The Promised Neverland – Stagione 1: la recensione

Tutto inizia descrivendo la semplicissima vita in un orfanotrofio, ma quel dannato numero tatuato sul collo dei bambini rende tutto profondamente sbagliato!

 

Questa volta inizio ringraziando l’intuizione di un giovane amico che mi ha suggerito di guardare questa serie. The Promised Neverland è un lavoro di animazione tratto dall’omonimo manga. Non avendo letto il manga non posso fare grandi paragoni, per cui mi limiterò a darvi come al solito le mie impressioni.

Com’è The Promised Neverland? Per me è stata una scoperta davvero entusiasmante! La storia inizia raccontandoci la semplicissima vita in un orfanotrofio. I bambini di varie età giocano, studiano e seguono le direttive della Mamma, l’unico adulto che gestisce la struttura. Sembra tutto normalissimo, tranne per il fatto che tutti i bambini hanno un tatuaggio sul collo con un numero identificativo.

Questo piccolo dettaglio sembrerebbe insignificante, se non fosse che è tutto troppo normale e tutto troppo perfetto per essere vero. Così mi ritrovo per tutta la prima puntata a chiedermi che diamine significhi quel numero! Ogni bambino ne ha uno e non corrisponde di certo al giorno della sua nascita o a qualche valore di riferimento comprensibile.

La prima puntata sembra finire in modo magnifico per una delle bambine dell’orfanotrofio, perché è stata scelta per essere adottata. Dopo una breve festa d’addio, la bambina viene condotta dalla Mamma Isabella verso il lontano portone d’ingresso che divide la tenuta dal resto del mondo. Purtroppo la bimba si è dimenticata il suo pupazzo preferito, ma ormai è tardi per tornare indietro e decide di lasciarlo.

Emma trova il pupazzo della bambina e premurosamente parte per raggiungerla al portone. Norman, un suo compagno, le ricorda che non è consentito andare al portone senza permesso, ma alla fine cede alle insistenze dell’amica e decide anche lui di accompagnarla. Giunti al portone, i due ragazzi si accorgono che c’è qualcosa che non va. La loro amica è morta ed il suo corpo è stato gettato senza cura da una parte.

Dopo un primo momento di panico, i due si nascondono e fanno appena in tempo a vedere una creatura mostruosa emergere dall’ombra e prendere il corpo esanime della piccola. La strana creatura si lamenta un po’ perché non può assaporare quella squisita carne. Arriva così la tremenda rivelazione: questo non è un orfanotrofio ma una fattoria! I bambini sono allevati come bestiame, marchiati con un numero e venduti come pezzi pregiati di cibo.

Emma, Norman ed il terzo protagonista della serie, uno schivo ragazzo di nome Ray, decidono di fuggire da questa prigione. Per prima cosa hanno bisogno di informazioni e di sapere chi è un amico o un alleato. Pianificare un piano di fuga non è facile, perché ci sono innumerevoli dubbi che devono essere sciolti. I ragazzi non hanno mai visto il mondo esterno, quindi devono sapere se quello che è riportato nei libri su cui studiano sia reale o meno.

Inizia così una serrata battaglia psicologica tra loro e la Mamma Isabella, unico vero contatto che hanno con il mondo reale. Non si devono far scoprire, ma devono anche trovare il modo di ottenere informazioni in modo qualunque. Un buon punto di svolta arriverà con un aiuto inaspettato: alcuni libri della biblioteca, scritti come se fossero un romanzo di fantasia, sono marcati con un codice diverso dagli altri. Sembra quasi che qualcuno, all’esterno della fattoria, sia riuscito a nascondere degli indizi sotto il naso dei loro carcerieri.

Emma è indubbiamente il capo del trio, una ragazzina dai capelli arancioni con un grande cuore e con il chiaro obiettivo di salvare tutti. Norman è un tipo riflessivo, dai capelli bianchi, molto intelligente ed uno stratega nato. Da lui vengono le migliori idee per addestrare, all’insaputa di tutti, gli altri bambini dell’orfanotrofio facendoli giocare ad un acchiapparella particolare. Ray, l’ultimo dei tre, ha i capelli neri e porta un ciuffo improbabile. È il più tenebroso dei tre e sicuramente il suo modo di fare nasconde qualche indicibile segreto.

La serie è studiata per sorprendere più e più volte lo spettatore. Quando le cose sembrano andare in una qualsiasi direzione, sia positiva che negativa, c’è sempre qualcosa dietro che può cambiare tutto all’improvviso. Gli intrighi che si creano, i tradimenti e le complesse strategie sono all’ordine del giorno… ma che dico, sono praticamente dietro l’angolo di ogni secondo. La narrazione è così concitata che dà la sensazione di poter ribaltare la situazione in un lampo. Riusciranno i ragazzi a scappare dalla loro prigione?

La storia è merito del mangaka Kaiu Shirai, che ha raggiunto con i soli primi dieci volumi del manga addirittura sei milioni di copie vendute. I disegni e le animazioni sono di elevata qualità. I dettagli degli ambienti e degli sfondi sono davvero ben fatti. Tutto questo duro lavoro è merito dello studio giapponese di animazione CloverWorks.

La prima stagione di The Promised Neverland è stata una vera sorpresa. Una storia ricca di intrighi e di misteri che porterà lo spettatore a trattenere il fiato in diversi momenti. La grafica di alto livello e la cura dei particolari rendono questo anime una validissima proposta. Io ne sono rimasto entusiasta e non vedo l’ora di vedere la prossima stagione per capire come andranno a finire le cose.

The Promised Neverland, 2019

Voto: 8.5

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