Cossacks: la recensione

Facciamo un tuffo nel passato e andiamo a riscoprire Cossacks, un tentativo di unire gli RTS con le strategie militari più impegnative.

 

Come qualcuno avrà capito leggendo i miei precedenti articoli, non sono un amante degli RTS. Eppure, ogni tanto, qualcuno un po’ meno brutto mi capita per le mani e se mi piace non ho problemi ad ammetterlo. Cossacks è un gioco particolare: cerca di unire i classici stereotipi RTS con la strategia più concreta. Ci riesce? Andiamo con calma.

In primis, va detto che per chi non è abituato a questo tipo di giochi, Cossacks è piuttosto caotico fin da subito: ci sono i paesani che vanno indirizzati nella costruzione delle strutture e i soldati (di vari tipi) che li devono difendere. Le strutture assolvono compiti diversi e sono bene o male tutte necessarie per raggiungere la vittoria finale (che consiste nella distruzione totale dei nemici); allo stesso tempo bisogna procurarsi le indispensabili materie prime per costruirle e mantenerle.

Molto piacevole è l’introduzione di fortificazioni di diverso tipo: le palizzate e i muri, sebbene molto dispendiosi, possono bloccare le avanzate dei nemici, e le torri di avvistamento forniscono anche una buona copertura di fuoco alle unità amiche. La grafica è curata e tutto ha un aspetto molto carino, con colori pastello molto morbidi e che non accecano chi guarda.

 

 

Gli aspetti negativi cominciano dal fatto che, come in tutti i giochi di questo genere, nonostante tutte le promesse è pressoché impossibile realizzare vere e proprie strategie. Alla fine anche qui si tratta di costruire più unità possibili per distruggere l’economia nemica. E se in scenari uno contro uno il computer non è imbattibile, quando si hanno più giocatori “fittizi” l’impresa è quasi impossibile, con attacchi che arrivano da tutte le parti uno dopo l’altro.

Si parla tanto di “formazioni”, cioè di un gruppo definito di uomini, organizzati da un ufficiale in un particolare schieramento, che grazie alla loro compattezza hanno un vantaggio sui nemici; ma poi, alla resa dei conti, è il solito caos disorganizzato. Questo aspetto, unito al fatto che da un certo punto in poi è impossibile gestire efficacemente le proprie risorse, mina seriamente la giocabilità di Cossacks. Se all’inizio ci si diverte, pian piano si realizza che la vittoria è di chi realizza il primo attacco alla città nemica. Tutto qui; si creerà un gap economico fra le fazioni che sarà pressoché incolmabile.

Forse in multiplayer il gioco è ancora godibile, ma a meno di giocare solo a questo e di avere una enorme pazienza, è osticissimo sopravvivere… anzi, meglio: Cossacks è un gioco frustrante. Peccato, le premesse erano positive, ma la sindrome degli RTS ha colpito ancora.

 

Cossacks, 2000
Voto: 4.5
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