Spesso le prime impressioni si rivelano errate, invece Procioni Puzzoni ha conquistato velocemente i giocatori al tavolo e ha dimostrato importanti potenzialità per future espansioni.
Nell’articolo in cui riportavo le prime impressioni sul gioco, mi ero sbilanciato dicendo che sembrava pensato per essere divertente. Ora posso confermare quella mia prima impressione: il gioco è divertente e pure un pizzico più bastardo di quello che sembrava a prima vista. Procioni Puzzoni è un gioco da due a quattro giocatori che si vogliono fondamentalmente male! Ogni giocatore interpreta un procione alla ricerca di oggetti da “imboscare” nella propria tana. Inizia così la tenzone tra questi setacciatori di spazzatura brutta, ma che fa anche tanto ridere.
La confezione è minuta e compatta; trova agevolmente lo spazio dentro ad uno zainetto e può essere portata in giro praticamente ovunque. Il regolamento è composto solo da un lato di un foglio A4; il retro del regolamento approfondisce, in modo simpatico, l’uso delle otto carte che troveremo nel nostro mazzo da gioco. Il resto del materiale è composto da un dado, un mazzo di carte e sei segnalini. I materiali sono di qualità più che onesta e di questi tempi è una cosa da tenere in considerazione.
Si mischia il mazzo che diventerà il nostro cestino dell’immondizia da cui pescheremo le carte, si posiziona al centro del tavolo insieme ai segnalini ed al dado e si può cominciare la partita.
Definito il primo giocatore, di solito colui che per ultimo ha buttato la spazzatura, vengono distribuite le carte che andranno a comporre le mani iniziali. A seconda del numero di giocatori cambia il numero di carte da distribuire. Ogni giocatore inizia il proprio turno tirando il dado a sei facce che riporta immagini diverse su ogni faccia; le immagini riportate sul dado coincidono con le immagini che sono disegnate sui sei segnalini disposti al centro del tavolo. Il giocatore di turno prenderà il segnalino corrispondente al risultato del dato e poi potrà decidere liberamente se continuare a tirare il dado o fermarsi per spendere i segnalini accumulati.
Non c’è limite a quante volte il giocatore può tirare il dado; l’unica condizione richiesta per continuare è quella di non ottenere un risultato che coincida con i segnalini già accumulati. Se questo dovesse succedere, il turno finisce, tutti i segnalini vengono rimessi al centro del tavolo ed il giocatore pesca una carta come premio di consolazione prima di passare il turno. Se invece il giocatore decide di fermarsi dopo aver accumulato uno o più segnalini, può cominciare a spenderli per eseguire le azioni corrispondenti alle immagini.
Lo scopo del gioco è quello di imboscare le carte che abbiamo in mano per poter guadagnare punti a fine partita. Come s’imboscano le carte? Semplicemente si seleziona una carta e la si pone coperta, o in qualche caso scoperta, in una pila di fronte a sé sul tavolo. Quando si possono imboscare le carte? Questa è un’azione che si può effettuare ottenendo un risultato con il lancio del dado, ma questo lo vedremo dopo.
Molte carte hanno tre numeri in alto a sinistra che identificano i punti vittoria che si possono ricevere; tutte le carte hanno anche stampato sotto il nome il numero di copie presenti nel mazzo. A fine partita ogni giocatore rivelerà tutte le carte imboscate e inizierà il conteggio dei punti accumulati. Il giocatore che colleziona il maggior numero di copie della stessa carta ottiene il punteggio più alto dato dalla carta, al secondo viene assegnato il numero seguente e così via… Sommando tutti i punti si determina il vincitore della partita; in caso di pareggio, vince chi ha imboscato più carte.
Le carte però non si limitano a dare punti: ogni carta ha un’abilità utile che può essere giocata durante il proprio turno o nel turno di un avversario. Alcune carte ti permettono di ritirare il dado ignorando l’ultimo risultato ottenuto, così da non perdere il turno; altre invece sono semplicemente bastarde e obbligano un altro giocatore a tirare nuovamente il dado. La carta “Luccica” ti permette di rubare le carte imboscate di un altro giocatore, mentre “Micio” e “Cagnaccio” ti difendono dai furti lasciando quel ladro di un Procione a bocca asciutta. Altre carte completano il panorama degli effetti disponibili recuperando preziose azioni dalla pila degli scarti o svolgendo due volte una delle azioni ottenute con il lancio dei dadi. Bisogna quindi valutare attentamente le carte che si giocano e quelle che s’imboscano perché spesso una carta fa la differenza tra la vittoria ed il secondo posto.
Le azioni più importanti che puoi ottenere con il lancio del dado sono cinque: il secchio della spazzatura, che permette di pescare una carta; l’albero, che ti consente di imboscare una carta che hai in mano; la mano con il sacco, che concede di rubare una carta dalla mano di un altro giocatore; il simbolo del riciclo, che dà la possibilità di scambiare questo segnalino con uno nella riserva; ed infine la maschera da ladro che permette al suo possessore di rivelare la prima carta del mazzo, concede agli altri giocatori di imboscare una copia della carta rivelata, e fa pescare a chi la gioca tante carte quante quelle imboscate. I giocatori più fortunati potrebbero riuscire ad ottenere tutti e sei i risultati del dado, cosa che a me personalmente, in diverse partite, non è mai successa. In questa speciale eventualità, il giocatore spende tutte e sei le azioni dei segnalini e poi può continuare a tirare il dado fino a tre volte.
Procioni Puzzoni ha due componenti di fortuna, la pescata delle carte e il tiro del dado, che potrebbero far sembrare il gioco troppo sbilanciato verso la componente fortuna; invece l’impressione che si ha giocando è diametralmente opposta. Il gioco risulta molto equilibrato grazie alle carte che aiutano a controllare il risultato dei dadi; aggiungendo anche il fatto che proprio quelle carte danno i punteggi maggiori per vincere la partita, si capisce che i giocatori devono riflettere bene sulle mosse da fare. Un equilibrio che risulta davvero ben pensato e che spinge i giocatori a dover pianificare una strategia con mosse e contromosse ad ogni turno. Oltre a questo è interessante notare come la componente “bastarda” del gioco sia ampia e invogli i giocatori a darsi fastidio anche per un semplice tiro di dado.
Forse l’unica pecca del gioco, se poi pecca la vogliamo considerare, è l’impossibilità di avere una chiara visione dei punteggi avversari, perché le carte imboscate sono quasi tutte coperte. È possibile però capire quali carte mancano all’appello semplicemente consultando la pila degli scarti; in questo modo si può prevedere lo scenario peggiore e gestire la propria strategia per accumulare il punteggio più alto.
Procioni Puzzoni ha, in prospettiva, ottime potenzialità per espandere il gioco. Il mio primo pensiero è stato quello di poter aggiungere carte per far giocare un quinto o addirittura un sesto giocatore. La seconda possibilità di sviluppo può essere ricercata nell’aggiunta di nuove carte per dare maggior interazione tra i giocatori con azioni diverse da quelle conosciute. Si potrebbe anche pensare a dadi aggiuntivi, ma questo potrebbe essere più complicato da gestire perché potrebbe rovinare l’equilibrio del gioco.
Ero rimasto incuriosito dalla divertente presentazione del gioco, dal nome e dalla grafica buffa delle carte, ma ora sono positivamente colpito dalla meccanica semplice ma ben bilanciata di questo prodotto. Per me una vera sorpresa in positivo. Posso tranquillamente paragonare Procioni Puzzoni a giochi del calibro di Exploding Kittens senza far loro uno sgarbo.