Bodies: la recensione

È un giallo? È un viaggio temporale? È un intreccio fantascientifico? Sono storie parallele? Probabilmente Bodies vuole essere tutto questo; ma ci sarà riuscito?

 

 

L’inizio della serie è stuzzicante e promette davvero molto bene! Quattro detective londinesi, in quattro epoche diverse, che spaziano dalla 1890 a oltre il 2050, si ritrovano alle prese con il caso di un cadavere rinvenuto nudo nel vicolo di Longharvest Lane che si trova a Whitechapel; non ci sarebbe niente di strano se non fosse che il corpo è il medesimo in tutti e quattro le indagini. Questa assurda situazione è sicuramente lo spunto migliore per conquistare l’attenzione e la fantasia dello spettatore.

Bodies inizia quindi seguendo le varie indagini dei detective che si trovano invischiati in questo stranissimo caso di presunto omicidio. Anche se la partenza è la medesima, ogni investigatore si ritroverà a seguire una direzione del tutto diversa, fornendo una quantità di informazioni che non sempre s’incastrano facilmente tra loro. Lo spettatore si ritrova quindi a seguire quattro indagini e questo dovrebbe aiutarlo ad avere una visione d’insieme che i detective non possono avere; purtroppo però questo non avviene. Fino a metà degli otto episodi che compongono la serie, tutte le informazioni che giungono non sono sufficienti per ipotizzare cosa realmente sia accaduto; nel momento in cui viene poi svelato il fulcro attorno a cui tutto ruota, arriva anche una nota di delusione per la quantità inutile di informazioni disseminate lungo il percorso.

 

 

Eccedere per cercare di stupire è purtroppo il primo campanello d’allarme che qualcosa non quadra e di esempi in tal senso ce ne sono stati tanti: basti pensare alla serie 1899 che ha chiuso i battenti alla prima stagione perché ha voluto strafare nel creare una nube di mistero talmente fitta che si è persa gli spettatori per strada. Bodies comincia bene, ma si rivela alla fine un deludente racconto investigativo connesso ad una banalissima storia di viaggi nel tempo. Quello che però mantiene alto l’interesse è il come sia stato possibile arrivare a determinati accadimenti; purtroppo, superato questo punto nodale, il resto del prodotto non riesce a sorprendere lo spettatore che quindi può tranquillamente prevedere la fine della serie ad episodi di distanza.

L’impostazione estremamente seria del racconto, che prende spunto dall’omonima graphic novel di Si Spencer, è voluta dallo sceneggiatore Paul Tomalin che decide arbitrariamente di dare questo taglio piuttosto pesante a tutta la serie. Non c’è traccia alcuna di ironia in Bodies e questo fa sì che la narrazione risulti a tratti faticosa e a volte anche stucchevole. Purtroppo questo difetto ricade anche sui vari protagonisti della serie che, pur essendo delineati bene, faticano a conquistare le simpatie del pubblico. Hasan, Whiteman, Hillighead e Maplewood sono tutti detective, uomini o donne che siano, appartenenti a minoranze di qualche tipo (gay, disabili, ebrei o musulmani) e sono indubbiamente strutturati in modo realistico e calati bene nella loro epoca; per qualche ragione però quasi tutti lasciano la sensazione di essere troppo austeri e a tratti artefatti.

Il cast di attori che partecipa a questa serie non ha nomi particolarmente noti al grande pubblico e se dovessi puntare il dito sulla migliore interpretazione avrei grandi difficoltà a scegliere un nome su tutti perché il livello recitativo proposto da ogni singolo interprete è complessivamente buono e più o meno dello stesso livello. Di certo non sono Shira Haas, Stephen Graham, Jacob Fortune-Lloyd, Kyle Soller e Amaka Okafor ad abbassare il livello qualitativo del prodotto: è la sceneggiatura in sé che probabilmente non ha permesso loro la possibilità di dare quel qualcosa in più di cui la serie aveva bisogno.

 

 

Un punto di forza di questo prodotto è la scelta di usare toni di luce di colore differente per ogni linea temporale. Il famoso Biascica di Boris avrebbe aperto tutto “smarmellando” le scene con quell’effetto luce sfocata classico delle soap opera sudamericane, mentre in questa serie si è scelto di approcciare ogni periodo storico con una luce di tonalità diversa facendoci immediatamente capire quando avviene il passaggio tra una e l’altra.

Concludendo, Bodies è una serie che inizia con un ottimo presupposto, ma che purtroppo nel tentativo di rendersi appetibile come serie gialla, fantascientifica e misteriosa, perde di qualità ed originalità a partire da metà della stagione. I calcoli sono presto fatti, mezza serie funziona e mezza no.

 

Bodies, 2023
Voto: 5
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