Si Muore Tutti Democristiani: la recensione

Un film trascurabile con l’unico merito di criticare la tipica ipocrisia di sinistra: Si Muore Tutti Democristiani non è certo una pellicola da ricordare.

 

 

Si Muore Tutti Democristiani è un film che nasce come commedia ma vuole portare una forte critica a quegli atteggiamenti anticonformisti e di rottura che chi afferma di sposare uno stile di vita puntualmente tradisce, passando dall’altra parte della barricata da loro stessi eretta. Ma oltre a questo c’è poco altro.
La storia vede un terzetto di registi indipendenti di sinistra alle prese con il problema dello stipendio e di mantenere la coerenza degli ideali di gioventù una volta scesi coi piedi per terra avendo a che fare con la vita di tutti i giorni.

Queste sono le premesse di Si Muore Tutti Democristiani, che però si nasconde dietro una commedia per un buon terzo di proiezione. Da questo punto di vista il ritmo è fin troppo blando, almeno fino al giro di boa che avviene circa a due terzi del film, tanto che ci si chiede spesso quanto manchi alla fine del film. La chiave di volta si ha sul finale, che rimette in discussione una valutazione assolutamente negativa maturata nel corso della visione.

 

 

Il film è molto “compagno”, ed oltre a vedere molti personaggi dello spettacolo legati alla sinistra fare camei (vedi Paolo Rossi, Cochi Ponzoni, Lilli Gruber e Andrea Scanzi), ad un certo punto si capisce che il pubblico di riferimento di Si Muore Tutti Democristiani è proprio il popolo rosso. Se infatti inizialmente il film può dare l’impressione di essere solamente il tipico progetto dove ci sono chiaramente i buoni e i cattivi (atteggiamento comunque presente), col passare dei minuti ci si rende conto che il messaggio è ad esclusivo uso e consumo dell’elettorato di sinistra.

Si Muore Tutti Democristiani è una presa di coscienza dell’ipocrisia imperante in quel mondo, dove gli unici a mantenere il punto vivono in una bolla oltranzista e incompatibile con la vita reale, e dove tutti prima o poi sono costretti a scendere a patti con i fatti concreti che smontano pezzo dopo pezzo le costruzioni mentali tipiche di quegli ambienti.

 

 

Da questo punto di vista lo spunto dei registi del collettivo Il Terzo Segreto Di Satira è molto coraggioso, ma la realizzazione del film lascia a desiderare, a partire dal comparto attoriale. Dei tre protagonisti, solo Massimiliano Loizzi e Marco Ripoldi riescono in qualche modo a tenersi a galla, pur senza entusiasmare, mentre estremamente forzata risulta la recitazione di Walter Leonardi. La forza la fanno i comprimari, Francesco Mandelli e Brenda Lodigiani su tutti, che riescono a creare personaggi credibili o grotteschi in base alla necessità senza stonare.

Il film è pieno di cliché e per le sue premesse non riesce assolutamente ad essere completamente imparziale. Sembra una conversazione di quarantenni uscita da qualche salotto o centro sociale e trasposta in video. Per fortuna non ci sono eccessi tali da renderne indigeribile la visione, ma di certo non è un film super partes. Va preso quanto di buono ha da offrire: esclusivamente un’atto di accusa verso i “propri simili”, analogamente a quanto visto in Italia-Germania 4-3, che però non riscatta una produzione che può annoiare per buona parte del film.

 

Si Muore Tutti Democristiani, 2017
Voto: 5
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