Hotarubi No Mori E: la recensione

Una storia che punta tutto sulla semplicità della trama, sulle tenere emozioni e su un finale strappalacrime.

 

 

Ci sono prodotti che fanno della complessità nelle trame e dell’azione avvincente il loro punto di forza, ma ci sono anche lavori che basano tutto sulla semplicità e sulle emozioni pure. Hotarubi No Mori E, che tradotto in italiano suona come “verso i boschi della luce delle lucciole”, è un mediometraggio animato di quarantacinque minuti curato dallo studio Brain’s Base (Mazinkaiser, Shin Getter Robot e Assassination Classroom).

Hotaru Takegawa è una bambina di sei anni che trascorre le sue vacanze estive presso un villaggio di montagna. Nonostante le dicerie degli abitanti sui pericoli che si nascondono nel bosco, la bimba decide di andare ad esplorare la Montagna del Dio e si perde. Attirato dal pianto della fanciulla, arriva Gin, un ragazzo che indossa una maschera a forma di volpe. Hotaru vorrebbe subito stringersi a lui per farsi consolare, ma il ragazzo la evita e le spiega di essere uno yōkai (spettro), di essere stato maledetto e di non poter toccare i viventi, pena la sparizione immediata.

Tante costrizioni stringenti non evitano però a Gin di riaccompagnare la bambina fino ai margini del bosco. Nasce così un’amicizia che dura per tutta l’estate e prosegue anche negli anni a venire; lo spettro non invecchia come gli umani e quindi la differenza di età tra Hotaru e Gin diventa col tempo sempre più esigua. Le belle estati passate a divertirsi trasformano gradualmente l’amicizia tra i protagonisti in un sentimento ben più profondo tanto da convincere lo spettro a mostrare la propria faccia ed a raccontare la sua tragica storia.

 

 

Gin in realtà è nato come un essere umano, ma è stato abbandonato dai suoi genitori sulla montagna. Il Dio di quelle terre ha deciso di salvare la vita del povero bambino trasformandolo in uno yōkai, ma imponendogli la maledizione che lo condanna a non toccare gli esseri umani.

Siamo al cospetto di una particolare e tenera storia d’amore, in cui gli innamorati non possono sfiorarsi. La gioia di stare l’uno accanto all’altro è ovviamente fondamentale, ma ci porta a riflettere su quanto sia importante un abbraccio, una carezza o il semplice stingersi per mano; tutti gesti che purtroppo, nel nostro frenetico mondo, stanno diventando sempre più difficili da apprezzare nella loro semplicità.

Il manga è stato scritto nel 2002, ma la storia è incredibilmente attuale soprattutto dopo il faticoso periodo della pandemia. Purtroppo il mondo moderno continua a spingere fortemente per isolare e allontanare la gente; ben vengano quindi tutti questi prodotti in cui la semplicità di un gesto affettuoso riporta l’umanità dei sentimenti puri al centro di una storia.

 

 

Hotarubi No Mori E è indubbiamente un prodotto con una storia semplice, ma efficace. Invito ad osservare attentamente i teneri momenti in cui i protagonisti sono lontani e sognano l’estate in arrivo. Il lavoro dello studio Brain’s Base è all’altezza delle aspettative: i personaggi sono disegnati e curati molto bene, mentre l’animazione è tutta incentrata a soddisfare quella gestualità gentile che in quest’opera è fondamentale.

Ho apprezzato ampiamente il fatto che non sia mai stata menzionata la possibilità di trovare una qualsiasi soluzione alla condizione di Gin. Il finale è incredibilmente tanto dolce quanto amaro; così tenero e strappalacrime è perfetto e vi coinvolgerà emotivamente.

Anche la musica è stata scelta con cura per risultare un ottimo supporto alle scene. Hotarubi No Mori E, oltre ad aver vinto diversi premi e ad essere stato elogiato dalla critica a più riprese, è un mediometraggio che vale la pena di essere visto soprattutto con il giusto spirito emotivo.

 

Hotarubi No Mori E, 2011
Voto: 7,5
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