Non Pensarci: la recensione

E’ un vero peccato quando si bruciano idee interessanti con realizzazioni che non lasciano nulla. Non Pensarci e’ un film che deve finire nel dimenticatoio.

 

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Ero molto speranzoso, all’inizio della proiezione. Un ragazzo-adulto (Valerio Mastandrea), chitarrista punk di ex-successo, vede in poche ore il suo gruppo andare in pezzi e scoprire che la sua ragazza lo tradisce. Decide di tornare per un breve periodo dalla sua famiglia per venire a sapere che l’azienda di famiglia e’ in crisi profonda, strozzata dalle banche e da investimenti sbagliati.

Non Pensarci poteva essere un film davvero interessante: uno dei pochi a toccare la crisi dovuta all’avidita’ degli istituti bancari, il momento devastante che sta passando la piccola e media impresa italiana, il rapporto familiare che non e’ mai facile.
Invece e’ un’accozzaglia di idee buttate la’, prive di profondita’ e quasi totalmente scollegate fra loro.
Manca completamente l’amalgama del regista, Gianni Ganasi, autore di altre pellicole del tutto trascurabili. Manca l’incisivita’, la capacita’ di mettere a fuoco con decisione uno o piu’ argomenti. E’ tutto superficiale, accennato, e non si scava mai in fondo su niente.

 

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La recitazione degli attori e’ mediamente appena passabile. Tolto il solito Valerio Mastandrea, comunque sotto tono, gli unici a salvarsi sono Anita Caprioli, la sorella ribelle, e Teco Celio, il padre. Sul resto stendiamo un velo pietoso; una masnada di gente incapace a recitare, forzatissima e deleteria. Esponente maggiore di questa disfatta attoriale e’ Giuseppe Battiston, il fratello di Valerio Mastrandrea , che gestisce la fabbrica e la sua vita esattamente come recita: di merda.

 

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Non Pensarci mi ha ricordato per certi versi Italia-Germania 4-3; qui manca (per fortuna) l’aspetto politico, ma il filone e’ lo stesso: tante cose da voler dire, senza avere alcuna capacita’ di farlo.
Film bocciato senza appello.

 

Non Pensarci, 2007
Voto: 4
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