Solo cinque episodi di diciassette minuti possono essere considerati una stagione? Comunque i problemi non si limitano a questo: cominciano ad affiorare limiti strutturali.
La prima stagione, divisa in due parti per un totale di dieci episodi, ha conquistato un ampio gradimento tra gli spettatori. Ci aspettavamo una seconda stagione con lo stesso ritmo della precedente e l’abbiamo ottenuta, ma la riduzione del cinquanta per cento degli episodi ed un po’ di ripetitività nelle azioni dei protagonisti non aiuta La Via Del Grembiule a brillare come in passato.
Il prodotto è molto particolare perché non esiste un vero e proprio filo conduttore, nè una vera e propria storia che si evolva puntata dopo puntata. La serie infatti mostra piccoli spezzoni della vita di Tatsu, ex yakuza soprannominato Il Drago Immortale, alle prese con la gestione della vita da casalingo. L’impostazione di base rimane sempre quella di affrontare qualsiasi problema come uno yakuza, ma questa volta se la deve vedere con maledette macchie su vestiti, la polvere per terra, le file al supermercato e tanto altro.
Come avete già capito la seconda stagione rientra totalmente nei binari della prima senza apportare nessuna novità apparente. L’unica cosa che cambia è fondamentalmente il numero di episodi che sono stati rilasciati, che forse sono pochi anche per considerarli una stagione. Compresa la sigla iniziale e i titoli di coda, ogni episodio dura complessivamente una media di diciassette minuti.
In pratica non si ha neanche il tempo di bere un sorso di spritz in santa pace che l’episodio è già bello che terminato. In aggiunta a questo, la conformazione di ogni singolo episodio è strutturata con una serie di piccole storie a se stanti di lunghezza variabile. Rimanendo in tema aperitivo, queste piccole storie sono paragonabili a “noccioline” da gustare tra un sorso e l’altro del vostro drink; la prima stagione de La Via Del Grembiule è stata indubbiamente un bell’aperitivo corposo, questa seconda sembra servita in un bar meno generoso.
L’effetto sorpresa, che ha avvolto la prima stagione, comincia a scemare. Si nota più facilmente una certa ripetitività della struttura di fondo. Non giova neanche l’assenza di un qualsiasi tipo di trama orizzontale che purtroppo ammazza ogni possibile tipo di evoluzione dei personaggi.
Ovviamente questi sono tratti tipici di prodotti come questo che raccontano piccoli spaccati di vita senza preoccuparsi di creare una continuità. Kousuke Ono è comunque molto bravo a proporre una serie di varianti al tema di base, ma bisogna vedere quanto ancora potrà continuare ad andare avanti in questo modo. Forse c’è bisogno di qualcosa che dia una spinta nuova alla serie.
La particolare animazione, che è un ibrido tra una vignetta di un manga e l’abbozzo di un animazione, continua ad essere molto divertente. Comprendo perfettamente che questo stile è lontano anni luce dalla qualità delle ultime proposte (Demon Slayer, Attacco Dei Giganti o Bubble), ma La Via Del Grembiule ha una sua particolare forma artistica che trovo decisamente divertente e piacevole.
Detto questo, la magia della prima stagione è ormai un vago ricordo e la ripetitività comincia a farsi sentire. Questi cinque episodi non sono in numero soddisfacente per apparecchiare neanche un aperitivo decente e quindi è giusto valutare il tutto con un’onesta sufficienza, sperando che l’andazzo cambi con il proseguo delle stagioni.
La Via Del Grembiule – Seconda Stagione: 2023
Voto: 6
Articoli Simili:
La Via Del Grembiule – Stagione 1: la recensione
Arriva la seconda stagione di Bastard!!
Modern Love – Seconda Stagione: la recensione
Lo Yakuza Casalingo si rimette il grembiule
Love, Death + Robots – Stagione 2: la recensione
Mob Psycho 100 – Stagione 2: la recensione
Star Trek: Lower Decks – Stagione 2: la recensione
Trollhunters – Stagione 2: la recensione
The Seven Deadly Sins – Stagione 5: la recensione
Tokyo Revengers – Stagione 2: la recensione