La scandalosa, caotica gestione del Green Pass

Green Pass, Green Pass Rafforzato, obbligatorietà vaccinale solo per i lavoratori, niente quarantena per i vaccinati; intanto ieri 260 morti. A che gioco stiamo giocando?

 

 

C’è una forte ipocrisia di fondo nella gestione delle vaccinazioni e delle norme di circolazione fin da quando il Green Pass è stato messo in campo. Quello che secondo la tanto osannata Unione Europea doveva essere un semplice attestato di vaccinazione utile per spostarsi nel vecchio continente, in Italia è stato da subito usato come metodo coercitivo per obbligare in modo cammuffato la popolazione a vaccinarsi.

Il risultato è che oggi ci stiamo perdendo in mille norme e normette ridicole, assurde, prive di logica e di buon senso. Due diverse tipologie di lasciapassare (tale è un Green Pass), che non si sa bene quando e come rinnovare una volta malati e poi guariti; un’attenzione spasmodica sui tamponi per i non vaccinati quando poi un vaccinato in contatto con qualche malato è praticamente libero di circolare (questo è il senso dell’assurda scelta di togliere la quarantena obbligatoria); una didattica a distanza ed un telelavoro che non si vogliono implementare su basi puramente ideologiche.

 

 

Qui non si vuole discutere se il vaccino sia giusto o sbagliato, se sia sicuro nel lungo periodo o meno; quello che non è tollerabile è questo giochetto arrogante, pretestuoso ed insopportabile imposto dalle forze politiche che ci trattano tutti come stupidi: ufficialmente non c’è nessun obbligo vaccinale, ma a breve se non si è vaccinati non si potrà nemmeno lavorare.
Quanto espresso da tempo su queste pagine sembra essere la soluzione più lineare, ma viene deliberatamente ignorata: imporre un obbligo vaccinale che costringa tutti ad essere sullo stesso piano ma che al contempo faccia assumere al governo le responsabilità del caso; come in un qualsiasi Stato decente succederebbe.

Se non esiste obbligo vaccinale per tutti, si deve realmente lasciare libertà di scelta alle persone senza costruire muri e paletti attorno a loro; ed è folle imporre un obbligo vaccinale solo per determinate categorie di persone. O tutti o nessuno: questa è la base di qualsiasi regola.
Nel resto del mondo tali assurdità non esistono. Si consiglia fortemente di vaccinarsi (e i dati medici confermano quanto questo sia importante per abbattere non solo la mortalità ma anche la saturazione delle strutture ospedaliere), ma non ci sono obblighi. E dove ci sono, vengono imposti a tutta la popolazione.

Da noi no. Da noi siamo bambini speciali: allora si può andare al bancone del bar con la semplice mascherina, ma se ci si siede al tavolino occorre il Green Pass; se si dorme in albergo serve il Green Pass, ma non se si entra per andare al suo punto ristoro, avendo quindi magari a contatto persone che sono soggette a due diversi metodi di controllo. E potrei continuare con tanti altri ridicoli esempi.

 

 

Che sia chiaro: qui non c’è nessuna forza di governo ad essere completamente pulita, ma buona parte della colpa di questa situazione oltre ogni dignità ricade sulla Lega. È folle cercare di rincorrere il consenso appoggiando più o meno apertamente non tanto gli indecisi ma le posizioni degli estremisti no-vax; ricordiamo il balletto delle mascherine di Salvini (ma anche inizialmente della Meloni) ad inizio pandemia? Uno spettacolo indecoroso che non va dimenticato.

Ma non vanno dimenticate le posizioni dei Cinque Stelle, da sempre fenomeno eterodosso e multicolore che non manca mai di farci entusiasmare grazie alle affermazioni di suoi esponenti non di secondo piano. Anche il M5S ha una forte componente anti-vaccinista e decisamente oltranzista. Se è vero che Salvini si è intestato la lotta all’interno del governo, il M5S non ha fatto altro che supportarlo indirettamente. E se a questo aggiungiamo il fatto che l’obbligo vaccinale poteva, in caso, essere facilmente imposto durante il governo Conte bis, quando la Lega non era presente al governo, cadono tutti gli altarini e si vede una volta di più come nella politica italiana non esista mediazione e compromesso ma mediocrità, miopia e conflitto.

Il risultato è che noi poveri cittadini ci troviamo a barcamenarci in un sistema di regolette folli, contorte e talvolta inapplicabili; sudditi di un gruppo di politicanti di bassissimo spessore ai quali i giornalisti italiani non fanno mai domande scomode se non per motivi ideologici e strumentali.

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