Il ritorno di Rob Halford al microfono dei Judas Priest è stato per lunghi anni uno dei sogni maggiormente agognati dai metallari di tutto il mondo.
Il suo sostituto, Tim “Ripper” Owens, si era comunque rivelato una buona scelta, mostrando la grinta e l’aggressività giuste per sfigurare il meno possibile nell’improbo compito di non far rimpiangere il suo impareggiabile predecessore. I due dischi registrati con lui, Jugulator e Demolition, erano risultati apprezzabili, pur proponendo un sound lontano dal classico Priest-style, ma la mancanza di Halford bruciava a tutti anche perchè il suo inconfondibile timbro era perfetto nell’alchimia del gruppo. Con questo Angel Of Retribution finalmente il sogno si avvera e non solo i cultori dei Judas Priest possono finalmente apprezzare di nuovo il talento di Halford nella sua band madre, ma possono anche godersi un disco veramente ben riuscito. Non poteva esserci un reunion-album migliore insomma.
Il sound torna ad essere quello classico che ha contraddistinto il leggendario gruppo inglese nei suoi anni d’oro, culminati con quel capolavoro del 1990 che era Painkiller. Anche se ovviamente non siamo tornati esattamente a quei livelli, si può certamente dire che Angel Of Retribution è una vera soddisfazione per tutti coloro che amano i Priest. La fantastica opener Judas Rising fa capire sin dal titolo che i nostri sono “risorti” alla grande. Halford è in piena forma, come tutti gli altri, e quando grida quel “Judas Is Rising!” ti entra davvero nello stomaco.
Tra le altre perle ci sono sicuramente la cadenzata Worth Fighting For e la splendida ballad Angel, toccante e intensa. Ma la cosa da notare è che nessuno degli altri pezzi passa inosservato; tutti propongono spunti interessanti, come il groove accattivante di Revolution, le ritmiche di Deal With The Devil (forse un po’ debole solo nel ritornello) o l’incredibile e oscura atmosfera di Eulogy, che è una sorta di intro alla maestosa e conclusiva Lochness. Le restanti Wheels Of Fire, Demonizer e Hellrider mostrano il lato più aggressivo dei Priest e tutte sanno offrire dei momenti ispirati.
Come sempre le chitarre di Tipton e Downing sono stridenti e potentissime e stavolta si sente più marcatamente anche il lavoro di Ian Hill col basso, cosa non sempre in primo piano nei dischi precedenti.
Che dire, quando un gruppo storico come i Judas Priest presenta tutti i suoi componenti in piena forma (nonostante la ormai veneranda età), un cantante tornato in grande stile e un ottimo disco come Angel Of Retribution, non possiamo che innamorarci ancora una volta, e ancora di più, del caro, vecchio, classico, immortale Heavy Metal al 100%.
Their faith is revealed
Deceivers are crying
By crucified steel
Evangelising
Judas is rising!