Disegni e scelte narrative decisamente particolari che si fondono abilmente per raccontare una storia dalla trama piuttosto semplice, ma ambientata durante un’apocalisse zombi.
Improvvisamente qualcosa innesca l’apocalisse zombi. Una povera ragazza di nome Hino si ritrova da sola nel piccolo supermercato in cui lavora part-time. All’esterno ci sono i suoi colleghi, ormai trasformati in zombi, che non le permettono di uscire. Cosa farà la giovane ragazza? Questo è il più classico degli spunti da film sui morti viventi, ma come verrà sviluppata la storia dall’autore e disegnatore Hino?
Inizialmente non ero convinto di leggere questo racconto. Centouno capitoli composti quasi tutti da una pagina contenente quattro vignette non mi davano l’idea di poter sviluppare un racconto interessante. Difatti la storia è decisamente molto semplice, nulla di diverso da cose già viste in altri lavori, serie TV o film. Sono però rimasto sorpreso quando ho capito che Conbini of the Dead sviluppa il suo racconto su novantanove giorni con una pagina per capitolo. Mi sono subito chiesto come fosse possibile riuscire a raccontare una storia con questi presupposti così stringenti; eppure…
Incuriosito, mi sono messo a leggere i primi capitoli e sono rimasto incredibilmente colpito dalla decisione dell’autore di descrivere solamente un singolo momento dell’intera giornata in poche vignette. Devono essere meravigliose queste vignette! Non proprio… Sono poche semplicissime vignette che ritraggono spesso normalissimi momenti della giornata, come scaldare il pranzo, fare il bucato, lavarsi, ecc. La nostra protagonista parla da sola commentando con semplicità la sua routine, più che altro per riempire il vuoto intorno a lei, ma così facendo cerca di dare una parvenza di normalità a scene che risultano palesemente anomale.
Le prime pagine raccontano di questa apparente normalità che piano piano comincia a smarrirsi con l’andare dei giorni; momenti di noia, alternati a frustrazione, pianto ed immotivata euforia cominciano a diventare sempre più frequenti, qualcosa di simile a quanto abbiamo visto in La Notte Ha Divorato Il Mondo. Ogni tanto la routine viene spezzata da qualcosa di insperato, che comunque viene descritto sempre nelle poche vignette giornaliere. Anche l’apparire di nuovi superstiti viene accolto con la stessa struttura narrativa; poche vignette che nel complesso spezzano la tensione e ci fanno capire quanto sia complicato fidarsi delle persone che non si conoscono anche durante un’apocalisse zombi.
I disegni hanno lo stesso stile della narrazione, concentrano tutta la pulizia del tratto su un elemento principale, contornandolo di figure via via sempre più abbozzate fino a giungere al bordo della vignetta. Una scelta che spesso premia l’autore e conferisce allo scorrere veloce delle pagine un alone di effimero: sembra sempre di stare a metà tra sogno e realtà.
Conbini of the Dead è un lavoro che ti spinge a riflettere sulla necessità di normalità in condizioni che normali non sono. L’evoluzione della storia porta Hino ad un finale del tutto inaspettato, forse addirittura impensabile, ma onestamente anche molto tenero.
Conbini of the Dead non è un capolavoro, ma per essere un lavoro che racconta in modo diverso una semplice storia, non è per niente male. Questo manga è uscito in Giappone solo nel 2020; non credo che questo singolo volume arriverà facilmente nelle nostre edicole, ma se vi capita tra le mani, dedicategli tranquillamente quei dieci minuti per leggerlo e farvi trasportare da questa semplice storia.