Back 4 Blood, il sequel spirituale di Left 4 Dead, ci ha lasciati piuttosto perplessi. La nostra esperienza nella open beta non è stata eccezionale.
Non è facile voler rimpiazzare un capolavoro. Left 4 Dead, sia nella prima iterazione che nel secondo capitolo, hanno posto un’asticella altissima da superare; con un gameplay semplice ma efficace e la capacità di far entrare i giocatori immediatamente in partita, è indubbio che il modello di gioco di L4D sia qualcosa di fenomenale.
Back 4 Blood vuole essere quel seguito che alcuni fan hanno chiesto a gran voce da tanto tempo, soprattutto quelli che chiedevano una grafica aggiornata.
Lo stile di gioco è un copia-incolla di L4D con qualche non riuscita variazione.
In sostanza, il gioco ci è piaciuto? Non particolarmente. Considerando il prezzo di lancio, la sua assenza di carisma e le numerose dinamiche che sembrano applicate al gioco come aggiunte posticce e non come parti integranti dell’idea originale, non possiamo assolutamente consigliare il gioco allo stato attuale.
Gli scontri a fuoco sono ben fatti, ma non eccessivamente adrenalinici. C’è anche un netto contrasto fra l’ambientazione di gioco ed il presunto umorismo dei personaggi. Tutto molto forzato, in effetti.
Uno dei pochi aspetti degni di nota è l’attenzione alle armi: ben definite e chiaramente differenziate. E per una volta le munizioni non sono infinite nemmeno per le pistole, un cambiamento davvero gradito.
Non è un caso se presi dalla frustrazione scatenanta dalla non necessaria complessità nel riassegnare i tasti, dal dover trovare il modo di organizzare una partita privata, dai bot che ci sparano addosso il nostro primo istinto è stato quello di lanciarci in una sessione di Left 4 Dead 2… dove abbiamo ritrovato il sorriso.
Insomma: un gioco piatto, poco ispirato, con dei personaggi al limite del fastidioso. Arrivate voi alle conclusioni, probabilmente sono le stesse a cui siamo giunti noi.