Gli Ospiti: la recensione

Se cercate delle risposte, Gli Ospiti saprà regalarvi tante domande: il primo lungometraggio di Svevo Moltrasio è un thriller atipico e surreale dal ritmo serrato.

 

 

Gli Ospiti è il primo lungometraggio del regista e sceneggiatore Svevo Moltrasio. L’autore è ben noto sul web tra gli appassionati di cinema ed alcuni suoi contenuti sono stati virali: ricordiamo i suoi corti, per citarne uno Gli Inetti, girato e montato durante la prima quarantena, così come la sua webserie più nota ovvero Ritals, che in salsa comica illustra agli italiani il quadro difficile dell’espatriato a Parigi.
Ma il sogno di Svevo è sempre stato quello di girare un lungometraggio da portare nelle sale. Non potendo ricevere sostegno dalle case produttrici italiane, che non osano investire che sui soliti nomi, ecco che si rivolge ai suoi followers.

Un anno fa Moltrasio annuncia una raccolta fondi per finanziare la produzione di un film di cui egli stesso sarebbe stato autore, regista ed anche attore. L’argomento della pellicola non viene rivelato, eppure in pochissime settimane 3.500 donatori contribuiscono alla causa a scatola chiusa. La soglia minima di 20.000€ viene ben superata arrivando a circa 100.000€; una somma irrisoria nel panorama delle produzioni attuali (anche per quelle di basso budget), ma che in questo caso sono più che sufficienti a coronare il sogno di un regista, ad accontentare i suoi ammiratori e a dare speranza a tutti coloro che guardano con timore l’andamento attuale del cinema in Italia.

 

 

Chiuso il crowdfunding, la produzione del film viene condotta in maniera agile e veloce. Della sceneggiatura era pronta solo una bozza e in un mese viene stesa per intero. La scelta del cast ricade perlopiù su volti nuovi del panorama, ma i fan di Ritals possono riconoscere gli immancabili Federico Iarlori e Quentin Darmon, entrambi attori ricorrenti della webserie, mentre i fan di Svevo possono riconoscere anche il volto della sua compagna Giulia Bolatti. Infine, trovati i tecnici e la location, il film viene girato in tre settimane. Al montaggio ancora una volta un volto nuovo: sempre Svevo.

Ma, insomma, cos’è Gli Ospiti? Senza fare spoiler si tratta di un thriller tanto intenso quanto veloce. Un gruppo di amici si incontra in un casale in campagna per passare la serata; sin dal principio l’umore generale non è dei migliori, ed ogni personaggio nasconde dei segreti o dei rancori che da un momento all’altro possono scatenare una reazione esplosiva. Eppure, l’instabile rapporto tra i personaggi si dimostrerà presto l’ultima delle preoccupazioni.
Ospiti tra gli ospiti saremo osservatori di un contesto che di fatto ci è estraneo, ed ogni qual volta crederemo di liberarci del disagio (e magari di star comprendendo l’assurdità delle situazioni) ecco che il film rivolta di nuovo le carte.

 

 

Sin dai primi minuti percepiamo lo scaldarsi del clima finché gli eventi non raggiungono un ritmo altissimo: il film è caratterizzato da un susseguirsi di dialoghi serrati che non danno tregua. I dialoghi sono ben studiati per tenere sempre viva l’attenzione dello spettatore che, nonostante la mole, alla fine della visione non ne sentirà il peso. Non mancano inoltre battute e momenti divertenti che smorzano la tensione ed evitano che la pellicola assuma dei toni troppo cupi. Seppure non si tratti di una commedia si riesce lo stesso a ridere alla maniera a cui Svevo ci ha abituati.

In sostanza si tratta di un film atipico, surreale e a tratti anche inquietante. Ci potremmo solamente lamentare della breve durata, 72 minuti, ma è comprensibile visto il budget ridotto. Inoltre, considerato il ritmo alto della visione, se lo si fosse allungato si rischiava o di stancare lo spettatore o al contrario di allentarlo troppo.
A proposito di ritmo bisogna fare un plauso al cast che, seppure non fosse di soli professionisti del settore, ha dimostrato grande capacità riuscendo a rendere credibili tutte le situazioni. Non ne vogliano gli altri attori, però il riconoscimento più grande non può che andare al francese Quentin Darmon per la sola ragione d’aver recitato in italiano senza saperne una parola della lingua (e ad oggi aspetta la traduzione e non ha ancora capito nulla!).

 

 

Usciti dalla sala ci potremo dire piacevolmente confusi (consapevoli di non averci capito nulla anche noi come Quentin): non si tratta di una pellicola chiara e lineare, ma lascia spazio allo spettatore di lavorare con la propria testa, lasciandolo libero di interpretarla alla maniera che più ritiene opportuna. Per queste ragioni è altamente consigliato vedere il film in compagnia, così da potersi confrontare ed incrociare le rispettive teorie.

Purtroppo il prodotto non è stato accolto dai grandi distributori, che non gli hanno dato fiducia, ma Svevo con coraggio lo sta portando di cinema in cinema distribuendolo di persona. Contro le aspettative, Gli Ospiti sta dimostrando una sorprendente partecipazione da parte del pubblico: solo al cinema Lux di Roma era programmato per due settimane ed invece è rimasto in programmazione per sei settimane consecutive. Se volete sapere se e quando arriverà nella vostra città seguitelo sui social o magari aiutatelo a mettersi in contatto con una sala se avete questa opportunità. Aiutate il cinema.

 

 

Che conosciate Svevo Moltrasio o meno non importa, andatelo a vedere al cinema o, se l’avete mancato, prendetevene una copia quando sarà possibile, perché merita sul serio. Se avete perso l’abitudine di andare in sala questa è l’occasione per regalarvi una visione come avete sempre fatto, non ve ne pentirete.

 

Gli Ospiti, 2023
Voto: 8
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