Mixed By Erry: la recensione

Genio genio genio… Sydney Sibilia è un fottuto genio e continua a dimostrarlo film dopo film. Questo resterà nella storia.

 

Mixed by Erry recensione

 

Che una trama sia forte lo si capisce dalle premesse: più improbabile è e più interessante è svilupparla. In questo lungometraggio, il regista che ci ha regalato la trilogia di Smetto Quando Voglio decide di raccontare la vera storia dei tre fratelli napoletani che negli anni ottanta crearono e dominarono il mercato delle audiocassette pirata. Una specie di tutorial su come inventarsi un mercato e su come sfruttarlo fino a diventare ricchi sfondati.

Lo spunto narrativo è perfetto per mettere in scena quell’Italia un po’ ingenua, ma anche priva di valori e moralità, che ha creato i presupposti di questo disastroso millennio. Sotto l’egida della commedia (molto divertente), infatti, il regista si lancia in una critica accesa a quella generazione (fratelli Frattasio inclusi) che ha pensato solo ai propri interessi; una generazione fatta da chi ha fottuto la Finanza, chi la discografia e chi i diritti d’autore degli artisti. Nulla che poi non abbia fatto Spotify, e più in grande, ma in un periodo in cui aleggiavano ancora le buone vibrazioni degli anni settanta e con quel pizzico di creatività partenopea che fa sorridere di un riso amaro.

Enrico Frattasio in fondo cerca solo di difendersi da un mondo che non ne apprezza il talento da dj. La sua famiglia cerca solo di sopravvivere in un paese che non offre lavoro. Il bravissimo Fabrizio Gifuni (Il Capitale Umano, Boris 4), nei panni di un famelico dirigente milanese, cerca solo di fare una carriera fulminante. Tutto giusto e tutto sbagliato. E infatti, quello che dovrebbe insegnarci l’opera è che non si può vivere secondo la legge del taglione o, alla lunga, si finirà per cannibalizzarsi l’un con l’altro.

 

Mixed by Erry recensione

 

Il personaggio capolavoro è il capitano Fortunato Ricciardi, interpretato da Francesco Di Leva. La sua costante e feroce caccia ai fratelli delle compilation copiate ricorda a noi ottantini l’Ispettore Zenigata nella serie animata di Lupin III e le sue improbabili facce da duro sfociano spesso nel miglior fumetto italiano alla Bonelli che in quel periodo andava alla grande. Tutto fila così bene che quasi passano in secondo piano le canzoni del film che, invece, sono protagoniste quanto il resto del cast e creano, con una scenografia sempre indovinata, un piacevole effetto nostalgia da cui è difficile non rimanere irretiti.

Mixed By Erry, che si trova ora su Netflix, è una lunga playlist della nostra storia recente, un grido musicale di un perdente che almeno una volta nella vita ha provato a vincere. È l’ennesimo tiro sotto l’incrocio dei pali di Matteo Rovere (L’Incredibile Storia Dell’Isola Delle Rose), che, con la sua casa di produzione Groenlandia, sta riscrivendo il cinema italiano attuale. Ovviamente non poteva mancare la chicca per amanti della settima arte: il padre dei ragazzi di casa Frattasio è Adriano Pantaleo, che nel novanta fu il bambino rivelazione del film culto con Paolo Villaggio Io Speriamo Che Me La Cavo.

La sensazione è che molti nomi di questo film, all’esordio o quasi su un vero set cinematografico, diventeranno presto stabili nell’Olimpo della nostra offerta culturale. Nel frattempo non ci resta che buttarci a capofitto nei nostri ricordi d’infanzia, quando una ragazza si conquistava con la giusta compilation e la musica si comprava alle bancherelle. Quando il nostro Facebook era la lista delle canzoni scelte per l’agognata compagna, rigorosamente scritte a mano nella copertina della cassetta vergine.

 

Mixed By Erry, 2023
Voto: 8
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