fantasiose frasi tecniche create ad arte per spiegare scientificamente il come ed il perché degli eventi, ammantando la trama di un profondo senso di posticcio grazie alle supercazzole che ci vengono proposte. Ed infine, la già citata componente supereroistica non prende mai slancio, restando costantemente sullo sfondo e non aiutando certo a conferire mordente alla serie.

 

 

Il problema però non è solo questa involuzione sempre più marcata e che spinge a chiedersi perché dovremmo vedere la serie fino in fondo; è anche un cast di semisconosciuti che non convince appieno e che, a parte le prove attoriali di Morgan Taylor Campbell e Rhys Nicholson, non aiuta assolutamente ad elevare la serie. Non è un caso se i due attori che se la cavano meglio sono anche quelli che interpretano personaggi estremamente cinici e senza freni, ovvero quelli in grado di generare conversazioni buffe ed irriverenti. Questo è l’unico aspetto decisamente buono della serie e che non si annacqua col passare delle puntate. Gli altri volti navigano fra l’anonimo e l’irritante; certamente una cosa che non aiuta a far affezionare lo spettatore.

Durante la visione aleggia progressivamente sempre più la sensazione di assistere ad una serie che, pur avendo una trama alle spalle, vuol provare a stupire in modi tutt’altro che incisivi; il risultato è quello di diventare una serie come tante, sprecando quanto di buono fatto nelle prime puntate ed inserendo i soliti messaggi politicamente corretti che Netflix deve inculcare a forza nelle menti.

 

 

The Imperfects ci lascia con un finale apertissimo, quando sarebbe stato più saggio chiudere le vicende gettando l’amo su eventi e situazioni che avrebbero potuto suscitare interesse; invece in questo modo è evidente che l’intento della produzione non era quello di raccontare una storia ma probabilmente di incassare il più possibile. Peccato: la serie è stata cancellata dopo la prima e quindi unica stagione.

The Imperfects è comunque una serie passabile, che convince pienamente nella prima metà e non propone nulla di sconveniente o irrazionale nella seconda. Se lo standard qualitativo fosse durato fino in fondo, invece di esaurirsi completamente dopo poche puntate, non avrei avuto alcuna remora a definirla una delle serie più innovative ed appassionanti degli ultimi anni; invece così si limita ad essere una serie fra tante, consigliabile soprattutto agli appassionati di mutanti alla X-Men a patto di non crearsi molte aspettative.

 

The Imperfects, 2022
Voto: 6.5
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