L’Inaffondabile Oscar e la tradizione dei gatti a bordo

Un connubio millenario tra felini e navigazione, per arrivare alla Seconda Guerra Mondiale e all’incredibile storia del gatto Oscar.

 

 

La storia dei piccoli felini si accompagna fin dall’antichissima età alle rotte commerciali che le prime civiltà aprivano seguendo prevalentemente i corsi d’acqua. Le carovane mercantili e le ancora rozze imbarcazioni marittime ne hanno permesso, sin dall’età del bronzo, la diffusione non solo nell’entroterra europeo ma anche nelle isole del Mediterraneo. Andando avanti col tempo, ampliando le reti commerciali e di conseguenza le lunghezze da percorrere per trasportare le merci, l’uomo ha dovuto fare i conti con il problema delle infestazioni di ratti e altri piccoli roditori che minacciavano non solo le tasche dei marinai e commercianti, ma anche e soprattutto la salute.

Inizia così, fin dall’alba dei tempi, una stretta collaborazione tra uomo e gatto. Gli equipaggi, forse i primi quelli fenici che iniziano a perlustrare in lungo e in largo il Mediterraneo, danno vita a una tradizione di gatti a bordo che cessa solamente negli ultimi decenni della nostra storia recente. Il felino non solo assicura l’integrità della merce cacciando il roditore, ma offre anche dolce compagnia agli uomini trasmettendo loro un senso di casa in mezzo alle onde. Vi è anche un lato superstizioso e simbolico in questa faccenda: per molto tempo rimane viva la credenza del gatto protettore e capace di tenere lontano problemi e cattivo tempo. Qualcosa però di vero in tutto questo c’è, infatti recenti studi su questi animali hanno verificato una sensibilità innata ai cambiamenti atmosferici, manifestata in comportamenti che presumibilmente gli equipaggi dell’epoca imparavano a conoscere e riconoscere. I gatti a bordo perciò rappresentano, in un mondo ancora non troppo tecnologico, una risorsa in più.

 

 

La tradizione dei gatti a bordo perdura anche nei conflitti più recenti e sanguinosi come la Prima e la Seconda guerra mondiale. La loro presenza è attestata persino nei sottomarini della Kriegsmarine e della Royal Navy, in qualità di mascotte. Tanti di questi piccoli felini si sono guadagnati fama e rispetto nelle loro avventure marittime, ma sicuramente quello più famoso rimane il caso del gatto Oscar.

Caratterizzato da macchie bianche e nere su tutto il corpo, Oscar è il gatto a bordo della nave da guerra tedesca Bismark. Salpato con tutto l’equipaggio il 18 Maggio 1941 per l’Operazione Rheinubung, prima e ultima missione della Bismark, vive la tragedia dell’affondamento della stessa pochi giorni dopo, il 27 Maggio. Nella tragedia perdono la vita quasi 2000 persone, ma Oscar viene trovato ore dopo dai membri del cacciatorpediniere britannico HMS Cossack accorso nella zona e subito adottato dall’equipaggio.

La fortuna del Cossack però dura poco. Il 24 Ottobre 1941 la nave viene gravemente danneggiata nell’attacco di un U-boat mentre svolge attività di scorta sulla rotta Gibilterra-Gran Bretagna. Il tentativo di rientrare a Gibilterra fallisce miseramente per le condizioni del tempo avverse, ma nonostante tutto l’equipaggio viene imbarcato sulla HMS Legion, contando 159 perdite totali. La nave affonda a largo delle coste spagnole, ma anche questa volta Oscar trova la salvezza. Dopo la tragedia del Cossack, il nostro felino si guadagna il soprannome di “Inaffondabile”.

 

 

La sfortuna è tutta dalla parte di Oscar però, perché la terza imbarcazione della quale diventa membro, la portaerei Ark Royal subisce un attacco sottomarino poche settimane dopo i fatti della Cossack, nel Mediterraneo occidentale, e affonda a 30 km da Gibilterra. Tutti tranne uno dei membri dell’equipaggio si salvano, e Oscar viene trovato appostato su una lamiera in prossimità del luogo dell’affondamento. Questo terzo disastro segna la fine della carriera marittima di Oscar: viene fatto scendere finalmente a terra, e trasferito nell’ufficio del governatore di Gibilterra dove rimane per qualche tempo prima di essere inviato a Belfast in un edificio adibito a casa dei marinai. Sopravvive alla guerra e muore nel 1955 dopo una vita che dire movimentata è dir poco.

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