Un divertente tuffo nel passato, con poca attenzione nell’animazione grafica.
Datemi del pazzo, ma Ultraman è un mio ricordo dell’infanzia e l’idea di vedere il grande gigante di luce in azione mi mette nostalgia. Spero solo che la trama non sia delle più banali, ma affronterò questa serie animata come un giro nei vecchi ricordi del passato, e questo non mi dispiace per niente.
Come il trailer della serie aveva già evidenziato, la legnosità dei personaggi è spaventosamente evidente in ogni singola scena in cui sono presenti degli umani; e visto che il tema principale della serie è proprio l’integrazione aliena con il mondo umano, potete immaginare quanto sia esteso il disagio che questo anime si porta dietro.
Costumi, armature, mostri, combattimenti, armi fisiche o semplicemente raggi d’energia, sono curati in modo adeguato; la parte scenica dell’animazione d’azione riesce a salvarsi, ma è davvero dura poter dare una valutazione positiva.
La storia vive di due nuclei importanti; il primo è legato alla figura di Shinjiro, figlio dell’umano che fu Ultraman nella precedente serie Giapponese. Shinjiro è un adolescente con problemi a farsi degli amici a causa dell’innaturale forza fisica che ha cominciato a sviluppare nell’ultimo periodo. Non si è ancora confidato con il padre, unica figura genitoriale di riferimento, a causa del loro rapporto fatto di silenzi e zero dialogo. D’improvviso si ritrova a dover affrontare una sequenza d’avvenimenti totalmente fuori dal proprio controllo, che lo porteranno prima ad indossare il costume di Ultraman, poi a dover scegliere se essere Ultraman o abbandonare questa strada.
L’altro punto cardine della storia è legato alla SSSP, la Sezione Scientifica che affiancò il primo Ultraman nelle avventure del ’66; lavorando nell’ombra, la SSSP è sempre rimasta attiva, gestendo il crescente arrivo di alieni sulla terra e sviluppando nuove armi per combattere una futura minaccia proveniente dallo spazio. Segreti e misteri si nascondono nelle ombre della SSSP; probabilmente la parte più interessante di tutta la trama è proprio legata a quello che è successo dall’ultima apparizione del primo Ultraman fino all’arrivo di Shinjiro.
La trama non è proprio brillantissima, lo svolgimento è un pochino lento ed ho trovato troppo forzati alcuni presupposti iniziali che andavano giustificati meglio. Questa prima stagione non è particolarmente efficace, lascia aperte tante domande, ma ha una brillante intuizione quando introduce la variante che scompagina tutto il sistema e che risponde alla semplice domanda: ”Perché limitarsi ad un solo Ultraman?”.
Quasi subito si vede il padre di Shinjiro indossare un costume da Ultraman e lottare contro un alieno, questo implica che la storia prevede la presenza di più personaggi potenziati, ma quanti ce ne saranno? Solo andando avanti nella visione della serie si potrà scoprire quanti Ultraman appariranno e quanti saranno degni di essere il gigante di luce.
Tirando le somme di questa prima stagione, sono rimasto abbastanza deluso dalla grafica, la storia traballa ed i personaggi non sono ancora sbocciati del tutto; unici punti a favore sono i combattimenti e il numero di Ultraman che appaiono nella serie, così da dare più variabilità ad una trama che stenta a decollare.