Condanna a morte per gli innocenti

In questi ultimi giorni un’agghiacciante notizia di cronaca nera ha decretato una triste e squallida verità: in Italia vige la pena di morte per gli innocenti.

 

 

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Come molti di voi avranno appreso da tutti i telegiornali, una ragazza di 25 anni, Debora Rizzato, è stata uccisa a coltellate nei pressi di Biella. L’assassino è un uomo che tormentava la sua vittima da circa dieci anni, senza che nessuno sia mai riuscito a bloccarlo (complimenti alla legge e ai tutori dell’ordine…). Il criminale è un malato di mente che, oltre alla vittima, in questi anni ha tormentato e molestato anche altre ragazze, restando sempre pressoché impunito (altri complimenti alle forze dell’ordine…).
Alcuni anni fa, dopo anni di indisturbate molestie e di incubi tutte le notti, la ragazza subisce dall’uomo un vero e proprio stupro. Lei fa scattare la denuncia e lo fa arrestare. E lì accade la vera mostruosità: costui, con tutto quello che aveva fatto, non solo alla Rizzato, viene condannato a soli tre miseri anni di galera e, mentre viene rinchiuso dice: “Quando esco mi vendico e ti uccido!”. Ecco l’attimo. In quel momento è stata emessa la condanna a morte verso la povera ragazza che era stata molestata per anni, e lo Stato (che non dovrei scrivere con la lettera maiuscola…), nel non capire la pericolosità del soggetto e nel non tramutare la pena in ergastolo, onde evitare di rimettere in società una bestia del genere, ha sancito la condanna a morte della ragazza.
Ulteriore conferma alla condanna è stata data pochi giorni fa, quando l’uomo (ripeto: un malato di mente estremamente pericoloso), scontati i tre anni, è stato rimesso in libertà. Puntuale, la condanna è stata eseguita: l’uomo ha atteso la vittima e l’ha freddata con qualche feroce coltellata.

La ragazza è stata assurdamente strappata all’affetto di sua madre, di suo padre, di sua sorella e del suo fidanzato. Se siete padri, madri, sorelle, fratelli o fidanzati di qualcuno, provate a fare un attimo mente locale e a mettervi nei loro panni. E provate a mettervi nei panni della ragazza. Persecuzioni di questo tipo le avevo viste solo nei film horror stile “Nightmare”, ma quelli erano film. Nel 2005 è possibile essere condannati a morte perchè un pazzo decide che tu sei la sua vittima. Un pazzo decide che tu a 25 anni devi morire senza motivo dopo che la tua vita è stata trasformata in un incubo. E nessuno può fare niente per aiutarti.

Grazie Stato, grazie civiltà. Mi si contorce lo stomaco a pensare a questa storia, ma lo stomaco di sicuro non si contorce ai poliziotti e ai carabinieri che non hanno ascoltato il disperato grido d’aiuto che Debora ha lanciato più e più volte. Lo stomaco non si contorce ai giudici che hanno lasciato libero il mostro. Quel grido d’aiuto è svanito nel nulla.
Beh, ci sono molti colpevoli per questa storia, e sono molto più responsabili dell’assassino che ha materialmente sferrato i fendenti. Posso solo sperare che lei ora tra le braccia di Dio abbia trovato la pace che in vita non ha mai avuto. Ai suoi cari posso solo dire che tutto il mio cuore si stringe nella speranza che il loro dolore e la loro rabbia possano essere in qualche modo placati. E ai veri responsabili: poliziotti, carabinieri, giudici e chiunque non ha fatto il suo dovere, e cioè impedire al mostro di vagare e di colpire, posso solo dire questo: possiate voi subire le stesse sofferenze che avete provocato, in eterno.

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