Heavy Metal, l’evoluzione

L’evoluzione dell’heavy metal negli anni ’90.

 

Era l’alba degli anni settanta, e la scena musicale mondiale era già sapientemente e magistralmente scossa da gruppi come Deep Purple e Led Zeppelin, gli inventori di quell’hard rock ormai immortale che dava voce alle migliaia di ragazzi non soddisfatti dei “troppo per bene” e “troppo-amati-dalle-ragazzine” (sebbene grandi) Beatles.
Proprio allora, in quel di Birmingham, quattro ragazzi si univano e davano vita a quell’inedito dark sound che scandalizzò i benpensanti; Toni Iommi, Ozzy Osbourne, Geezer Butler e Bill Ward stavano dando vita ai Black Sabbath. Stavano dando vita all’heavy metal.

Proprio come i Beatles, i Sabbath avevano inventato un nuovo modo di fare musica, un nuovo modo di esprimere rabbia e passione. Ma al contrario dei supercelebri baronetti di Liverpool, il loro modo era seguito solo da quella esigua minoranza che tutti tacciavano di “satanismo” (Dio mio, è ridicolo, voglio il mio avvocato!!!). Nonostante questo, i “Sabs” hanno stretto i denti e hanno coraggiosamente portato avanti la loro crociata (Rovesciata!! …Scherzo, scherzo!!!).
Tuttavia, alla fine della decade, l’abbandono di Ozzy e altre circostanze più o meno note avevano ridimensionato la fama e il successo dei Sabbath, e avevano ridotto il metal in generale in stato semi-comatoso, anche se gruppi come Motorhead, Judas Priest e AC/DC non faticavano a farsi notare. Nessuno sospettava che il povero metal sarebbe stato di lì a breve letteralmente reinventato e rilanciato da coloro che nel 1980 avrebbero pubblicato il loro omonimo debut-album: si trattava degli Iron Maiden.

Ebbene si: il metal risorgeva, più forte e più rabbioso che mai, riportato furiosamente in auge dalla rocciosa “Vergine di Ferro”, ed è stata proprio questa la prima frattura. Anche gli storici Sabbath, acquisito il nuovo (eccezionale!) singer italoamericano Ronnie James Dio ripresero la produzione con quella maggiore potenza che gli stessi Maiden avevano infuso in questa scena musicale. Tutto era rivoluzionato: Metallica, Megadeth, Anthrax e Testament, per il neonato thrash, scuotevano il mondo; Helloween, Blind Guardian, Manowar e altri davano il loro sostanzioso contributo alla grandiosa New Wave of British Heavy Metal (NWBHM) lanciata dagli Iron Maiden di Harris e soci.

Gli anni ottanta sono stati così una meravigliosa decade che impose al mondo in maniera definitiva (e qualitativamente ottima) il metal, ma dall’inizio degli anni novanta le cose hanno iniziato a cambiare: i grandi nomi del metal (sopracitati) hanno iniziato a partorire dischi sensibilmente meno ispirati, decisamente più leggeri e un tantino commerciali (AARRRGHH!!!). Esempi illustri sono Fear of the Dark dei Maiden o Metallica degli omonimi. Poi c’è stato il crollo: proprio i Maiden ci hanno dato il colpo di grazia con un cupo e povero X-Factor, seguiti a ruota dai “cari” Metallica con il polpettone Load e dai Megadeth con Cryptic Writings. E a questo punto? Mani nei capelli? Disperazione? Suicidi di massa? All’inizio sembrava dovesse essere così, invece la caduta dei titani ha in qualche modo favorito la dirompente fuoriuscita delle nuove leve: Hammerfall, Angra, Rhapsody, così come l’affermazione di gruppi già attivi, ma forse un po’ in ombra, come gli Stratovarius o i Nocturnal Rites. Personalmente credo che si possa proprio dire, in questo caso, non tutto il male viene per nuocere.

Oggi Scandinavia e Germania sono le nuove possenti fucine del metal; l’Inghilterra ha, secondo me, invece perso la sua leadership, e l’America sembra orientarsi su vie commerciali (Offspring, gli stessi Metallica…) o troppo alternative (Marylin Manson in primis…).

Il vero metal, insomma, è tutt’altro che morto checchè ne dicano i vari Mustaine (sigh, sob, sniff!!!) o i vari Ulrich (porc.. vaff…*@.. stron#@!!!!***@@); vadano a farsi in giro in Finlandia e si ricrederanno!

Sono stato il primo a dispiacermi per il calo dei grandi gruppi, ma penso che ne abbia guadagnato come sempre l’eterogeneità e l’originalità, ed inoltre ci è stato dimostrato che il nostro caro heavy metal è duro a morire (altro che Bruce Willis!!); anzi, come un serpente dopo ogni cambio di pelle, è in grado di ripresentarsi più in forma che mai. Ora, i nuovi alfieri del metal ci stanno deliziando con grandi opere che cercheremo di seguire e giudicare nelle prossime occasioni, intanto teniamo alta la nostra bandiera e che nessuno osi più dire che il metal sta morendo:

ERESIAAA!!

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