La fine della maggior tutela

Anno di grazia 2018, siete tutti invitati a partecipare al funerale delle utenze delle vostre care bollette di Luce e Gas con il servizio di maggior tutela.

 

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Prima di iniziare a capire cosa succederà nel 2018 è obbligatorio fare un punto sulla questione del servizio di maggior tutela, e del suo rivale e vincitore il mercato libero. 

Il servizio di maggior tutela è il regime tariffario stabilito dall’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico (Aeegsi). Le tariffe di maggior tutela sono soggette ad un controllo ed ad una variazione periodica decisa dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas. A seconda della zona di residenza, il servizio di maggior tutela è affidato ad un operatore, generalmente il distributore. 

Alla fine degli anni ’90 il decreto Bersani avvia in Italia il processo di liberalizzazione del mercato. Il decreto, che recepiva ufficialmente le direttive comunitarie, ha permesso una graduale liberalizzazione delle attività di produzione, importazione, esportazione, acquisto e vendita, da prima di energia elettrica, ed in seguito anche del gas. Dal luglio 2007 il mercato dell’energia in Italia è liberalizzato, ogni fornitore può decidere di entrare sul mercato in qualsiasi momento e gli utenti possono liberamente decidere a quale fornitore rivolgersi. 

Il giusto proposito dell’Europa e dello stato italiano sulla liberalizzazione dei mercati dell’energia e del gas, è stato quello di dare al cittadino italiano la libertà di scegliere il fornitore più competitivo, cioè quello che riesce a praticare i prezzi più bassi e che offre servizi migliori. 

 

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La realtà è decisamente differente. Dati statistici recenti mostrano che solo un utente su quattro si rifornisce sul mercato libero, la maggior parte delle famiglie è rimasta ancorata al sistema di maggior tutela. Il passaggio al mercato libero è lento, ma aumenta leggermente di anno in anno, anche se la maggior parte degli utenti rimane comunque legata al fornitore con cui aveva in essere il servizio a maggior tutela. 

Se la proposta è così invitante, come mai gli Italiani non hanno scelto in massa il mercato libero? Partiamo dal presupposto che il mercato di luce e gas è insidioso. I prezzi sono tra i più alti d’Europa, le bollette non sono chiare e non si sa bene cosa si stia pagando, c’è poca trasparenza nelle offerte, alla fine si è venuta a creare poca concorrenza e sono frequenti le pratiche commerciali scorrette. Stando ai dati dell’Aeegsi, le tariffe del mercato libero sono più care del 15-20%.

Perché procedere verso il mercato libero quando la maggior tutela sembra essere meglio?

La risposte viene dalle parole del da poco dimessosi ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi: “Abbiamo pensato di definire lo stop al mercato di maggior tutela, ma di dare almeno tre anni di tempo per arrivare a una modifica di grande portata”. Alla fine, secondo il ministro, “il prezzo sul mercato libero sarà più vantaggioso per il consumatore finale”. Questo è quello che lo stato sostiene, e che voleva applicare fin dal 2015, ma la perplessità dell’Aeegsi e la grande protesta delle associazione dei consumatori, hanno fatto slittare tutto di tre anni.

Nel 2018 spariranno le tariffe di riferimento fissate ogni tre mesi dall’Aeegsi che tutelano le famiglie da impennate di prezzi ed eventuali comportamenti collusivi fra gli operatori. L’Antitrust e l’Aeegsi dovranno comunque vigilare e controllare su eventuali pratiche scorrette, ma il loro lavoro sarà quadruplicato sapendo che, attualmente, solo una famiglia su quattro ha aderito al mercato libero. Ben 16 associazioni dei consumatori sostengono che: “Il principale effetto di questa misura sarà quello di aggiustare i conti delle aziende energetiche a spese dei consumatori domestici e delle piccolissime imprese”. La loro previsione è che la concorrenza diminuirà ancora di più, portando ad un incremento delle bollette del 20%. 

Con l’addio della maggior tutela, gli attuali contratti non saranno più in essere, portando i nuovi fornitori del servizio di gas e di energia del mercato libero, che hanno ancora un bacino di utenza relativamente basso, a cercare di accaparrarsi i contratti, magari anche agevolando con tariffe interessanti, proposte accattivanti e contratti nebulosi la delicata transazione. I più esposti al rischio sono gli utenti meno capaci di valutare tutte le clausole di un contratto. “I clienti sono ancora poco consapevoli delle opportunità di mercato”, sostiene l’Aeegsi. Per non rischiare, la maggior parte degli utenti rimarrà con il suo fornitore di sempre. 

 

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La grande confusione e disinformazione in merito al mercato libero e la fiducia, a volte mal riposta, nel fornitore di una vita, permetteranno alle aziende che detengono la maggior parte dei contratti di maggior tutela di mantenere una buona parte della propria utenza, così da rendere inefficace la svolta competitiva che un vero libero mercato promette.

Ormai il dado è tratto, nel 2018 si passerà al mercato libero, non ci sono alternative, quindi è cosa buona cominciare da subito a studiare e paragonare le offerte di un mercato libero che ancora non è diventato schizofrenico. Prestare molta attenzione nel momento del passaggio tra un fornitore e l’altro. Purtroppo spesso si incorre in problemi inaspettati o addirittura in duplici fatturazioni provenienti dal vecchio e nuovo fornitore che ne richiedono il pagamento per lo stesso periodo e si può incappare anche nel taglio del servizio per morosità.

Se tutto questo avviene ora che la clientela del libero mercato è solo un quarto del totale delle utenze, conviene anticipare i tempi e stipulare un nuovo contratto prima che l’onda anomala delle utenze legate alla morente maggior tutela si riversi nelle fregature del sistema.

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