Core Keeper: la recensione

Core Keeper è un ibrido tra diversi giochi sandbox nel quale ognuno può trovare la sua dimensione di gioco: c’è posto per tutti.

 

 

Sviluppato da Pugstorm e distribuito da Fireshine Games, Core Keeper trae ispirazione da famosi titoli del genere sandbox e ne raccoglie le meccaniche principali confezionandole in un piacevole prodotto. Il titolo ci fece un’ottima impressione quando ne parlammo appena uscito in early access, e non ha caso ha poi vinto i TIGA Awards del 2022 ed ha ricevuto successivamente numerosi altri riconoscimenti. Core Keeper è stato rilasciato in versione 1.0 nell’agosto 2024 ed è attualmente disponibile su Steam e su tutte le console, inclusa Nintendo Switch.

 

 

Dopo una breve introduzione e la creazione del personaggio, il nostro avatar viene catapultato in un’immensa caverna sotterranea e deve trovare il modo di attivare le statue di fronte cui è atterrato. Senza indicazioni specifiche, è la curiosità a spingere il giocatore a rompere i blocchi di terra che lo circondano ed esplorare i meandri della grotta alla ricerca di risorse. L’intera mappa di Core Keeper è generata proceduralmente e presenta vari biomi, ognuno con i suoi minerali, piante, animali e mostri. Partendo dal legno, attraverso il ferro fino ai metalli più preziosi, il giocatore deve potenziare il proprio equipaggiamento per riuscire a scavare i materiali più duri che incontra mentre si allontana dal centro, e per riuscire a fronteggiare le minacce che man mano gli si parano di fronte.
Sparsi per la mappa, posizionati casualmente, si trovano i boss che consentono al giocatore di progredire nella storia. Nonostante il genere a cui Core Keeper appartiene sia prevalentemente concentrato sul gameplay, il titolo non si fa mancare una componente narrativa che conferisce un tono di mistero e di antico all’esperienza. Tutto questo è reso al giocatore tramite una grafica a 32-bit, impreziosita da giochi di luce e riflessi sull’acqua che rendono le caverne e i cunicoli suggestivi, e conferendo a Core Keeper quell’aspetto di modernità che lo distacca dai titoli del passato. Ad accompagnare l’avventura troviamo una colonna sonora che si sposa perfettamente con il passo del gameplay e l’atmosfera dei biomi.

 

 

Il gameplay di Core Keeper è semplice, ma la vastità di meccaniche che lo compongono non lo rende così facile da spiegare. La dinamica principale è quella di raccogliere materiali e rompere i blocchi che abbiamo intorno, per poi trasformare le risorse ottenute in elementi sempre più avanzati. E’ possibile anche utilizzare questi blocchi di terra o roccia per creare ponti e muri, personalizzando l’ambiente a piacimento del giocatore. In questo il gioco ricorda molto Minecraft, ma non è l’unico gioco che possiamo riconoscere. Infatti, Core Keeper ricorda molto anche Stardew Valley per le meccaniche di coltivazione del terreno e allevamento del bestiame, sebbene con un livello di complessità inferiore.
Esiste la possibilità anche di automatizzare alcuni processi come l’estrazione di minerali e la loro fusione, usando bracci meccanici, trivelle e nastri trasportatori tutti alimentati da un sistema elettrico e controllati da uno logico (qualcuno ha detto Factorio?).

Oltre a tutto questo, nelle caverne di Core Keeper possiamo anche pescare, navigare, creare ferrovie. Finito? No, perché possiamo anche combattere! Il giocatore dispone di due tipologie di armi: a contatto (pugnali, spade, asce) o a distanza (fucili o incantesimi) e quasi tutte dispongono di due tipi di attacco. Il sistema di combattimento è intuitivo e per nulla impegnativo, ma la varietà di nemici contribuisce ad elevare il grado di sfida.

 

 

Tutta la sfera del gameplay è immersa in un sistema di abilità: completando più volte azioni relative a un certo “mestiere” otteniamo esperienza da convertire in abilità. Questo sistema è molto basilare e contribuisce a dare un buon senso di progressione al gioco, ricompensando i giocatori del tempo passato a eseguire azioni ripetitive.

In conclusione, Core Keeper è un ibrido di tante idee prese da giochi simili tra loro e riesce nel suo scopo di crearsi la sua dimensione. Ha preso le meccaniche di giochi come Minecraft, Stardew Valley, Factorio e Terraria per unirle in sintonia, spogliandole del superfluo. Tuttavia il titolo di Pugstorm fatica a trovare la sua identità: si sente tanto l’influenza di altri titoli, ognuno dei quali prosegue dove Core Keeper si ferma. Core Keeper spicca tra gli altri per il comparto grafico e quello sonoro, che si fondono in un connubio particolarmente funzionante, creando un’atmosfera davvero piacevole in cui giocare. Puro gameplay, semplice ed intuitivo, eppure profondo per chi cerca un grado di impegno maggiore ma mai complesso, che lo rende adatto a giovani giocatori e al pubblico femminile.

 

Core Keeper, 2024
Voto: 8
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