Per gli amanti dei platform, Transmogrify è una buona opzione: nonostante qualche piccola imperfezione, il gioco è assolutamente piacevole.
Il sottobosco dei giochi indie riserva spesso qualche buona sorpresa. Spesso le limitazioni di budget costringono gli sviluppatori a puntare su altrti punti di forza, andando a evidenziare aspetti magari tralasciati da titoli AAA e permettendo così di mettere insieme un gioco valido a tutto tondo che, anche se non presenta nulla di innovativo, fa bene il suo mestiere.
È questo il caso di Transmogrify, un platform dai classici elementi di gameplay tipici del genere. Nei panni di un addetto alle pulizie, dovremo riuscire a scappare da un laboratorio spaziale nel quale improvvisamente le cavie si sono liberate e hanno invaso gli ambienti.
Transmogrify si presenta con una grafica cartoonesca ben realizzata; nonostante una certa ridondanza nella grafica, tutto è discretamente definito e soprattutto ben animato, con una indiscutibile attenzione al dettaglio per quanto riguarda gli elementi interattivi.
Lo scopo è quello di raggiungere la fine di ogni livello, dove si trova un ascensore che ci porterà a quello successivo; per farlo dovremo, come è facile aspettarsi, saltare di piattaforma in piattaforma, attivare interruttori per aprire porte o sfruttare le strutture presenti per trovare un modo di superare gli ostacoli.
Peculiarità del gioco è la possibilità di neutralizzare i nemici, cambiandone forma e rendendoli parte integrante dello scenario. Potremo quindi sfruttarli, per esempio utilizzandoli come rialzi, trampolini o piattaforme mobili. Questo aspetto ha permesso la creazione di livelli la cui soluzione è molto più ragionata di quanto possa sembrare dando uno sguardo distratto al gioco.
Il tasso di difficoltà del gioco non è eccessivo; si tratta fondamentalmente di una esperienza aperta a tutti i giocatori, da quelli meno esperti a quelli in cerca di un titolo per una volta più abbordabile. Capiterà spesso, specialmente nei livelli più avanzati, di doversi fermare un attimo e capire come procedere, oppure voler esplorare il livello prima di capire quali azioni intraprendere; e pian piano ci verranno presentati elementi di gioco diversi che renderanno Transmogrify sempre più vario, interessante e dinamico (dai portali a laser a nemici che ci colpiscono a distanza).
Quello che invece abbiamo gradito meno è il fatto che talvolta i nemici cambiano punto di spawn da tentativo in tentativo, in base a dove vengono neutralizzati dai robot automatizzati, rendendo impossibile completare un livello. Non sempre questa cosa è evidente, e solo provandole tutte e capendo che non c’è verso di venire a capo di quel salto che non riusciamo a completare ci si rende conto che qualcosa non va. In questi casi occorre uscire dalla partita e riavviare il livello, con il risultato di avere gli spawn resettati.
Altra cosa che necessiterebbe sicuramente di una revisione è il fatto che i comandi sembrano avere un ritardo di esecuzione (anche più del comunque positivo Guns, Gore & Cannoli), ed in determinate situazioni non vengono proprio riconosciuti; una cosa che crea non pochi grattacapi in alcuni livelli. Per lo meno i tasti (anche del controller) sono efficacemente rimappabili.
Veniale il neo della gestione delle frasi pronunciate dall’IA (dal doppiaggio antipatico): come per Neuronet: Mendax Proxy siamo costretti a vedere il testo snocciolato pian piano, ma almeno qui non siamo bloccati nel giocare fino al completo apparire della frase.
Transmogrify è un platform solido, ben realizzato e assolutamente divertente; peccato per i problemi sul respawn dei nemici e per i controlli rivedibili. Nonostante questi difetti, infatti, e anche se non introduce alcun elemento innovativo nel genere, il primo gioco di Odissey Entertainment raggiunge sicuramente un buon livello.