Il fallimento completo del Registro Delle Opposizioni è qualcosa di voluto? Segnalare chi lo aggira è quasi impossibile, ed a ridere sono i call center.
Ce ne siamo accorti tutti: negli ultimi mesi i nostri telefoni sono presi d’assalto come non mai. I gestori dei call center sono all’assalto delle nostre linee, bombardandoci di telefonate registrate o effettuate da operatori aggressivi e senza scrupoli.
Il Registro Pubblico Delle Opposizioni è lo strumento creato dallo Stato per tutelare i cittadini, che possono aggiungere il loro numero di telefono alla lista nera; teoricamente i call center dovrebbero consultarlo prima di chiamare un numero telefonico arrivato in loro possesso, ma la realtà è che viene sistematicamente ignorato.
Il motivo è presto spiegato: non esiste nessun controllo e praticamente nessuna sanzione su chi aggira la norma. Superata l’epoca degli 800 e dei call center facilmente riconoscibili, oggi (con la complicità dei gestori telefonici) gli operatori di marketing chiamano attraverso numerazioni di telefonia cellulare in continuo cambiamento; impossibile bloccarli tutti per il singolo cittadino. L’unica cosa che si potrebbe fare è una segnalazione al Garante Per La Privacy, ma chi riesce a trovare il link nascosto fra le pieghe del portale scopre con orrore che la banca dati dell’RPO e quello del Garante non sono collegati.
Alla faccia dello SPID e della semplificazione: se vogliamo l’ennesimo disturbatore siamo costretti a compilare un formulario in quattro parti dove ci vengono chieste con fare intimidatorio tutta una serie di informazioni che se loro i database si parlassero sarebbero superflue, e addirittura ci viene chiesta la data di iscrizione al Registro Pubblico Delle Opposizioni. Qualcosa che il sistema dovrebbe già sapere, e che siamo costretti a reperire sull’RPO.
Ma c’è di più; se rinnoviamo il nostro consenso, per i successivi 15 giorni siamo scoperti, visto che non viene visualizzato uno storico della situazione pregressa. Quindi segnalare un numero indesiderato che ci ha chiamato ci mette nella posizione di dichiarare il falso, con le debite conseguenze in caso di coinvolgimento in tribunale.
Ma pur volendo ipotizzare che il Garante si muova in autonomia, la realtà è che ai call center non viene comminata alcuna sanzione; negli ultimi mesi le chiamate sono aumentate drasticamente grazie all’immobilismo statale che si fa fatica a credere non sia voluto, vista la completa passività delle istituzioni su questo annoso problema che si è fatto via via sempre più intollerabile.
Cosa si può fare per difendersi? Ben poco. Chi ha la sfortuna di dover rispondere a numeri sconosciuti per motivi di lavoro o personali deve sorbirsi una sfilza di telefonate insopportabili, ma anche chi di buona norma non risponde deve sentire il proprio telefono squillare ad orari improbabili per ascoltare un disco registrato fare proposte commerciali o, ancora più ridicolo, legate all’acquisto di prodotti finanziari.
Esistono app di filtraggio avanzato delle telefonate, ma spesso sono sistemi a pagamento o non totalmente affidabili.
La speranza è che finalmente il legislatore prenda azione; ma è una speranza veramente tenue, quasi irrisoria, visto che sono in molti a giurare che subito dopo aver iscritto il proprio numero al RPO le chiamate indesiderate sono curiosamente aumentate esponenzialmente invece che diminuire.