Il titolo di Studio Plane Toast è adatto a chi cerchi un’avventura esplorativa rilassante ed accetti alcuni aspetti non del tutto convincenti.
Ci sono giochi che sono in grado di catturare l’attenzione del giocatore immediatamente, ed altri che invece generano repulsione fin da subito. Caravan Sandwitch non si vende benissimo, mettendosi più o meno a metà della scala e svelando le sue componenti migliori soltanto a gioco parecchio iniziato.
Caravan Sandwitch è un gioco che punta molto sull’aspetto esteriore e che presenta visuali oggettivamente suggestive, ma che non può certo dirsi per tutti: sconta indubbiamente un ritmo di gioco non molto elevato, spesso spezzettato da lunghi, evitabilissimi e per lo più vuoti dialoghi. Eppure sotto il cofano non ha soltanto quelle sue belle panoramiche che colpiscono il giocatore.
Il titolo realizzato da Studio Plane Toast ed edito da Dear Villagers non fa molto per presentarsi bene. La grafica, sicuramente accattivante, è probabilmente l’unico spunto di gioco che si faccia notare per il primo paio d’ore di gioco. Le lunghe sequenze di dialogo, che nei fatti aggiungono poco e nulla all’esperienza di gioco, possono facilmente annoiare se non addirittura infastidire il giocatore. Gli NPC, ma anche il nostro avatar, non hanno alcun carisma e non suscitano alcun tipo di empatia (piuttosto è vero il contrario).
Eppure Caravan Sandwitch ad un certo punto sboccia, quasi a regalare un’esperienza di gioco uguale ma diversa.
Ci si rende conto che gli stessi dialoghi che ci spingono a premere il tasto “skip” abbastanza rapidamente sono utili a capire il mondo intorno a noi, che si sviluppa con interessanti realizzazioni ed ambienti sempre più complessi da visitare; l’esplorazione prende poi il sopravvento, e sebbene saremo di tanto in tanto costretti a tornare all’accampamento ed a confrontarci con personaggi che non possono certo definirsi il massimo della simpatia, la possibilità di esplorare ambienti diversi, colorati e ricchi di dettagli riempie il tempo passato di fronte allo schermo.
Anche il doversi interfacciare con i puzzle che ci impediscono di accedere ad ambienti esplorabili è un ottimo incentivo a proseguire nell’esplorazione del mondo. Unico appunto: nonostante in mappa sia quasi sempre indicata la zona da raggiungere per continuare la missione assegnataci, una volta arrivati non sempre è intuitivo come procedere. Rispetto ad altri titoli open world (di tutti i generi, da Death Stranding a Mount & Blade, passando per il maggiormente simile Submerged: Hidden Depths), Caravan Sandwitch offre un’esperienza un pelo più guidata ma talvolta anche meno chiara. La risultante è un titolo che si apprezza sempre più procedendo nel gioco, dopo aver superato lo scalino iniziale dovuto soprattutto alla poca ispirazione dei dialoghi e alla lentezza di gameplay delle prime fasi.
Il gioco tenderebbe ad adattarsi ai giocatori più giovani ed ad un pubblico femminile o che cerchi un’esperienza rilassata, ma non possiamo non far notare la presenza di elementi discutibili che vengono fatti passare come normali, come alcuni riferimenti sottotraccia a bevande “modificate” o il passare i tornelli senza pagare il biglietto, giusto per citarne un paio, o la presenza di figure e pronomi diversi ed inclusivi che possono risultare sgraditi o inappropriati.
Ci sarebbero anche da rivedere alcuni testi, non sempre comprensibili a causa di una arzigogolata traduzione dal francese all’inglese.
Anche tecnicamente ci sarebbe qualcosa da rivedere: manca un selettore per il Field Of View, col risultato che la visuale in terza persona è un po’ troppo schiacciata e non sempre adeguata. La sensibilità al mouse ha un unico parametro, ma si sente la necessità di poter assegnare valori diversi tra quando si è a piedi e quando si guida il nostro fuoristrada. Infine, il controller a volte vibra anche quando l’opzione è disattivata.
Molto buona invece la possibilità di auto-arrampicarsi sugli ostacoli più bassi, cosa che semplifica non poco la vita del giocatore.
Complessivamente, Caravan Sandwitch è un gioco che ha qualche carenza ma che pian piano trova una sua connotazione e che si fa apprezzare proseguendo nel gioco. L’aspetto visivo è appagante e caldo (mi ha ricordato molto il sottovalutato MMO gratuito Villagers And Heroes); chi abbia la voglia di superare le prime due ore si troverà a che fare con un titolo che riserva le sue sorprese e che si rivela adatto a sessioni senza stress. Non è sicuramente un videogioco che faccia gridare al miracolo, ma può essere una discreta opzione per chi apprezza il genere e una buona base di partenza per il prossimo videogioco di Studio Planet Toast.