Black Mirror – Stagione 1: la recensione

Non avevo mai trovato il tempo per vedere questa serie, so già che si tratta d’episodi autoconclusivi e separati tra loro, ma mi ha conquistato subito al minuto 4:44 del primo.

 

 

Black Mirror è una serie inglese, ogni episodio è autoconclusivo e separato dagl’altri, così ho deciso di recensirli singolarmente e dare poi un voto globale alla stagione.

Il primo episodio, parte con il botto, forse meglio dire che parte con un’idea paradossale, poi prosegue rimanendo abbastanza neutro. Fino alla metà dell’episodio sembra una storia lineare senza particolari sbalzi, ma con un presupposto notevole. L’ambientazione è quella della Londra contemporanea, nulla di visionario o assurdo, sembra proprio una di quelle serie classiche inglesi con teiera e moquette. La prima parte dell’episodio è abbastanza scontata, tutto quello che viene in mente allo spettatore si realizza subito. Finalmente arriva la svolta, gli eventi prendono una piega che definirei incontrollabile, e l’episodio s’inchina davanti alle leggi che governano il mondo. Sono rimasto senza parole, totalmente in balia del filmato, un po’ nauseato e un po’ stupefatto. La storia è di una semplicità spaventosa, ma è stata proposta con una maestria che permette di avvicinarsi empaticamente a tutto quello che succede. Sicuramente una storia provocatoria che lambisce l’assurdità, ma che evidenzia nettamente la tendenza del mondo reale alla manipolazione delle menti; è bastato poco per dirigere l’attenzione di tutti verso un’unica direzione, al fine di realizzare quello che si può definire paradossalmente “un’opera d’arte”.
Tirando le somme, il primo episodio vive grazie ad un’idea provocatoria, semplice ma geniale, accompagnata da una sapiente sequenza d’eventi che portano la trama nell’unica direzione possibile. VOTO 8

 

 

Il secondo episodio della stagione è l’enfasi della celebrità. L’episodio parla di un prossimo futuro, l’uomo è soggetto alla tirannica egemonia dei network che scandiscono costantemente la vita di tutti. Per tutta la prima parte dell’episodio viene descritta la noia, l’apatia e la monotonia della vita quotidiana. Una sequenza interminabile di ripetizioni portano velocemente lo spettatore a perdersi in quest’atmosfera assurda; che poi, a pensarci bene, non è tanto distante dalla vita di tutti i giorni. Qualcosa cambia, e gli eventi cominciano ad attrarre l’attenzione dello spettatore. L’evoluzione della storia sembra condurre verso un finale sentimentale, ma tutto viene stroncato dall’insensibile legge della celebrità. La storia sembra tornata nei suoi binari, ma il vero colpo di genio deve ancora arrivare. Il finale contiene un bellissimo monologo che porterà ad una fine ancora più amara.
Concludendo, il secondo episodio è stato rappresentato con una perfetta regia, l’uso della ripetizione costante e continua porta lo spettatore nel giusto stato d’animo per apprezzare gli eventi che concludono la storia. VOTO 7

Il terzo episodio, il meno efficace, gira tutto sui ricordi. L’ambientazione sembra essere contemporanea se non fosse per il presupposto altamente tecnologico che contraddistingue questo episodio. La storia è decisamente scontata, non ha sobbalzi ne improvvisi colpi di scena, è molto lineare. Il protagonista, una volta inquadrato, si comporta com’è facilmente prevedere ed anche il finale è praticamente annunciato già da metà dell’episodio. Dopo aver visto i primi due, mi aspettavo di meglio dal terzo episodio, che non è riuscito a coinvolgermi. VOTO 5

Purtroppo c’è una cosa che m’infastidisce in quest’opera ed è la suddivisione in parti che sembra tagliata con l’accetta; lo stacco tra una e l’altra è molto lungo, quasi come se dovesse passare il carrello dei popcorn davanti al divano di casa.

In conclusione, la prima stagione è vincente, due su tre episodi sono più che validi e raramente mi è capitato di vedere dei prodotti che evidenziano così marcatamente il marcio della nostra società.

 

Black Mirror – Prima stagione, 2012
Voto complessivo: 7
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