In sella ad una due ruote a volte si assiste a scene incredibili; ma la strada non dovrebbe essere un campo di battaglia.
Partiamo da un fatto incontrovertibile: in Italia non esiste un solo automobilista, motociclista, scooterista, autista di camion, autobus o carrettini a pedali che rispetti pedissequamente il codice della strada. Tutti noi ci concediamo delle liberta’ che infrangono le leggi in vigore; e quindi, qui nessuno vuole permettersi di alzare il ditino contro qualcuno. E diro’ di piu’: parlero’ a viso aperto, senza nascondere i vizi di ognuno di noi. Adesso, entriamo nel merito, ben sapendo che quanto affermo sotto non fara’ contenti tutti, e che potrebbe scatenare un vespaio di polemiche.
Ho la fortuna di essere un motociclista. Uso la moto tutti i giorni; ci vado in ufficio, ci esco il fine settimana, ci viaggio. Ed alla guida della mia moto riesco a vedere le cose da una prospettiva diversa rispetto a chi guida un’automobile. Non e’ questione di essere migliori; e’ proprio una questione di diverse necessita’ e rischi molto maggiori che richiedono al motociclista di sviluppare una rapidita’ di analisi e di scelta di cui gli automobilisti non necessitano.
La guida in auto e’ molto piu’ rilassata: a prescindere dalla velocita’ a cui si sta andando, si e’ confortevolmente all’interno di un abitacolo; al caldo d’inverno, al fresco d’estate, all’asciutto quando piove. Per i motociclisti e’ diverso; ogni singolo fattore ambientale deve essere preso in considerazione non tanto per un comfort di guida quanto proprio per restare in piedi: dal brecciolino alla striscia di vernice scivolosa, dal tombino alle letali radici o buche. Quello che per un automobilista e’ una fonte di fastidio o di danno al veicolo, per noi e’ la differenza – letteralmente – fra la vita e la morte.
Le migliaia di chilometri che faccio annualmente su due ruote mi consentono di vedere un po’ di tutto, nel bene e nel male. Sono numerosi gli atteggiamenti che proprio non vanno, e che denotano un calo del senso civico e del rispetto del prossimo; analizzarli tutti non sarebbe possibile, ma almeno parliamo dei principali.
Negli ultimi anni, la diffusione dei telefoni cellulari e’ diventata talmente capillare e pervasiva da diventare quasi una malattia. Le persone non fanno altro che stare a testa bassa a fissare uno schermo, perdendo il contatto col resto del mondo; ognuno e’ libero di impiegare il proprio tempo come preferisce, ma non di certo quando guida.
Invece e’ sufficiente osservare come moltissimi automobilisti utilizzino il cellulare con una non curanza spaventosa, come fosse normale rivolgere la propria attenzione alla foto in arrivo o al messaggino da scrivere piuttosto che vedere dove stiamo andando con la macchina. Vedere auto che scartano improvvisamente, frenano a casaccio, cambiano direzione senza alcun accenno preventivo e’ ormai la norma, e questo causa numerosi incidenti, anche mortali. Ancora una volta, a rimetterci sono soprattutto chi va sulle due ruote, che non ha altra protezione se non quella del casco e di un buon paraschiena, per chi ha la buona abitudine di usarlo. Come si fa a non capire che un’automobile e’ un oggetto metallico duro che pesa fra i 1000 e i 2000kg e che anche a 30km/h e’ capace di uccidere una persona? Quante vite, quanti paralizzati, quanti incidenti potremmo risparmiarci se solo la gente smettesse di cazzeggiare col cellulare quando e’ in movimento? Se e’ comprensibile gettare un occhio quando siamo fermi (FERMI) in fila, per quale dannata ragione proprio non si capisce che quando ci si muove dobbiamo stare attenti a non colpire qualcosa? Altro che Facebook, Instagram e What’s up.
E’ anche pieno di scooteristi che usano il cellulare, incastrato sotto il casco, o addirittura in mano. Addirittura c’e’ chi parla al cellulare mentre tiene la sigaretta in mano; giuro, non capisco come facciano a non cadere o a non centrare un’auto ferma nel traffico. Non si tratta di funamboli o geni delle due ruote, ma di cretini che non solo non hanno rispetto della propria vita (poco male), ma dell’altrui incolumita’. Se vogliamo proprio rischiare la vita, facciamolo del nostro senza coinvolgere persone che non hanno colpa.
Altra cosa assurda, e’ l’utilizzo indiscriminato delle corsie d’emergenza. Lo sappiamo tutti: nelle grandi citta’ le due ruote utilizzano le corsie d’emergenza come fossero corsie preferenziali. E’ lecito? No, assolutamente no. Ha senso farlo? Mettiamola cosi’: il vantaggio delle due ruote e’ svicolare nel traffico. E’ un vantaggio per tutti: a ogni due ruote in piu’ corrisponde un’auto in meno. Se le moto e gli scooter si mettessero in fila come il codice della strada prescrive, non avrebbe piu’ senso usarli per gli spostamenti casa-lavoro, e il risultato sarebbe una esplosione di nuove automobili a saturare le strade. Io personalmente ho sempre evitato di usarle, almeno fino a che l’uso dei cellulari e’ diventata la causa principale di incidenti in Italia; vi assicuro che guidare una moto sulle corsie previste, in caso di traffico, e’ diventato un suicidio. Adesso sono praticamente costretto ad usarle, a bassa velocita’, se voglio arrivare sano ed integro a casa.
Altra cosa sono le auto che usano le corsie d’emergenza. Partiamo dal concetto di corsia d’emergenza: serve per far fermare i veicoli guasti e per garantire ai veicoli di soccorso di non rimanere bloccati in strade senza uscita. Una moto o uno scooter che transiti sulla corsia di emergenza quando il traffico e’ bloccato, se fatto in maniera intelligente (a bassa velocita’, osservando con attenzione davanti e dietro cosa accade), non comporta problemi: in caso di necessita’ possono togliersi rapidamente di mezzo passando od infilandosi tra i veicoli fermi. Chi ha guidato veicoli in sirena, durante una chiamata o un’emergenza, sa benissimo questa cosa (anche se non la confermera’ mai in pubblico), tanto che questo modus operandi e’ tollerato. Addirittura in Francia, tempo addietro, era stato previsto un progetto di legge per agevolare ufficialmente in tal senso i motociclisti. Un’auto che transiti su di una corsia di emergenza, invece, e’ un puro ostacolo oltre che ad essere pericolosa: ingombrante, passa accanto ai veicoli fermi (e se qualcuno dovesse accostare sulla corsia d’emergenza proprio in quel momento? Possiamo immaginare le conseguenze). E’ il simbolo puro dell’arroganza e del menefreghismo dei nostri tempi – proprio come le macchine che negli svincoli affiancano le file per inserirsi all’ultimo momento: perche’ invece non rispettare gli altri e, anche se si viene da strade laterali, non cercare di inserirsi prima, senza passare avanti a tutti, anche se facciamo qualche minuto in piu’ di fila?
Similarmente, e per quanto detto sopra: che senso ha cercare di non far infilare chi viene da una strada laterale, o una immissione? Quale beneficio abbiamo realmente dal mors tua vita mea? Se tutti iniziassero ad agevolare l’immissione nelle file, il traffico sarebbe piu’ fluido e faremmo prima tutti ad arrivare a destinazione. Ancora piu’ ridicolo chi tenta di bloccare una moto. Ottiene solo il rischio di farla cadere, procurando danni al guidatore: tanto alla prima possibilita’ la moto si infilera’ comunque e andra’ per la sua strada.
Perche’ poi sempre meno persone usano l’indicatore di direzione (o come la chiamiamo tutti, freccia)? Perche’ non avvisare per tempo che stiamo per cambiare corsia, cambiare direzione, parcheggiare, imboccare uno svincolo o entrare in un cancello? Perche’ dobbiamo rendere difficile la vita a chi ci segue o a chi ci viene incontro, forzandoli a frenare all’improvviso o scartare perche’ non si capisce cosa diavolo stia succedendo? E soprattutto: perche’ girare senza controllare se stia arrivando qualcuno non solo davanti, ma anche dietro?
Ci sono persone (donne e vecchi, principalmente) che se ne fregano se la fila e’ ferma davanti a loro: passano lo stesso, bloccando l’incrocio e fermando inutilmente chi la corsia la deve solo attraversare. Ci sono scooteristi che ti passerebbero anche addosso pur di svicolare nel traffico, e motociclisti che, al di la’ della ragionevole necessita’ di farsi sentire per non venire abbattuti dai soliti distratti, stappano i terminali con l’unico scopo di far capire quanto sono coatti (e qui ci rientrano anche tutti gli harleysti, categoria psichiatrica degna di uno studio a parte).
C’e’ chi da auto e scooter butta cartacce o sigarette accese, incurante del rischio di appiccare incendi lungo le strade. C’e’ chi guida a cavallo delle due corsie, come molti proprietari di Smart (e’ un fatto, basta osservare); o chi parcheggia sulle rampe per disabili o sui marciapiedi, e fanculo a pedoni e a chi arrivera’ dopo in auto e dovra’ fare i miracoli per passare in spazi ristretti, o ancora in mezzo alla strada, o storti, pur essendoci parcheggio piu’ avanti; e pazienza se gli altri hanno poi difficolta’ a passare.
Tutto questo e’ un evidente segno di quanto il senso civico in Italia sia scaduto, di quanto non si usi piu’ nemmeno il buon senso, e la prevaricazione e l’egoismo siano cosi’ diffusi. Per fortuna ci sono anche buoni segnali che ci autorizzano a sperare.
Per esempio sempre piu’ spesso noto come molti automobilisti si spostino, fermi nel traffico o anche in movimento in coda, per far passare le moto in arrivo da dietro; e’ un atto di civilta’ nonche’ di cortesia, e quando posso ringrazio sempre. E’ un piccolo gesto che all’estero viene addirittura insegnato nelle scuole guida, ma da noi denota come finalmente sempre piu’ persone comprendano come nelle nostre citta’ le moto (e gli scooter) agevolino oggettivamente il traffico, e quindi anche la vita degli automobilisti.
Ci sono finalmente piu’ persone che si fermano per far attraversare i pedoni sulle strisce – siamo ancora ben lontani da quella che dovrebbe essere la normalita’, ma almeno ora non si rischia piu’ di essere tamponati per aver semplicemente seguito il codice della strada.
Quando siamo sulla strada dobbiamo ricordare che abbiamo in mano un’arma. L’auto o la moto, il camion o lo scooter: vanno usati con cognizione di causa e rispetto del prossimo. Confido nelle nuove generazioni, negli under 30, che in gran parte sembrano piu’ attenti alle questioni civiche. Anche qui serviranno anni per cambiare le abitudini degli italiani; quello che possiamo fare per accelerare il processo e’ fare la nostra parte. Tanti piccoli granelli di sabbia, alla fine, sono in grado di fare la differenza.