Ogni tanto si trovano delle chicche, delle piccole perle che non bisogna accantonare; a questa categoria di pellicole appartiene Blek Giek.
Spesso la cinematografia italiana sforna prodotti di bassa qualità solo col pretesto di dar libero sfogo alle fantasie dei piccoli sceneggiatori che qui e là partoriscono idee discutibili. Poi, ogni tanto, si trovano delle chicche, delle piccole perle che non bisogna accantonare; a questa categoria di pellicole appartiene Blek Giek, grottesco ed esilarante film che vede nel cast, fra gli altri, Biagio Izzo, Lillo (esilarante nella prima edizione di Lol: Chi Ride È Fuori), Greg e Cristiano Callegaro.
La vicenda ruota intorno ad un gruppo di drogati e pusher di Fiumicino (grigia località vicino Roma – non me ne vogliano i residenti, ma Fiumicino è veramente brutta). Biagio Izzo, pezzo grosso della mala locale, è in possesso di una partita del fantomatico Blek Giek, una droga potentissima che provoca la morte apparente. Allo stesso tempo, soffre di cuore: o si opera al più presto, o muore. Organizza perciò un espianto, d’accordo con Greg (il medico della mala), ai danni di Lillo, drogato e “finto morto”. Si creeranno però tutta una serie di contrattempi, incomprensioni ed imprevisti che renderanno grottesco il tutto.
Cosa ne penso, mi chiedete? Che un film che annovera fra gli interpreti Lillo e Greg (quelli dei Latte E I Suoi Derivati) non può non essere una bomba: e tale è Blek Giek; un film assurdo, pazzesco, totalmente sballato e divertentissimo. Ogni istante è un nuovo evento che provoca reazioni a catena incontrollabili che, sebbene siano di per sé fuori dai canoni, all’interno della storia si inseriscono benissimo.
Greg, provetto medico tuttofare, caratterizza il suo personaggio alla nevrosi; Lillo è il tossico più buffo, storto e rincoglionito che abbia mai visto (anche se ammetto di non averne poi visti molti). Lo stesso Cristiano Callegaro, per me una scoperta, riesce a rendere il suo personaggio totalmente integrato con i casini nei quali si viene a trovare. I vari malavitosi sono credibili e allo stesso tempo improbabili, viste le cazzate che combinano di continuo; fantastica, a riguardo, la scena del regolamento di conti nello studio medico. Non è solo un film comico: c’è anche parecchio sangue (quasi una versione edulcorata di una sceneggiatura pulp), tanto da ricordare le produzioni tipiche dei Manetti Bros.
Blek Giek è uno di quei film a bassissimo costo che si reggono in piedi grazie all’interpretazione degli attori, che stavolta sono bravissimi: ho riso veramente tanto per le scene ridicole che caratterizzano la durata dell’intero film. Non ci sono effetti speciali di nota (a parte quelli classici tipo fumogeni o sfondi in movimento), e la cosa è positiva: tutto è naturale, limpido, semplice e reale.
Tutto questo mi ricorda Nati Stanchi, il film di Ficarra & Picone (dei quali abbiamo recentemente recensito Incastrati) che, uscito del 2001, si impose al pubblico più attento come una pellicola di tutto rispetto; e altra caratteristica comune (in negativo, stavolta), è la breve durata del film: 1 ora e 22 minuti per Nati Stanchi, solo 1 ora e 12 minuti per Blek Giek… D’altra parte è difficilissimo reggere ritmi elevati di comicità senza avere null’altro che la propria interpretazione a sorreggere la sceneggiatura, e quindi possiamo concedere una nota di benevolenza a queste pellicole.
Blek Giek è il tipo di film che difficilmente sarà proposto dalle sempre più disastrate televisioni italiane (visto che si tratta di un prodotto di buona fattura…), quindi vi consiglio di noleggiarlo e vederlo al più presto. Questo film è troppo divertente!