1997: Fuga da New York – la recensione

Chiamarlo “Film” è riduttivo! Questo è un “Cult” della cinematografia!

 

 

New York 1997: l’isola di Manhattan è diventata un carcere di massima sicurezza dal quale nessuno può più fuggire ed è l’unica parte controllata dell’intera New York che è un luogo apocalittico dominato dalla fame, dalla devastazione e dalle tenebre. Colui che comanda nella città è il Duca (Isaac Hayes).

Alla vigilia di un importantissimo discorso da fare al mondo il Presidente degli Stati Uniti (Donald Pleasence) viene abbattuto con il suo aereo da un gruppo di rivoluzionari, ma grazie alla sua capsula di sicurezza riesce ad atterrare vivo nella città. Qui viene catturato dagli uomini del Duca.

Il comandante della polizia dell’isola di Manhattan (Lee Van Cleef) convoca il detenuto Snake, che nella versione italiana è stato tradotto Jena, Plissken (Kurt Russel) e lo incarica, diciamo che lo obbliga più che altro, ad andare a trovare il presidente e riportarlo nell’isola.

Snake supererà ostacoli, incontrerà personaggi tra cui il tassista (Ernst Borgnine), oppure Brain (mente) (Harry Dean Stanton) e sua moglie, fino all’incontro con il Duca, che tra mille avversità lo condurranno dal presidente. Il finale sarà tutto da gustare…

 

 

Ora veniamo al commento: questo per quello che mi riguarda è “IL FILM” nel vero senso della parola! Sono innamorato di John Carpenter in generale, ma questo film è il massimo. Caratterizzazione dei personaggi eccezionale, location da bava alla bocca, sceneggiatura da leccarsi i baffi. Snake è il cosiddetto anti-eroe, ossia colui che se ne frega di tutto e tutti e pensa solo a sé stesso. Il Duca è un personaggio anche questo molto anticonvenzionale un po’ come tutto il film, essendo il padrone di New York, ed essendo di colore, il che la dice lunga…

Il Presidente interpretato dal grande Donald Pleasence, per chi non lo conoscesse consiglio di vederlo in “Halloween” o “Altrimenti ci Arrabbiamo” (tanto per far capire come un attore di talento possa spaziare tra l’horror ed il comico…), è un personaggio ambiguo, che verrà durante il film più volte ridicolizzato e insieme a lui un po’ tutta la politica americana. Il tassista, interpretato dall’ ottimo Ernst Borgnine (L’avventura del Poseidon e Poliziotto Superpiù) sarà utilizzato come punto di collegamento tra Snake e tutti gli altri personaggi.

Notevoli le location di una New York post-apocalittica, ricostruita benissimo a St Lake. E vi invito a seguire il passaggio che faranno con la macchina sulla Broadway… Da segnalare infine i dialoghi… da leggenda! Per cui non lasciatevi prendere troppo dalle immagini, e ascoltate, ascoltate, ascoltate…

Concludo dicendo che la colonna sonora è mitica, e la musica di introduzione e chiusura, che è la più famosa, è stata scritta direttamente da Carpenter. Se qualcuno di voi per un qualsiasi motivo se lo fosse perso, beh gli do 5 minuti di tempo per noleggiarlo, comprarlo o farselo prestare e vederlo, perché ritengo che chi non ha visto questo film non possa parlare di cinema.

 

Voto: 9

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