División Azul: il contributo spagnolo nella lotta contro l’Unione Sovietica

Nonostante la neutralità, la Spagna acconsentì all’invio di volontari nella lotta tedesca contro i sovietici, dando vita alla nota División Azul.

 

 

La neutralità spagnola nel secondo conflitto mondiale è stata oggetto di molti dibattiti, critiche ed apprezzamenti nel dopoguerra e fino ai giorni nostri. Non deve tuttavia sorprendere che Franco e la sua cerchia, appena usciti vincitori da una sanguinosa quanto durissima guerra civile, non fossero disposti a lanciarsi in una nuova avventura bellica dalle sorti incerte.

Certo, le fulminee vittorie tedesche del primo anno e mezzo del conflitto, hanno strizzato l’occhio ai regimi simil-fascisti europei, desiderosi anch’essi di spartirsi confini e popoli della nuova Europa vinta da Berlino. La Spagna tuttavia fu decisamente troppo debole per un conflitto di larghissima scala. Le risorse scarseggiavano e il paese era tutt’altro che riappacificato (ricordiamo che la guerra civile finì solamente il 1 Aprile 1939). La sicurezza interna rimaneva prioritaria per il regime franchista che temeva anche, e soprattutto, drastiche ripercussioni Alleate; esposta per metà sull’Atlantico e per l’altra sul Mediterraneo, era facilmente attaccabile e papabile per blocchi navali che l’avrebbero strozzata commercialmente. No, la Spagna non aveva un reale motivo e vantaggio ad entrare in guerra al fianco dell’Asse, ma quando quest’ultima scatenò l’inferno ad est, con la dichiarazione di guerra all’Unione Sovietica, qualcosa si mosse anche in Spagna.

La Spagna franchista era infatti profondamente anticomunista. Questo sentimento, alimentato dalle lunghe campagne militari durante la guerra civile spagnola che li ha visti contrapposti a numerose milizie comuniste, esplose nel Giugno del 1941 in un desiderio di partecipazione al collasso dell’odiatissima Unione Sovietica, che tanto si era impegnata nella questione spagnola a partire dal 1936. Non appena la notizia della guerra ad est raggiunse Madrid, iniziarono i preparativi per la creazione di una forza di spedizione di volontari spagnoli per la campagna antisovietica. Il 24 Giugno, a soli due giorni dall’inizio delle ostilità contro i bolscevichi, il Ministro degli Esteri tedesco, J. Von Ribbentrop accettò l’offerta spagnola e richiese che questi volontari facessero alla svelta a raggiungere i tedeschi perché la vittoria sarebbe arrivata in pochissimi mesi. Il governo spagnolo, facendo presa sul sentimento anticomunista, incitò i falangisti e i quadri dell’esercito regolare ad arruolarsi volontari per la creazione di una divisione ausiliaria composta da soli spagnoli, all’interno della Wehrmacht tedesca. Entro pochi giorni, più di diciottomila uomini vennero arruolati e gli uffici vennero chiusi già nei primi giorni di Luglio. Inquadrati inizialmente in quattro reggimenti, vennero successivamente adattati alla struttura divisionale tedesca che prevedeva tre soli reggimenti, ciascuno composto da tre battaglioni.

 

 

Gli uomini, reclutati prevalentemente tra Madrid, Valencia e Siviglia, vennero trasportati con il treno fino in Bavaria, per un addestramento di poche settimane, insieme ad unità tedesche. Il 19 Agosto infine, arrivò il fatidico momento: la divisione spagnola, inquadrata nei ranghi della Wehrmacht come 250° Divisione di Fanteria e agganciata al Gruppo Armate Centro, venne inizialmente avviata verso la città di Smolensk, in previsione dell’attacco su Mosca. 

Il viaggio tra la Germania e la destinazione assegnata si rivelò particolarmente impervio. Quando finalmente gli spagnoli furono sul punto di raggiungere Smolensk, vennero dirottati verso il settore di Leningrado in vista di un’offensiva tedesca e assegnati alla 16° Armata tedesca. Il 10 Ottobre 1941 il grosso della forza spagnola raggiunse le posizioni sul fronte e già due giorni dopo partecipò ai primi scontri contro i sovietici sul fronte di Novgorod. Presero parte a numerose azioni offensive nell’autunno del 1941 per poi trovarsi sulla difensiva quando la reazione sovietica si concretizzò con l’offensiva invernale. Le temperature che scendevano spesso sotto i – 30° C e la tenacia sovietica si tramutarono in grosse perdite per gli spagnoli che a Gennaio ristabilirono il fronte e vi si accamparono in attesa di mesi più favorevoli. Dalla Spagna arrivarono anche i primi rimpiazzi per sostituire morti, feriti e congelati, mentre l’intera unità venne assegnata, nell’estate 1942, alle forze assedianti Leningrado. I tedeschi pianificavano infatti un ultimo e decisivo assalto alla grande città sovietica; nelle settimane precedenti però i sovietici riuscirono ad impegnare ed esaurire le riserve nemiche con piccole offensive tanto che l’attacco tedesco venne prima posticipato e poi cancellato definitivamente. Il fronte si calmò per qualche mese, ma i sovietici non stettero ad aspettare e si organizzarono per liberare Leningrado dal duro assedio e respingere tedeschi e loro alleati verso i baltici. 

Si arrivò così alla battaglia più sanguinosa ed impegnativa di tutta la guerra per le forze spagnole: Krasni Bor.

Qui i sovietici impegnarono tre divisioni di fanteria appoggiate da decine di carri armati che investirono in pieno il settore di fronte assegnato alla divisione spagnola. Cruenti combattimenti si prolungarono per giorni, e più di mille soldati persero la vita mentre più del doppio vennero feriti e trasportati nelle retrovie. Fu un durissimo colpo per la 250° Divisione, che però assolse al principale compito assegnatole: non concedere ai sovietici alcuna penetrazione sulla linea. La situazione del fronte venne stabilizzata.

 

 

La rapida evoluzione del fronte nel settore meridionale, con l’offensiva sovietica sul Don e la sconfitta della 6° Armata di Paulus a Stalingrado, segnò un momento decisivo per i militari spagnoli impegnati nella campagna sovietica. Pressioni internazionali sempre più forti spinsero Franco a valutare l’opzione del richiamo dei volontari, che si concretizzò ufficialmente il 12 Ottobre 1943 quando la “División Azul” venne ufficialmente sciolta e gli uomini richiamati in patria. Un nutrito numero di soldati, tra le duemila e tremila unità totali, decise tuttavia di rimanere al fronte e portare avanti la lotta contro i bolscevichi arruolandosi in quella che venne definita “Legión Azul”. Quando anche questa accozzaglia di piccole unità spagnole venne richiamata, gli uomini che ancora una volta decisero di rimanere vennero direttamente incorporati all’interno di unità tedesche, spesso tra le Waffen-SS. Alcune compagnie spagnole vennero inviate in Yugoslavia dove parteciparono fino al 1945 alla lotta contro i partigiani di Tito; altre ripiegarono verso i baltici per poi essere impegnate nella difesa di Austria e Germania sul finire del conflitto. Tra queste, la Spanische-Freiwilligen-Kompanie der SS 101, partecipò alla difesa della Pomerania (regione tedesca) sotto gli stendardi della 28° Divisione Waffen-SS Wallonien e infine alla difesa di Berlino, negli ultimi giorni della guerra, sotto l’11° Divisione SS Nordland.

In totale, si stima che circa quarantacinquemila soldati spagnoli, tra riserve e sistema di rotazione, servirono sul fronte orientale all’interno di questa Divisione. Per i morti si stima un numero intorno alle cinquemila unità mentre i feriti furono almeno quindicimila. I combattenti spagnoli si distinsero positivamente in combattimento e rappresentarono una forza rispettata dagli alleati e temuta dagli avversari all’interno di quel enorme calderone di morte e violenza che fu il fronte orientale tra il 1941 e il 1945.

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