Le prime impressioni sull’inquietante Shibatarian

Katsuya Iwamuro è riuscito a produrre un manga inquietante e misterioso che trascina il lettore in una storia in cui la follia domina su tutto!

 

 

L’opera del mangaka Katsuya Iwamuro è forse uno dei racconti più fuori dagli schemi che mi siano capitati sotto mano.  La storia non mette propriamente paura nel significato stretto del termine, ma inquieta ed a volte disturba per la stranissima follia che viene proposta. Shibatarian infatti è un racconto thriller/horror semplice, ma condito da trovate davvero interessanti.

Due ragazzi, Hajime Sato e Hajime Shibata, si incontrano casualmente sotto un albero di ciliegio. Shibata è sepolto fino al collo nella terra a causa di un scherzo di alcuni bulli e Sato decide di aiutarlo a venir fuori da quella brutta situazione. I due chiacchierano un po’ e scoprono di essere alunni della stessa scuola ed entrambi appassionati di cinema; così ha inizio la loro strana amicizia.

I giorni trascorrono veloci ed ogni pomeriggio i due si ritrovano per guardare un film horror insieme; durante uno di questi incontri, l’argomento scivola verso il futuro ed i due ragazzi si ripromettono di realizzare un film tutto loro. Sembra la solita promessa da ragazzini, ma Shibata in particolare sembra crederci sul serio.

 

 

Un brutto giorno, per un evento imprevisto, il loro rapporto si incrina e i due smettono di frequentarsi. Passano gli anni e Sato diventa adulto, si innamora di una sua ex compagna di classe ed inizia una normalissima relazione come se ne vedono tante tra i giovani. Il nostro protagonista non può minimamente immaginare che il suo vecchio amico Shibata ha intenzione di rientrare prepotentemente nella sua vita rendendolo il protagonista del film horror di cui avevano parlato tempo addietro. La follia esplode prepotentemente nella vita di Sato quando innumerevoli copie di Shibata iniziano a sbucare da tutte le direzioni.

I sosia sembrano avere tutti lo stesso obiettivo: ammazzare Sato e chi gli sta intorno. Inizia così una folle caccia all’uomo senza quartiere e senza regole. Le cose si fanno ancora più strane e misteriose quando i doppelganger cominciano ad assumere caratteristiche differenti: alcuni si ibridano con animali, altri prendono letteralmente possesso di esseri umani fino a sostituirli del tutto, altri ancora diventano agglomerati informi e mostruosi. La fantasia di Katsuya Iwamuro galoppa in tutte le direzioni, ma mantiene sempre un unico punto di riferimento: lo sguardo inquietante, tra il divertito e il privo di anima, che campeggia sul volto di tutte le copie di Shibata.

Sato capisce che se vuole sopravvivere deve assolutamente scoprire chi o cosa è Shibata e quindi è costretto a cercare delle risposte nei luoghi e nelle persone che hanno avuto a che fare con loro in passato. Un’impresa che si rivelerà alquanto problematica visto che Shibata sembra essere scomparso dalla memoria di tutti coloro che dovrebbero averlo incontrato. La storia prende risvolti sempre più inquietanti, misteriosi e ricchi di suspense che piano piano conducono la storia verso un horror paranormale di ottima fattura.

La narrazione ed i disegni non incutono particolare paura, ma spesso lasciano una sensazione disturbante che accompagna il lettore per diverse pagine. L’inquietudine è sempre presente da quando inizia la grande fuga di Sato, ma anche in precedenza alcune stramberie non passano inosservate e lasciano chi legge con la forte sensazione che qualcosa sia sempre fuori posto. Insomma una storia che cresce e riserva molteplici sorprese celate tutte nel passato dei due ragazzi.

 

 

Tutti i personaggi sono caratterizzati bene, ma su tutti spicca in particolare quell’inquietante follia che aleggia intorno agli Shibata. La cosa più incredibile di questa storia è che, giunti al punto centrale del racconto, se si prova a tornare indietro verso la spensierata adolescenza, ci si rende conto che Shibata è sempre stato estremamente scioccante; l’autore però è stato bravissimo a proporre delle sfumature narrative che riescono a nascondere il tutto.

Lo stile di disegno è cupo, quasi oscuro, con tantissime tavole grondanti di nero; l’autore è anche però capace di creare tavole luminose e ricche di dettagli. Katsuya Iwamuro riesce a fondere disegni e storia in modi e maniere che difficilmente mi è capitato di vedere in passato creando quella sensazione di inquietudine e mistero che abbracciano il lettore come fossero un mantello pesante.

Più di una volta, mentre scorrevo le pagine di Shibatarian, mi sono fermato per esclamare: “Ma che diavolo sto leggendo?!?!?”. Questo credo che sia il miglior modo per descrivere lo scioccante lavoro di Katsuya Iwamuro che uscirà entro la prossima primavera.

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