Dredd – Il Giudice Dell’Apocalisse: la recensione

Semplice ma esaltante, diretto e soprattutto fedele al concetto fino alla fine. Questo è il Dredd di cui c’era bisogno.

 

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Nonostante sia un personaggio a me molto congeniale (in pratica una specie di Punisher futuristico e legalizzato), negli anni non mi sono mai avvicinato a Dredd. Né al fumetto né al primo film del 1995 con Sylvester Stallone. Mi ha però molto incuriosito questa nuova trasposizione del 2012 con protagonista Karl Urban. Tre i motivi. Primo: apprezzo molto l’attore; secondo e terzo: un amico conoscitore del fumetto mi ha confermato che il primo film è inguardabile e che invece quest’ultimo è fatto davvero bene. E aveva ragione.

Uscito negli Usa nel 2012, Dredd – Il Giudice Dell’Apocalisse non vedrà mai le sale nel nostro paese ma verrà pubblicato solo come Dvd nel 2019. Storia a parte (quella presentata qui è molto semplice e lineare, ma tuttavia interessante), la vera sfida di un film sul Giudice Dredd è quella rappresentare bene la vera essenza del personaggio. In pratica la stessa sfida che si presenta a chiunque voglia portare su schermo le vicissitudini di The Punisher. In entrambi i casi, infatti, parliamo di due personaggi che uccidono i loro avversari senza problemi, senza rimorsi e senza troppi complimenti. Frank Castle lo fa al di fuori della legge, perché quest’ultima non funziona, mentre Dredd lo fa “legalmente”, distintivo alla mano, perché i suoi tempi sono ancora più difficili dei nostri. Ma a parte questa differenza, la sostanza non cambia: il cattivo si deve beccare una pallottola in faccia. Punto. In quanti sono disposti a riportare questo concetto fedelmente su schermo sostenendo apertamente che “è giusto così”? Sembra facile, ma in un’epoca come la nostra, intrisa ovunque di politicamente corretto, è tutt’altro che scontato.

 

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Ma come dicevo, in Dredd – Il Giudice dell’Apocalisse, l’obbiettivo, visto che parliamo di sparare ai criminali, possiamo dire che sia stato centrato in pieno.

In un futuro post-apocalittico, l’immensa e ultra-popolata metropoli Mega City One è sommersa dal crimine e l’unico argine alla violenza sono i “Giudici”: agenti governativi che riuniscono in una sola persona i ruoli di poliziotto, giudice e boia. Il compito dei Giudici è molto semplice: dare la caccia ai criminali, catturarli, emettere sul posto la sentenza ed eseguirla, che si tratti di arresto (molto raro) o che si tratti di morte (quasi sempre). L’esperto Giudice Joseph Dredd e una giovane recluta-telepate che gli è stata data in affidamento “in prova”, vengono mandati in un enorme edificio residenziale, in pratica un quartiere che si sviluppa in altezza, per indagare su un omicidio. Ovviamente la questione è molto più grave di quanto si possa immaginare e i due si troveranno alle prese con una feroce banda di criminali che tiene in pugno l’intero stabile. Buone le prove degli attori e in particolar modo del bravo Karl Urban. Certo, il ruolo di Dredd non è da candidatura agli Oscar, e poi porta sempre il casco, quindi del suo viso si vede solo la bocca, ma in questi casi è sempre facile scadere nel pacchiano con le battute e le interpretazioni, e qui non capita, il che non è poco. Mi chiedo solo se la “povera” Lena Headey, che qui è la spietata antagonista, dopo la Cersei del Trono di Spade riuscirà mai ad avere un altro ruolo non da cattiva…

 

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Come ho già detto, la storia è molto semplice: siamo di fronte a un action movie duro e puro, con fiumi di proiettili a profusione. Ma è proprio questo che dev’essere un film su Dredd per essere fatto bene. In questi casi inserire trame, sottotrame e cercare di “impreziosire” la sceneggiatura con risvolti troppo complessi finisce quasi sempre per rovinare tutto. Esempio lampante di questo è la prima stagione del già citato The Punisher. È inutile e controproducente cercare di complicare ciò che è semplice per sua natura: Joseph Dredd e Frank Castle fanno una cosa sola: danno la caccia ai criminali e li fanno fuori. Fine del discorso. Perché cercare di costruirci attorno dell’altro? Per variare la storia? Non serve, fidatevi dei fan. Per “ammorbidire” il messaggio? Peggio ancora, questo vuol dire snaturare il personaggio. Se non avete le palle per raccontare la storia di un tizio che uccide i cattivi semplicemente perché gli altri metodi “democratici” falliscono e quindi l’unica soluzione è questa, e il messaggio è che per lui è giusto così, lasciate perdere. Dedicatevi ai legal movie. Lì potrete costruirvi tutti i castelli in aria che volete.

 

Dredd – Il Giudice dell’Apocalisse, 2012 (2019)
Voto: 8
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