Diciamocelo chiaramente: la Fase 2, per come sara’ attuata e vissuta dagli italiani, comportera’ un forte aumento dei contagi – forse in termini drammatici.
Il Covid-19 ci ha costretto a rivedere molte delle nostre abitudini sociali e lavorative, e questo ha impattato tutti noi anche se in modo diverso. Chi ne ha avuto la possibilita’ ha continuato a lavorare da casa tramite il telelavoro (non chiamatelo smart-working per carita’, quella e’ un’altra cosa e come al solito politici e media utilizzano parole sbagliate); per molti pero’ questa soluzione non e’ stata possibile, e si tratta principalmente di quelle categorie che sono legate strettamente ad attivita’ da svolgere sul posto di lavoro (per esempio operai, artigiani, ristoratori).
La situazione finanziaria italiana non e’ rosea e lo sappiamo bene, e per questo sembra inevitabile che per costoro, ma come per le grandi aziende, sia necessario riaprire i battenti per permettere la sopravvivenza delle imprese visto che lo Stato non e’ in grado di assicurarne il futuro (anche considerando le misure prese sono state intempestive ed inadeguate); risulta anche strano considerare allo stesso modo le regioni duramente impattate dal virus con quelle praticamente non contagiate.
Parallelamente, c’e’ una incapacita’ degli italiani di starsene buoni a casa al di la’ delle necessita’ primarie. E’ evidente e lo possiamo vedere quotidianamente: nell’unica occasione in cui sono uscito di casa dal 9 Marzo sono rimasto stupefatto dalla quantita’ di persone in giro, o la superficialita’ con la quale le persone ti passano vicino.
Sui social, ma anche su alcuni mezzi di stampa, si e’ criticato il governo Conte per la cosiddetta incostituzionalita’ delle restrizioni ai movimenti; si e’ inneggiato ad una rivolta silenziosa, o si e’ utilizzata la situazione per attaccare facendo bassissima politica. A me sembra una cosa folle; o le persone non hanno alcun contatto con la realta’, e credo che per molti sia cosi’, o sono in malafede (e anche questi non mancano).
In una situazione come questa e’ ridicolo gridare allo scandalo ed alle liberta’, ma il governo ha deciso di agevolare queste smanie, oggettivamente non fondamentali, e allentare la stretta sui movimenti. Per fortuna non si tratta di allentamenti drastici come in molti speravano, ma le direttive diramate dal governo Conte sono comunque interpretabili e lasciano spazio ai numerosi comportamenti irresponsabili che abbiamo visto nelle scorse settimane (come possono verificare le forze dell’ordine il fatto che siamo in giro perche’ stiamo andando a trovare i nostri genitori o il nostro “affetto stabile”?).
Non posso poi non spendere una parola per la famosa app “Immuni”. E’ giusto essere attenti alla propria privacy, ma sentire gli scudi levarsi da chi e’ costantemente tracciato tramite l’uso dei social network e dei siti di shopping online, fra gli altri, fa piuttosto ridere perche’ qui si sta parlando di salvare la pelle delle persone. Restano magari i dubbi su come si sia arrivati a scegliere il software di una societa’ piuttosto che di un’altra.
Il numero di persone che inizieranno a circolare aumentera’ drasticamente, e conseguentemente il contagio riprendera’ vigore; questo e’ incontestabile.
Prepariamoci ad una nuova crisi, forte, e ad una situazione a fisarmonica in cui avremo costanti chiusure-aperture-chiusure. Il rischio pero’ e’ che a un certo punto si possa perdere il controllo, perche’ il contagio avviene in modo esponenziale, non lineare, e quanto sta succedendo in Germania, con una forte ripresa dei contagi in seguito agli allentamenti, deve fare scuola. E’ pure vero che piu’ persone giovani si contagiano, piu’ e’ facile ottenere l’immunita’ di gregge che il tanto vituperato Boris Johnson, non esente comunque da decisioni discutibili, si auspicava.
Fondamentalmente si tratta di bilanciare le necessita’ del motore economico italiano, di mantenere il consenso, e di non perdere competitivita’ sul mercato estero. E se i nostri alleati europei ci fanno la guerra a Bruxelles e sui mercati finanziari, chi bisogna sacrificare e’ il popolo italiano.