Ultimo capitolo di una trilogia cha cresce e matura ad ogni stagione.
La prima stagione (Avatar – La leggenda di Aang – Libro primo: Acqua) era all’insegna del colore e della spensieratezza, ma finiva con l’Aang che perdeva il controllo dello stato dell’Avatar in una battaglia tra i ghiacci. La seconda stagione (Avatar – La leggenda di Aang – Libro secondo: Terra) era incentrata sulla crescita e sulla ricerca, il finale di stagione sembrava lasciare in sospeso diversi avvenimenti. La terza stagione inizia con un taglio netto, disorientando lo spettatore, come se si fosse perso qualcosa o come se il progetto avesse subito un drastico cambio di rotta. Un cattivo inizio? Forse no, ma sicuramente si riparte con un Aang più smarrito che mai.
La terza stagione si divide in due parti sancite da altrettanti eventi ben delineati: l’eclissi di sole e l’arrivo della cometa di Sozin. Questi due momenti, che sembrano dividere in modo netto la stagione, porteranno inevitabilmente Aang e la sua squadra a doversi mettere alla prova pur portandosi dubbi ed incertezze come ombre nei loro pensieri.
C’è poco tempo prima dell’arrivo dell’eclissi, ma questo basta a concedere ad Aang ed i suoi amici di vivere una vita “normale” proprio nella Nazione del Fuoco. Sembra di essere tornati all’inizio della serie, in cui allegrie e spensieratezza la facevano da padroni, ma è solo una parentesi che non durerà molto. Si capisce chiaramente che questa pausa serve a sfatare il concetto che non tutta la Nazione del Fuoco è malvagia. Ammetto che non si capisce subito questo spunto, in particolare nel momento in cui è proposto, ma durante l’evoluzione della storia, prenderà una forma sempre più definita fino a diventare evidente nel finale.
Nel mentre, il principe ereditario della Nazione del Fuoco e sua sorella Azula, accompagnati dalle due letali ragazze scelte dalla principessa per essere il suo gruppo fidato di combattenti, si ritrovano anch’essi in vacanza forzata sull’isola che fu la dimora d’infanzia dei due eredi al trono. Durante questo periodo, Zuko e Azula sembrano essere tornati in sintonia, ma il principe diventa sempre più nervoso, comprendendo che il suo ritrovato onore ed il ritorno in seno alla famiglia non sono come li aveva immaginati e non gli stanno donando la felicità che si era immaginato.
L’incredibile battaglia dell’eclissi è davvero uno spettacolo. Meravigliose invenzioni sono esibite in entrambi gli schieramenti e, grazie ai dominatori che utilizzano le proprie abilità sugli elementi, la battaglia è molto concitata e spettacolare. Qualcosa però non torna perché gli invasori, capitanati da Sokka, sembrano avanzare con fin troppa facilità.
Aang, che aveva sperato di sistemare la pratica durante il giorno dell’eclissi, si ritroverà con un pugno di mosche. Incredibilmente è Zuko ad avere un’occasione di confrontarsi con il proprio padre. Dopo una dolorosa discussione, il principe annuncia di volersi unire ad Aang e mettere fine al regno di terrore che Ozai ha creato.
Anche Zuko e Azula sembrano essere tornati in sintonia, ma il principe diventa sempre più nervoso, comprendendo che il suo ritrovato onore ed il ritorno in seno alla famiglia, non sono come li aveva sognati e non gli stanno donando la felicità che si era immaginato.
Arriva l’eclissi e con lei uno dei passaggi più importanti per il resto della storia. Come sempre più frequentemente accade, Aang e Zuko risultano i protagonisti dell’evento. Finalmente la maggior parte dei pezzi vanno al proprio posto e, in modo un po’ scontato, viene svelato anche l’ultimo maestro che accompagnerà Aang nella conoscenza del dominio del fuoco. Sin dall’inizio degli episodi che compongono l’evento dell’eclissi mi sono ritrovato a sentire puzza di bruciato, non solo perché la narrazione avviene nella Terra del Fuoco, ma perché tutto sembrava scorrere in modo troppo semplice.
La storia proseguirà fino allo scontro finale proponendo, in quasi tutte le restanti puntate, un certo spessore emotivo che porterà inevitabilmente ad una crescita. Atti di maturità, a mio avviso dovuti, che serviranno a completare quel ciclo di trame aperte e non ancora concluse.
Il finale di stagione è a dir poco possente, i combattimenti che si andranno a delineare permetteranno ad ognuno dei nostri protagonisti di brillare in un modo o in un altro. Ovviamente il migliore degli scontri, per quantità di potere e spettacolarità messa in campo, sarà proprio quello che coinvolgerà l’Avatar Aang. L’epilogo della battaglia rispecchierà perfettamente la piena maturazione dei nostri protagonisti, lanciando un messaggio importante: “C’è sempre una strada alternativa per arrivare all’obiettivo che si vuole raggiungere”.
Un trittico di stagioni che vede come colonna portante la maturazione del gruppo, che parte dall’inizio spensierato e si ritrova a crescere nelle difficoltà senza mai perdere del tutto il sorriso. Sorprendentemente “Avatar – La leggenda di Aang” è una serie che non ha perso di qualità durante il corso delle stagioni ed è questa la caratteristica che più mi ha colpito. Nel prossimo futuro mi cimenterò nella visione di “Avatar – La leggenda di Korra” che racconta le gesta della nuova incarnazione del ciclo dell’Avatar; a dirvi la verità ho un po’ paura che possa essere una fotocopia di questa serie, ma come sempre proverò ad approcciare la visione di quest’opera nel modo più obiettivo possibile.