L’Uomo Delle Castagne – Stagione 1: la recensione

Un thriller/poliziesco interessantissimo e ben strutturato è la proposta di una sorprendente produzione danese che non ha ricevuto la giusta visibilità internazionale. Assolutamente da vedere!

 

 

L’Uomo Delle Castagne è un’interessantissima serie TV danese che trasporta l’omonimo romanzo thriller/poliziesco di Søren Sveistrup sul piccolo schermo. Come frequentemente accade, c’è poca pubblicità nei confronti di questi prodotti che non arrivano dalle più blasonate produzioni americane o inglesi; in pochi quindi si saranno accorti che L’Uomo Delle Castagne è stato doppiato e distribuito anche in Italia grazie a Netflix. Ammetto che prodotti come la Casa di Carta o Dark abbiano avuto il loro bel momento di gloria, ma purtroppo sono solo due esempi fortunati rispetto alle innumerevoli buone produzioni europee che restano nell’ombra.

Cos’ha di bello questa serie? L’Uomo Delle Castagne può vantare una trama così ben studiata che farebbe letteralmente la fortuna di qualsiasi sceneggiatore. Sono due le storie che s’intrecciano in quest’ottimo prodotto: una ha radici nel passato e richiama alla mente inquietanti analogie con alcuni serial killer americani; l’altra è ambientata in una Copenaghen che mostra il suo lato più oscuro e coinvolge la famiglia di un importante personaggio politico, creando anche un certo scompiglio mediatico. Il punto di collegamento tra queste due storie è la presenza di inquietanti omini fatti di castagne e fiammiferi accanto a diversi corpi mutilati.

La detective Naia Thulin, interpretata da un’ottima Danica Curcic, e l’agente dell’Europol Mark Hess, il cui ruolo è affidato a Mikkel Boe Følsgaard, sono a capo delle indagini di questo complesso caso che affonda le sue radici nel lontano 1987. Inizialmente l’indagine è piuttosto lineare, senza grandi colpi di scena, ma con l’andare della serie ci troviamo di fronte ad una storia colma di sottotrame. La cosa più difficile in questi casi è riuscire a spiegare tutte le situazioni, anche gli eventuali vicoli ciechi, senza cadere in forzature o in evidenti errori. Nell’Uomo Delle Castagne viene spiegato tutto con chiarezza, senza dare nulla per scontato e tenendo ben presente che il pubblico non ha necessariamente letto il libro.

 

 

È così molto interessante seguire le indagini dei due protagonisti che, passo dopo passo, escludono piste fasulle e trovano il bandolo della matassa di un caso davvero complicato. Non è però così facile seguire tutti gli indizi che la sapiente regia di Mikkel Serup ci fornisce, visto che spesso vengono proposte sequenze che non hanno un immediato riscontro nel presente, ma che servono a stuzzicare e confondere lo spettatore con snodi di trama a venire. Lo spettatore rimane letteralmente incollato allo schermo tentando di ipotizzare lo sviluppo della storia e cercando di capire chi c’è dietro a tutto. Non essendo una serie d’azione, ma di indagini e suspense, il ritmo narrativo è commisurato al momento: nelle prime fasi della storia c’è lentezza, ma è anche logico e naturale che ci sia; il finale di stagione invece è più veloce, ma mai frenetico.

Un punto cardine di tutta la storia è sicuramente la problematica sociale che l’autore, Søren Sveistrup, ha voluto fortemente evidenziare mettendo ben in risalto le tematiche dei traumi infantili, delle violenze e degli abusi contro i minori. Uno snodo importante proposto in modo semplice ed esaminato da più punti di vista; alla fine edotto in materia senza neanche accorgersene. Ovviamente tutte queste informazioni sono propedeutiche a costruire quell’impalcatura che regge tutta la trama ed è quindi necessario prestare una certa attenzione a questi passaggi, che comunque risultano semplici e chiari da capire.

 

 

Suspense e mistero vengono costantemente alimentate da un’ottima fotografia che predilige scene poco illuminate e spesso utilizza le immagini sfocate sullo sfondo per far agire, nel più totale anonimato, figure misteriose ed alquanto inquietanti. A supportare ulteriormente questo alone di inquietudine e mistero c’è anche una buona scelta dell’accompagnamento musicale.

Spesso, quando ci troviamo di fronte a due protagonisti di sesso opposto, è lecito aspettarsi una storia d’amore; in questo caso siamo fortunati, non c’è molto romanticismo. Ulteriori distrazioni sentimentali avrebbero potuto rovinare la storia che invece è totalmente incentrata su tematiche ben più complesse. Quindi la scelta di lasciar scivolare eventuali coinvolgimenti sentimentali è decisamente apprezzabile.

In conclusione L’Uomo Delle Castagne merita davvero di essere visto, sia perché è un buon prodotto, sia perché è giusto premiare una produzione danese che ha ricevuto davvero poca visibilità. Non so se verrà mai prodotta una seconda stagione di questo prodotto, anche se è possibile sfruttare e ampliare alcune trame che sono state tralasciate nel passaggio dal romanzo alla serie TV, ma è quasi certo che sentiremo ancora parlare di adattamenti presi dai romanzi di Søren Sveistrup.

 

L’Uomo Delle Castagne – Stagione 1, 2021
Voto: 8
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