Un apatico Superman e uno spento Batman danno vita ad una scazzottata epica che risulta una penosa forzatura in una trama ricca di spunti ma mal gestita; ringraziamo il cielo che c’è Wonder Woman.
La storia parte dalla fine del deludente L’uomo d’acciaio; Superman, interpretato da Henry Cavill, si è rivelato all’umanità combattendo e sconfiggendo il Generale Zod, ed ora il mondo è diviso tra chi lo adora come una divinità e chi lo guarda con sospetto, invidia e lo vede come un pericolo per l’intera umanità.
In Batman v Superman: Dawn of Justice l’inizio è promettente: l’Umanità si presenta a Superman, ma alcuni esponenti del Congresso Americano vogliono processare il Kryptoniano per gli avvenimenti del precedente film. Da parte sua l’Eroe di Metropolis continua a salvare persone in pericolo, ma è molto indeciso se presentarsi o meno al congresso per difendersi dalle accuse che lo vedono protagonista della distruzione di parte della città.
Questo credo che sia uno dei passaggi più interessanti del film; il voler processare Superman rappresenta l’iconografia perfetta dell’egocentrismo dilagante del XXI secolo… più estremo di questo credo che ci sia solo chiamare a giudizio Dio per aver creato l’universo, e chiedergli i danni.
Bruce Wayne, interpretato da Ben Affleck, era a Metropolis durante gli eventi finali del film di Superman, e ha vissuto sulla pelle le devastanti conseguenze dello scontro tra Kryptoniani. Di conseguenza Bruce, che ha un’esperienza ventennale nei panni di Batman, vede Superman come una minaccia che deve essere fermata, e comincia a studiare un modo per neutralizzarlo.
In tutto questo s’innesta Lex Lutor; una scelta perfetta è stata quella di lasciarlo interpretare a Jesse Eisenberg, che come genio e multimiliardario ha le risorse e come paranoico ed ossessionato dall’arrivo di altre minacce aliene, ha tutte le motivazioni per portare a termine un ambizioso progetto di manipolazione che culminerà nella scazzottata secolare tra Superman e Batman.
Tanti spunti, tante trame e sottotrame da portare sullo schermo bastavano a fare un buon film, ma se, come ho detto prima, Wonder Woman è la figura che spicca pur avendo un ruolo marginale, vuol dire che qualcosa non è andato secondo i piani della DC. Proviamo ad analizzare i perché valutando singolarmente i personaggi.
Un Superman che sembra apatico e distaccato non aiuta lo spettatore a parteggiare per lui; mi ha dato l’idea di guardare una statua greca, ferma nel flusso degli accadimenti.
Un vecchio Batman ancora alle prese con i suoi traumi infantili è un pelo ridicolo, dopo 20 anni di lotta al crimine ancora non si è ripreso per la perdita dei genitori. Comprendo che sia stata una trovata per giustificare la faccia appesa di Affleck, ma si poteva evitare l’ennesimo riferimento alla nascita del “Pipistrello”.
Lex Lutor riempie lo schermo con la sua presenza dissonante, purtroppo le sue macchinazioni sembrano essere quasi casuali ed ingiustificate; nel momento in cui svela i suoi piani si dovrebbe arrivare alla folgorazione ed ammirare il suo genio, ma tutto sembra molto surreale e basato sull’ingenuità delle persone.
Aggiungiamo a questo il fatto che, ai realizzatori del film, non bastava la scazzottata epica tra l’oscuro cavaliere e il mantello rosso svolazzante; volevano di più, tanto di più che hanno deciso di far scendere in campo anche uno dei più potenti avversari di Superman, Doomsday. A questo punto credo che i processi mentali dei produttori della DC abbiano seguito questo iter logico: Superman, Batman, Lex Lutor e Doomsday per una sola Lois Lane, interpretata da Amy Adams, forse risultano troppi, sarà il caso che mettiamo una seconda figura femminile? Ecco come Diana Prince / Wonder Woman, interpretata da Gal Gadot, è stata aggiunta al polpettone cinematografico della DC. Ovviamente questa è solo una mia supposizione, ma non credo la scelta fatta sia stata effettuata in maniera tanto differente. Fortunatamente, a Diana Prince è stato cucito un ruolo secondario, che non ha svelato praticamente nulla della sua figura misteriosa, ma che ci ha regalato vibranti sequenze di lotta accompagnate da una perfetta musica di raccordo. Sognavo di vedere la gioia sul volto dell’amazzone Wonder Woman durante i suoi combattimenti, e finalmente sono stato accontentato, Gal Gadot ha trasmesso quella sensazione di euforica ferocia sorridendo sorniona dietro il suo scudo e levando la spada al cielo pronta a menare fendenti micidiali.
Questa Wonder Woman è sicuramente la parte più riuscita di un film troppo popolato da personaggi ingombranti e mal gestiti.
Tirando le somme, questo film è il manifesto della DC, il canovaccio portante di tutti i film a venire; purtroppo è anche la brutta copia del progetto The Avengers della Marvel. Ricordiamo che nel 2012, dopo aver ottenuto buoni successi con i film Ironman, Capitan America e Thor, la Marvel fece uscire il film The Avengers radunando un gruppo di supereroi tutti in un’unica pellicola e delineando una serie di ripercussioni sui film a venire; è la nascita dell’Universo Avengers e di una continuità nelle trame delle pellicole cinematografiche. La DC arriva quattro anni dopo, ma è troppo frettolosa, vuole arrivare subito al successo che ha ottenuto la Marvel e si gioca velocemente una serie di cartucce che non sono state accuratamente preparate.
Spero che la DC prepari accuratamente i prossimi lavori, anche se le prime indiscrezioni che arrivano non ci lasciano particolarmente fiduciosi.